Volkswagen - Bosch e Cariad accelerano sulla guida autonoma con lAI
La Bosch e Cariad, la divisione di sviluppo software del gruppo Volkswagen, hanno annunciato il rafforzamento della loro partnership per lo sviluppo di software di guida autonoma di livello 2 e 3 che sfrutta le potenzialità messe a disposizione dall'intelligenza artificiale. Con questa soluzione, i nuovi sistemi dovrebbero garantire un comportamento più naturale, simile a quello di un guidatore umano, aumentando comfort e sicurezza. Già avviati i test. Il nuovo software è già in prova su alcuni veicoli di test basati sulla Volkswagen ID.Buzz e sulla Suv Audi Q8, che vengono addestrate con grandi quantità di dati raccolti su strada in Europa, Stati Uniti e Giappone. L'obiettivo è arrivare ad avere un software pronto per la produzione di serie già dalle metà del prossimo anno, con l'integrazione di queste soluzioni all'interno della nuova architettura software del Gruppo Volkswagen. Made in EU. Il progetto è interamente sviluppato in Europa con codice proprietario, con l'obiettivo di acquisire una completa padronanza delle tecnologie chiave dell'intelligenza artificiale e della guida autonoma, spiega Peter Bosch, ceo di Cariad, contribuendo così ad assicurare un ruolo chiave nella costruzione della sovranità digitale europea.
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Accordo Ue-Usa - Il Cybertruck arriverà anche in Europa?
Stando al magazine tedesco Automobilwoche, il Tesla Cybertruck potrebbe arrivare presto anche in Europa: un'ipotesi che si sta facendo largo fra gli addetti ai lavori in Germania. Oggi il gigantesco pick-up texano è venduto negli States e non nel Vecchio Continente, perché privo di numerosi requisiti Ue a livello di inquinamento e sicurezza. Basti pensare all'altezza del mezzo e alla presenza di spigoli vivi, potenzialmente molto pericolosi in caso di impatto con pedoni e ciclisti. Secondo la testata tedesca esiste la possibilità che le cose cambino, in virtù del recente accordo commerciale sui dazi fra Washington e Bruxelles del 21 agosto: l'articolo 8 prevede infatti che le parti esaminino il riconoscimento reciproco degli standard delle auto, aprendo le porte in Europa ai maxi Suv e ai pick-up made in Usa. Un'ipotesi appoggiata anche dall'associazione ambientalista T&E. Questione di CoC. In realtà, l'intesa fra le due sponde dell'Atlantico non è un trattato vincolante dal punto di vista giuridico, e va resa effettiva mediante numerosi provvedimenti. Inoltre, in Ue vige il Regolamento 2018/858, che impone il Certificato di Conformità (CoC): un documento emesso dal costruttore attestante la conformità del veicolo al tipo omologato CE, necessario per l'immatricolazione. Un'auto costruita negli Usa, dove quel tipo di normativa è molto più blanda, risulta priva degli standard necessari per ottenere il CoC Ue e - di conseguenza - il via libera alla circolazione sulle nostre strade. Nessuna eccezione. Quanto alle omologazioni individuali nazionali, come quelle talvolta rilasciate in Germania, è opportuno ricordare che hanno una validità limitata al territorio dello Stato che l'ha rilasciata, ed è pertanto difficile che vengano riconosciute dagli altri Paesi dell'Unione. A tal proposito si veda anche il controverso marketplace della Cina tramite cui comprare in Ue auto km zero cinesi: non si discute il fatto che la vettura possa giungere effettivamente a casa dopo un primo passaggio in Repubblica Ceca, ma che possa facilmente - e legalmente - viaggiare su strada in Italia.
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Peugeot 308 - Il restyling è servito - VIDEO
Quattro anni sulle spalle e ancora tanta voglia di dire la propria. La Peugeot 308 si rifà il trucco: niente rivoluzioni, ma una serie di ritocchi che la rendono più affilata, più tecnologica e sempre ben piazzata in un segmento che molti costruttori stanno abbandonando. Lei, invece, resta lì: una compatta che continua a parlare a clienti privati e flotte, passando con disinvoltura dal diesel all'elettrico. Ci crede ancora. Sulle compatte, tanti concorrenti hanno mollato il colpo, o stanno per farlo. Peugeot no. E i numeri la incoraggiano: in Italia la 308 ha superato le 100.000 unità vendute, segno che la domanda c'è. Il restyling serve quindi a consolidare la posizione, senza scelte azzardate. Una mossa che conferma l'attaccamento del Leone a un segmento che rischia di diventare una riserva naturale. Lo sguardo cambia. Il frontale della 308 MY2026 è il punto in cui ci si accorge subito della novità: fari sdoppiati, con luci diurne in alto e anabbaglianti/abbaglianti spostati più in basso. Una firma luminosa più moderna, accompagnata dal logo illuminato - dettaglio scenico tanto di moda ultimamente - e da una sequenza di Led che unisce visivamente la parte alta. La calandra, in tinta con la carrozzeria e a effetto tridimensionale, completa il quadro. Dietro, Peugeot ha preferito non toccare troppo: la grafica 3D dei fari, prima optional, diventa ora di serie per tutte. Dentro non cambia. Se cercate rivoluzioni, non le troverete nell'abitacolo. E forse è un bene: la 308 conferma il buon livello di qualità percepita, con materiali come alluminio e Alcantara che restituiscono un'impressione solida e curata. La grafica del quadro strumenti digitale è stata aggiornata, ma tutto il posto guida resta fedele alla filosofia del marchio: volante compatto, strumentazione alta, praticamente un head-up display. Una scelta divisiva? Forse. Ma che da anni è il segno distintivo della Casa. Wagon o berlina, fate voi. La 308 rimane disponibile in due versioni: la berlina 5 porte e la station wagon. Quest'ultima si distingue per un bagagliaio molto sfruttabile - che fa la felicità dei papà - da 598 a 1.487 litri: numeri che la proiettano tra le più capienti della categoria. A livello estetico, poi, debutta un Blu Ingaro per la wagon e un Blu Lagoa per la berlina, oltre a cerchi di lega ridisegnati da 17 e 18 pollici. I motori. L'offerta di propulsori è ampia e va incontro alle esigenze più disparate.Benzina mild hybrid: il tre cilindri turbo 1.2 da 145 CV, abbinato al cambio automatico a sei marce. Plug-in hybrid: 195 CV complessivi, grazie all'1.6 turbo da 150 CV e al motore elettrico; batteria da 17,2 kWh, autonomia elettrica di 85 km nel ciclo Wltp (20 in più rispetto a prima). Nuovo il cambio a doppia frizione in luogo del precedente con convertitore di coppia.Diesel: il sempreverde 1.5 da 131 CV e 300 Nm, con cambio automatico a 8 rapporti, preferito da chi macina chilometri.Elettrica: 156 CV, batteria da 58,4 kWh (55,4 netti), autonomia fino a 450 km nel ciclo Wltp (+34 km rispetto al MY precedente). Interessante la funzione V2L, che permette di alimentare dispositivi esterni utile, per esempio, se volete ricaricare la bici elettrica direttamente dall'auto. Da segnalare che il baule perde qualche litro: da 412 delle versioni termiche si scende a 361. Gli allestimenti. Cinque i livelli previsti: Style, Allure, GT, Business e la nuova GT Exclusive. La Peugeot non ha ancora diffuso i prezzi aggiornati, ma l'annuncio arriverà a breve.
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Formula 1 - Cadillac ha scelto Bottas e Perez
La Cadillac ha finalmente ufficializzato la propria formazione di piloti per il debutto in Formula 1. Il team americano punta sull'esperienza di Valtteri Bottas e Sergio Perez. Due firme su contratti pluriennali (per entrambi, si parla di un biennale) che raccontano una strategia chiara: nel primo anno, quando tutto è nuovo e l'errore costa doppio, meglio appoggiarsi a piloti solidi, col metodo e affidabilità di chi conosce il mestiere. In un mercato piloti che negli ultimi anni ha premiato tanto il potenziale quanto altri aspetti un po' più secondari, la Cadillac ha scelto l'opzione più razionale: due piloti esperti che conoscono i circuiti, le gomme, i rivali, e che sanno cosa serve per far diventare una macchina competitiva.Una scelta concreta. Niente scommesse esotiche, nessun colpo di teatro: la Cadillac entra nel circus dalla porta principale, affidandosi a un tandem che somma oltre 500 GP. Bottas porta in dote 13 stagioni disputate, 10 vittorie, 67 podi e 20 pole; Perez risponde con 14 campionati, 6 vittorie, 39 podi e 3 pole. Numeri che diventano un'assicurazione quando si tratta di costruire procedure, linguaggi e priorità di sviluppo attorno a una squadra totalmente nuova. Il ragionamento è lineare: nel 2026 cambiano i regolamenti, cambiano i processi, cambia il perimetro tecnico. Prima ancora di inseguire il cronometro, bisogna far funzionare la macchina-squadra: correlazione tra factory e pista, affidabilità operativa ai box, gestione dei run-plan nei test, comunicazione limpida tra muretto e piloti. Lì, l'esperienza paga sempre.Perché Bottas. Il finlandese ha fatto una scelta coraggiosa quando, a fine 2024, ha accettato di rientrare in Mercedes come terzo pilota pur di restare nel giro. Una mossa che gli ha tenuto aperta la porta al momento giusto. Il legame con Graeme Lowdon oggi team principal Cadillac, in passato manager di Zhou Guanyu ai tempi della convivenza in Sauber ha fatto il resto: referenze solide, conoscenza diretta del metodo di lavoro, fiducia reciproca. Bottas è il profilo perfetto per impostare direzione tecnica e priorità senza isterie: sensibile nelle valutazioni, lineare nel feedback, poco incline ai voli pindarici.Perché Perez. Il ritorno di Checo sorprende meno di quanto sembri. L'epilogo in Red Bull, segnato dal periodo più grigio della sua carriera, sembrava avere chiuso il cerchio. E invece la distanza dal paddock ha rimescolato le carte: nuova motivazione, voglia di rimettersi in gioco, nessuna paura di ripartire dal basso. Perez sa gestire gomma e gara, conosce bene le dinamiche di sviluppo e soprattutto sa stare dentro un progetto, anche quando le luci non sono tutte per lui. In una fase in cui l'obiettivo è mettere mattoni, non lucidarli, è un valore. Anche sotto il profilo commerciale, Sergio è un pezzo da novanta e, ovviamente, è qualcosa che in Cadillac hanno tenuto fortemente in considerazione.La road-map: Silverstone, procedure e test. La Cadillac ha da tempo impostato il proprio piano operativo dalla base europea di Silverstone. Per oliare l'ingranaggio ha messo le mani su una Ferrari SF-23, utile come mule-car per simulare giornate complete di lavoro: dalle routine d'apertura box ai check di attrezzature e logistica, fino alle prove di pit-stop ripetute in loop. Lowdon, su questo, è stato chiaro: l'autunno servirà a trasformare l'organizzazione su carta in una squadra che funziona veramente. Ora che anche i piloti sono stati ufficializzati, si può cominciare a lavorare a pieno ritmo.Cosa aspettarsi nel 2026. Realismo prima di tutto. probabile che, all'inizio, la Cadillac si giochi le posizioni di coda. Ma è proprio lì che l'esperienza diventa leva: limitare gli errori, capitalizzare ogni finestra utile, sfruttare le gare pazze e, soprattutto, accelerare la curva d'apprendimento tra una sessione e l'altra. Il cronometro, in questi casi, è un effetto collaterale del lavoro fatto bene.
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Bosch - L'AI rende la guida assistita più sicura e confortevole
L'intelligenza artificiale che comprende il linguaggio naturale ora impara anche a guidare. Bosch e Cariad, la disivione informatica di Volkswagen, hanno annunciato l'intensificazione della loro Automated Driving Alliance per sviluppare sistemi di guida assistita di livello 2 e 3 basati interamente sull'AI. Il software copre l'intera catena tecnologica: dal riconoscimento di oggetti alla fusione dei dati di telecamere e radar, fino al controllo automatico di motore, sterzo e freni. Come i modelli linguistici analizzano testi complessi, il nuovo stack AI interpreta scenari di traffico urbano e anticipa il comportamento degli altri utenti della strada. Già all'opera. I test sono già in corso su ID.Buzz e Audi Q8 in Europa, America e Asia. Centinaia di veicoli prova raccoglieranno dati per addestrare quotidianamente il sistema, con aggiornamenti software multipli al giorno. L'obiettivo è arrivare alla produzione di serie entro metà 2026. Il Gruppo Volkswagen integrerà le funzioni nella sua nuova architettura software, mentre Bosch le renderà disponibili anche ad altri costruttori. Una strategia che punta a democratizzare la guida autonoma, rendendola accessibile dalle auto di massa a quelle premium.
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Smartphone e guida - Ministro turco si filma mentre vola a 225 km/h col limite di 140
La moda di riprendersi con lo smartphone alla guida viaggiando in auto a velocità elevate si diffonde anche fra le persone mature, incluse quelle che dovrebbero essere di esempio: è il caso del ministro dei Trasporti turco Abdulkadir Uraloglu, che si è prima filmato mentre volava a 225 km/h col limite di 140 sull'autostrada Ankara-Nigde, e poi ha persino pubblicato il filmato sui social. Proprio così, come un adolescente. Visionate le immagini, in cui il tachimetro è la prova dell'infrazione, le autorità hanno appioppato una multa di 9.267 lire turche (circa 195 euro) al titolare del dicastero. Che, fra l'altro, era al volante mentre ascoltava musica folk mischiata con estratti di un discorso del presidente Recep Tayyip Erdogan sulle infrastrutture governative. Sommerso da critiche nelle varie piattaforme online, Uraloglu ha condiviso la foto del verbale, scusandosi e promettendo di non ripetere la violazione. Il caso italiano (diverso). Negli ultimi giorni, stavolta in Italia, un altro polverone ha riguardato Vittorio Codeluppi, presidente della Società Acqua Lodigiana. Il top manager dell'azienda pubblica si è ripreso con lo smartphone mentre il 15 agosto spingeva la sua Porsche a 260 km/h su un tratto delle autostrade tedesche senza limite di velocità, per poi pubblicare tutto nei social. L'autore del filmato sostiene di aver utilizzato in modo corretto il cellulare, appeso al collo, e non in mano. meglio saperlo. Senza voler fare la morale a nessuno, pare opportuno fornire un paio di informazioni per stare alla larga dai guai. In Italia, il Codice della strada vieta di guidare impugnando il telefonino. Il principio ispiratore, tuttavia, è che non si debba mai mettere in pericolo la sicurezza: altrimenti, se le Forze dell'ordine valutano che un certo comportamento rappresenta un rischio, possono sanzionare il conducente. In quanto alle autostrade tedesche, grosso modo un quarto delle Autobahn ha limiti indicati da cartelli, mentre molti tratti presentano solo la velocità consigliata di 130 km/h. Occhio, però: chi, superando quel tetto suggerito, provoca un incidente può essere ritenuto in parte o del tutto responsabile dei danni sotto il profilo civile e penale.
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DR Automobiles - Più risorse per Macchia d'Isernia
Non più 50 milioni di euro come annunciato a luglio, ma 70 milioni: a tanto sale l'investimento della DR nel polo molisano di Macchia d'Isernia, che prevede la costruzione di impianti da cui usciranno nuovi modelli, con almeno 300 assunzioni. Intanto, sono partiti i lavori di ammodernamento del sito laziale della Saxa Gres di Anagni, nel Frusinate, che produceva gres porcellanato e che sarà ora destinato ad alcune delle attività del gruppo.
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Gruppo Hyundai - Nuovi investimenti negli Usa per 26 miliardi di dollari
Il gruppo Hyundai ha annunciato un piano di investimenti triennale da 26 miliardi di dollari negli Stati Uniti: l'obiettivo, spiega la Casa coreana in una nota, è arrivare entro il 2028 ad ampliare le attività in settori strategici come l'acciaio, la robotica e l'automobile. Questo investimento, che aggiunge ulteriori 5 miliardi di dollari ai 21 già annunciati lo scorso marzo, sottolinea l'incondizionato impegno nei confronti dell'economia americana, e il suo ruolo come partner fidato nella ricerca dell'innovazione, della sostenibilità e della prosperità a lungo termine. I punti chiave. Tra gli obiettivi concreti indicati nel piano c'è la creazione di un nuovo impianto produttivo per l'acciaio in Louisiana e l'apertura di un hub per la robotica (la Hyundai ha già acquisito la Boston Dynamics) con un centro di design, ricerca, sviluppo e una produzione stimata in circa 30 mila unità annue. Per quanto riguarda l'automobile, il piano prevede l'ampliamento della capacità produttiva sia per la Hyundai che per la Kia, così da rispondere alle esigenze dei consumatori americani con maggior efficienza e rapidità. Con queste iniziative il gruppo Hyundai punta alla creazione di circa 25 mila posti di lavoro entro i prossimi quattro anni.
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Mercedes-Benz - Il fondo pensione della Stella cede tutte le azioni Nissan
Il fondo pensione della Mercedes-Benz ha venduto l'intera partecipazione azionaria nella Nissan (acquisita nel 2016), per un valore complessivo di 47,83 miliardi di yen, pari a circa 280 milioni di euro. Lo riferisce una fonte all'agenzia di stampa Reuters. La Mercedes è il secondo più grande azionista della Nissan; i titoli venduti nei giorni scorsi rappresentano il 3,8% della sua quota complessiva. In seguito alla notizia, le azioni della Casa giapponese hanno ceduto il 6%. Secondo un portavoce della Mercedes, la vendita non avrebbe valenza strategica e rientrerebbe "in un'operazione di semplificazione del portafoglio. Fase difficile. La Nissan sta attraversando un periodo complicato, con cali nelle vendite sui mercati americani e cinesi, e perdite per oltre 450 milioni di euro nell'ultimo trimestre. Ad aprile è stato nominato un nuovo ceo, Ivan Espinosa, che ha immediatamente avviato un imponente piano di rilancio e ristrutturazione dell'azienda, che prevede entro l'anno fiscale 2027 il taglio della capacità produttiva da 3,5 a 2,5 milioni di veicoli all'anno, nonché la riduzione degli impianti produttivi da 17 a 10.
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Caselani 616 N - Un Ducato retrò per il lavoro e il camping
David Obendorfer ha colpito ancora. Dopo il restyling in chiave retrò dei furgoni Citroën, ecco un'altra operazione nostalgia ispirata a un'icona del passato, sempre opera della cremonese Carrosserie Caselani: i Fiat 615 e 616. Gli originali sono stati in produzione dal 1950 al 1966, con tre calandre diverse che si sono succedute sui 615 N, 615 N1 e 616 N e uno stesso corpo principale dalle linee tondeggianti ispirate all'estetica americana di quegli anni. Basati su un telaio a longheroni (sono infatti considerati gli antesignani dell'Iveco Daily), erano disponibili come telai da allestire, cabinati e furgoni. Questi ultimi si distinguevano per un rilievo che proseguiva sulla fiancata quello dei parafanghi anteriori, fino a sfumare quasi completamente nella fiancata per poi riprendere subito dopo con il passaruota posteriore. Il rilievo, che ha spesso ispirato livree bicolori, è uno degli elementi ripresi da Obendorfer per la sua nuova creazione, che, come il precedente Type H ispirato all'omonimo Citroën, parte dal furgone grande della gamma Stellantis Pro One - in questo caso il Fiat Ducato. Ricco di citazioni. Altro elemento iconico che ritorna dal passato è la mascherina a listelli orizzontali ispirata a quella della prima serie del 615, uscita nel 1950. Il cofano riprende quello dei modelli Fiat originali con la nervatura centrale, pur con proporzioni completamente diverse: sui modelli anni 50 era lungo e stretto, qui si sviluppa in larghezza. Parabrezza e porte, ben dissimulati dai nuovi elementi e da quelli applicati, sono quelli d'origine. Variato anche il portellone posteriore, con un rilievo che ricorda la silhouette originale di furgoni Fiat e i due piccoli finestrini, anch'essi una citazione. La sfida maggiore, spiega il designer, è stata fondere le linee morbide dei 615 e 616 con l'impostazione squadrata e modulare dei van di oggi. Anteprima a Düsseldorf. Come i precedenti, il kit per la trasformazione è composto di pannelli in vetroresina che si applicano agli elementi portanti del veicolo originale, a complemento o in sostituzione dei lamierati esterni di fabbrica. I gruppi ottici arrivano da Mopar, Hella e Giantlights. I primi due Caselani 616 N hanno debuttato al Salone del camper di Düsseldorf, allestiti dalla Randger (gruppo Trigano) con i suoi modelli R550 e R602. La trasformazione è prevista anche per il Ducato cabinato; si prevede che oltre a i furgoni saranno richiesti soprattutto i food truck e i carri attrezzi (ovviamente destinati al trasporto di auto d'alta gamma). Come già i Type H, infatti, le trasformazioni Caselani non sono prodotti di largo consumo, ma realizzazioni di nicchia pensate per chi desidera un veicolo-immagine per la propria azienda, in grado di abbinare un'estetica accattivante a un forte richiamo alle icone del design del passato.
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Hyundai - Una concept car per Monaco
La Hyundai presenterà una nuova concept car all'IAA Mobility 2025 di Monaco, che si svolgerà dal 9 al 14 settembre nella città tedesca. L'auto, di cui sono stati pubblicati alcuni bozzetti, anticipa il nuovo corso stilistico della Casa coreana: nei prossimi giorni verranno distribuite altre immagini con nuovi dettagli. Primi indizi. Le immagini appena pubblicate dalla Hyundai lasciano comunque intravedere alcuni elementi di interesse: i sottilissimi gruppi ottici a Led che corrono a tutta larghezza, le nervature lungo il cofano e la grande presa d'aria anteriore (con piccoli elementi quadrati al suo interno), le pronunciate protezioni per i passaruota che si ritrovano anche al posteriore. Dietro si intravedono la linea discendente del tetto, che richiama quella della Ioniq 6, e un ampio e pronunciato spoiler, sotto il quale corre una sottile linea a Led.
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Nissan - La R-35 va in pensione. La sigla GT-R no
La Nissan ha prodotto l'ultimo esemplare della GT-R, la sportiva che ha debuttato nel 2007: si tratta di una Premium Edition T-Spec con carrozzeria in tinta Midnight Purple, destinata a un cliente giapponese. In questi 18 anni lo stabilimento di Tochigi, a un centinaio di chilometri da Tokyo, ha prodotto circa 48.000 esemplari della vettura. Sempre più potente. Nel cofano della R35 c'è un V6 biturbo, abbinato a un doppia frizione a sei rapporti e alla trazione integrale. Al debutto il motore erogava 353 kW (480 CV), passati a 419 kW (570 CV) per il Model Year 2017 e a 441 (600 CV) per le versioni Nismo. All'interno del vano motore, come sempre, accanto al numero di telaio trova posto una targhetta in alluminio con il nome del meccanico che ha montato il propulsore. Non è un addio. La R35 va dunque in pensione, ma non la sua sigla: la Nissan, infatti, ribadisce il suo impegno verso il nome GT-R, con l'idea di reinterpretarlo per una nuova generazione sfruttando quanto appreso con questo modello. Dopo 18 anni indimenticabili, la R35 GT-R ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'automobile, ha commentato Ivan Espinosa, ceo della Nissan. Ai tanti fan della GT-R in tutto il mondo voglio dire che non si tratta di un addio: il nostro obiettivo è far sì che il nome GT-R possa ritornare. Le aspettative sono alte e sappiamo che il badge GT-R non è qualcosa che si può appiccicare a un'auto qualsiasi. riservato a qualcosa di speciale, e la R35 ha definito degli standard molto elevati. Vi chiediamo pazienza. Non abbiamo un piano preciso al momento, ma la GT-R evolverà e emergerà nuovamente in futuro.
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Renault Kiger - La Suv per l'India si aggiorna
La Renault ha presentato il restyling della Kiger, Suv compatta lanciata sul mercato indiano nel 2021: le novità introdotte riguardano principalmente il design e la dotazione tecnologica di bordo, volta ad aumentare la sicurezza durante la guida. Anche in India il segmento delle Suv compatte è il più agguerrito del mercato: rappresenta il 50% delle vendite di vetture a ruote alte e il 31% del totale. Look più moderno. Disponibile in quattro allestimenti (Authentic, Evolution, Techno ed Emotion), la Renault Kiger cambia innanzitutto nel frontale, con la calandra più sottile che collega i gruppi ottici su due livelli, e il nuovo disegno dei paraurti con protezioni più imponenti, tanto davanti quanto dietro. Con il restyling debutta anche la nuova tinta Oasis Yellow che vedete in queste immagini. Più spazio per tutti. Il cofano motore è stato riprogettato per offrire più spazio a bordo, per chi siede dietro e per i bagagli. All'interno diventano di serie i sedili anteriori ventilati, rivestiti in similpelle chiara, e arrivano le bocchette di aerazione per i passeggeri posteriori. Della dotazione fanno parte la connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto, la telecamera multiview e i sensori di luci e pioggia. Benzina, E20 e metano. Due le motorizzazioni in gamma, entrambe compatibili con il carburante E20: un motore turbo da 100 CV e 160 Nm di coppia, oppure un aspirato da 72 CV e 96 Nm, disponibile anche in versione bifuel a metano. Su entrambi è possibile avere il cambio manuale a cinque rapporti, l'automatico Easy-R oppure la trasmissione a variazione X-Tronic con tecnologia D-Step, che elimina l'effetto scooter tipico di queste soluzioni. Per quanto riguarda la sicurezza, la Kiger offre di serie sei airbag (frontali, laterali e a tendina), Esp, controllo di trazione, hill control e ganci Isofix per i seggiolini.
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Stellantis - A Termoli un altro anno di contratti di solidarietà
Un altro anno di contratti di solidarietà nello stabilimento Stellantis di Termoli, dal 1 settembre 2025 al 31 agosto 2026, dopo i primi sei mesi poi prorogati di altri sei: l'accordo tra direzione e sindacati (Uilm, Fiom-Cgil e Fim-Cisl) riguarda 1.823 dipendenti del sito molisano. Le sigle parlano di strumento difensivo in un contesto del settore automotive molto difficile per le note ragioni, ossia domanda debole, transizione ecologica lenta, dazi Usa. Per 12 mesi, Termoli potrà lavorare a orario ridotto, se necessario tagliando fino all'80% il monte ore complessivo del periodo: in base agli ordini, è possibile che il personale sia sospeso a rotazione per fasi, reparti e settimane. L'intesa sostituisce lo schema scaduto, più ristretto, che interessava 900 persone.La solidarietà. Il contratto di solidarietà è un ammortizzatore sociale: per le ore non lavorate interviene la cassa integrazione con copertura parziale dello stipendio. Nessun licenziamento, in attesa che la tempesta passi. Intanto, però, la spesa a carico dello Stato aumenta, coi fondi a disposizione che scarseggiano.Le incognite. In parallelo alla crisi di volumi di tutti i poli produttivi del gruppo, pesano i problemi di saturazione delle fabbriche di motori a benzina come Termoli, con l'addio al reparto Fire, mentre il propulsore Gse è in affanno per il crollo della domanda della Panda, dice la Fiom-Cgil, col 16V fermo da giugno e i lavoratori spostati sul Gme. Che vive un picco momentaneo, destinato a calare con l'avvio delle produzioni negli stabilimenti Usa. Se il V6 procede senza rilanci, il nuovo cambio eDct per le ibride arriverà solo a fine 2026, con la piena produzione rinviata al 2027.Niente soldi per la Gigafactory. Nessuno azzarda previsioni sulla Gigafactory molisana, idea nata nel 2022. Per l'incertezza sui tempi di realizzazione, nel 2024 il ministero delle Imprese ha dirottato altrove i due miliardi euro di fondi del Pnrr inizialmente destinati alla futura fabbrica di batterie Acc (Automotive Cells Company, joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies), mettendo in standby il progetto. I sindacati auspicano quindi che siano rafforzate le produzioni dei motori, chiedendo di incontrare il nuovo amministratore delegato Antonio Filosa (in carica da giugno), e invocando un tavolo col governo per discutere del futuro dell'impianto.
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Volkswagen - La ID.2X si prepara per Monaco
All'IAA Mobility 2025 la Volkswagen presenterà una showcar che anticipa le linee di una nuova Suv elettrica compatta, delle dimensioni di una T-Cross per intenderci, che si andrà ad aggiungere alla famiglia di piccole Bev accessibili del gruppo tedesco, capitanate dalla ID.2 e dalla Cupra Raval. la ID.2X. La Volkswagen non ha ancora dato un nome alla showcar, ma con ogni probabilità si tratta della ID.2X anticipata a febbraio e di cui vi riproponiamo la nostra ricostruzione. La showcar dell'IAA completa la mobilità entry-level di Volkswagen per l'Europa, spiega Kai Grünitz, membro del Cda del gruppo di Wolfsburg. In termini di design, qualità, funzionalità e spazio, la vettura stabilisce nuovi standard nella sua categoria. Si tratta di una prospettiva concreta su un veicolo elettrico nella classe della T-Cross. L'auto sarà lanciata sul mercato già nel 2026. Gli altri appuntamenti. Accanto alla crossover elettrica e alle piccole Bev, la Volkswagen porterà a Monaco anche la nuova T-Roc (anticipata da una serie di immagini e bozzetti pubblicati in questi giorni), la serie speciale ID.3 GTX Fire+Ice, un'esposizione dedicata al mezzo secolo della Golf GTI (già celebrata con la Edition 50 da 325 CV) e un simulatore di corse.
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Volkswagen - I bozzetti della nuova T-Roc
Dopo la prima immagine, circolata nei giorni scorsi, la Volkswagen ha pubblicato due bozzetti che anticipano le linee filanti e slanciate della nuova T-Roc. La seconda generazione della Suv tedesca verrà svelata durante il prossimo IAA Mobility di Monaco, dove Wolfsburg presenterà anche le sue nuove elettriche, la ID.2 e la Cupra Raval. Cambia (quasi) tutto. Lo stile della nuova T-Roc rompe decisamente con il passato, a cominciare dai gruppi ottici più sottili (visibili anche nelle foto del prototipo camuffato pubblicate sui profili social della Casa tedesca), tanto all'anteriore quanto al posteriore. Sia davanti che dietro il logo centrale è illuminato, collegato ai fari da una sottile striscia a Led che corre a tutta larghezza. Rimangono, come elementi stilistici ereditati dal modello attualmente in gamma, il taglio caratteristico dei passaruota posteriori e il montante posteriore triangolare, reso più sottile. Massiccia e aggressiva (almeno nei bozzetti) la griglia anteriore, che con ogni probabilità andrà a caratterizzare gli allestimenti e le versioni più sportive. Si intravede qualcosa. Distribuite con il contagocce le informazioni sugli interni: in un brevissimo video si intravede il tessuto che riveste la parte superiore della plancia, con le bocchette dell'aria nascoste nella parte centrale, il nuovo comando per lo sblocco delle portiere e l'illuminazione ambientale con elementi a pallini. Maggiori dettagli (e teaser) saranno sicuramente diffusi nei prossimi giorni. Arrivano i motori ibridi. Per quanto riguarda le motorizzazioni, sappiamo che la nuova Volkswagen T-Roc sarà realizzata sulla piattaforma Mqb Evo con passo allungato, che porterà a un incremento nelle dimensioni della Suv tedesca nonché powertrain elettrificati, mild e plug-in. La gamma attuale prevede solo motorizzazioni termiche, che potrebbero essere mantenute anche sulla nuova generazione.
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Mercedes-Benz - La Classe S 'griffata' Maybach
Insieme ai prototipi del restyling della Classe S, la Mercedes-Benz sta collaudando anche la variante aggiornata della sorella firmata Maybach. Si tratta del punto più alto della gamma della Casa tedesca, con soluzioni tecniche, stilistiche e di finitura esclusive per una nicchia di clienti alla ricerca del lusso. Passo lungo e loghi nascosti. Che si tratti di una Mercedes-Maybach e non di una qualunque Classe S si può dedurre da numerosi particolari, primo fra tutti il logo protetto da una piccola pellicola sul montante posteriore. Non sfugge all'obiettivo il passo allungato con la portiera posteriore più grande, mentre i cerchi di lega sono probabilmente stati prelevati da un modello meno prestigioso per non dare nell'occhio. Le altre modifiche sono quelle che ritroveremo anche sulle altre versioni dell'ammiraglia, ovvero i nuovi gruppi ottici anteriori e posteriori con logo della stella a tre punte e paraurti ridisegnati. L'unica col V12. Il capitolo powertrain è un altro elemento distintivo della Maybach: i terminali di scarico cromati e sdoppiati all'interno dovrebbero infatti essere la conferma della presenza del V12 6.0 biturbo da 612 CV, che la Maybach S 680 propone in esclusiva. Per avere la stessa potenza le altre S devono ricorrere al V8 di 4.0 litri AMG, mentre non sembra rientrare nei piani della Casa abbinare, almeno per ora, la tecnologia plug-in hybrid allo stile Maybach.
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Alfa Romeo Tonale - I test del restyling con l'ibrido plug-in
Proseguono i test su strada del restyling dell'Alfa Romeo Tonale, atteso nel 2026, a quattro anni dal debutto. Come si vede dalle foto spia del prototipo pizzicato su strada nei giorni scorsi, le novità si concentreranno principalmente nel frontale e al posteriore. previsto anche un nuovo disegno dei cerchi di lega, al momento nascosti alla vista, e non sono da escludere nemmeno interventi dentro il cofano. Look più aggressivo. All'esterno cambia il disegno dei paraurti anteriori, con prese d'aria più grandi rispetto al modello attuale, divise in due elementi separati che confluiscono verso il centro. Nessuna novità (almeno su questo esemplare) per i gruppi ottici e il trilobo Alfa Romeo, che però potrebbe raccogliere le soluzioni viste anche sulla Junior, con disegni diversi in base alla motorizzazione. Le camuffature si estendono anche alle minigonne laterali e al paraurti posteriore, dove si vedono chiaramente i due terminali di scarico: la versione fotografata è l'ibrida plug-in. Per il resto c'è ancora da aspettare. In queste foto spia non si vedono gli interni, che potrebbero introdurre materiali affinati e miglioramenti tecnologici, con schermi di maggiori dimensioni e aiuti alla guida più evoluti. Per quanto riguarda le motorizzazioni, al momento non sono state annunciate novità: oltre alla Phev da 280 CV di queste immagini, la gamma prevede la Tonale mild hybrid da 131 e 160 CV e la turbodiesel da 131 CV.
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Skoda Vision O - Primo, fugace sguardo agli interni
A pochi giorni dall'inizio dell'IAA Mobility 2025, che prenderà il via il prossimo 9 settembre a Monaco, la Skoda pubblica un breve video in cui si intravedono gli interni della Vision O, la station wagon su cui debutterà la nuova fase del linguaggio Modern Solid, destinata ad anticipare lo stile delle prossime familiari di Mladá Boleslav. Sarà soprattutto spaziosa. La Skoda Vision O avrà interni innanzitutto spaziosi (come si vede dal grande tetto panoramico), con un design ergonomico che punta a praticità e comfort per i passeggeri. Lo stile minimalista si contraddistingue per le linee semplici, capaci di regalare sensazioni di calma e sicurezza. I comandi, semplici e intuitivi, sono pensati per semplificare l'esperienza di guida: ne è un'anticipazione la rotella in cristallo al centro della console, accanto al tasto a sfioramento dell'hazard. Materiali sostenibili. Accanto a soluzioni pratiche che puntano all'uso intelligente dello spazio, che da sempre caratterizzano i modelli della Skoda, sulla Vision O troveranno posto materiali sostenibili, realizzati secondo i principi dell'economia circolare, con componenti provenienti dalle piante e compostabili, tra cui quelli utilizzati per i poggiatesta anteriori cavi, realizzati con la stampa 3D. La Skoda Vision O verrà presentata in anteprima mondiale a Monaco il prossimo 8 settembre, anche sul canale YouTube ufficiale del costruttore.
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DKV Mobility - Un box per il pedaggio in 4G
Sarà disponibile dal prossimo ottobre il DKV Box Europe 4G, sistema di bordo per il pagamento dei pedaggi destinato ai veicoli con peso totale superiore a 3,5 tonnellate e caratterizzato dalla tecnologia 4G. L'abbandono del 2G è infatti ormai prossimo in alcuni Paesi, come la Svizzera, che dal 2026 si affiderà a una nuova rete supportata appunto dal 4G, mentre Belgio, Francia, Germania, Norvegia e Paesi Bassi hanno già annunciato la transizione entro il 2030. Fra le caratteristiche del Box Europe 4G, il display a colori, l'accesso con un solo clic ai sottomenu per configurare il numero di assi e il peso del veicolo, la funzionalità plug and play per una rapida sostituzione con il dispositivo precedente utilizzandone lo stesso cavo, il funzionamento indipendente dal collegamento allo smartphone e l'utilizzo della comunicazione Dsrc (Dedicated short range communication) e Gnss (Global navigation satellite system) per adattarsi ai sistemi, a corto raggio o satellitari, impiegati nei vari Paesi. Il nuovo box, che può essere aggiornato over-the-air con nuove funzionalità, supporta 18 domini a pedaggio in 15 Paesi europei (oltre all'Italia, fra gli altri, Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ungheria, oltre a diversi ponti e tunnel.
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