Giannini Spettacolo - Una 500 da 280 km/h

4 Ruote - Mag 09,2024

250 CV, 280 km/h di velocità massima e uno scatto sullo 0-100 in 5 secondi. Con questi (e altri) numeri si presenta al pubblico la nuova Spettacolo, l'ultima creazione di Giannini, storico preparatore e carrozzerie romano. E proprio nell'atelier della ditta capitolina, dove ha anche sede il museo della Casa, ha avuto luogo la presentazione di questa vettura.

Prodotta in Piemonte. L'auto nasce dalla collaborazione tra l'azienda romana e la società Impero di Fabrizio Grandi, licenziataria di Giannini, sfruttando il know-how del Gruppo Maestri: la ditta piemontese realizzerà ogni esemplare di quest'auto nell'ex stabilimento Pininfarina, al confine tra Torino e Grugliasco. Solo 200 le unità previste, tutte omologate come one-off, oltre all'esemplare 0 mostrato ai giornalisti.

Per pochi. Come sottolineato nel corso della presentazione, l'auto è stata concepita in tre possibili declinazioni (elegante, sportiva e race), pensando soprattutto per chi ha già una supercar in garage, come dimostra il suo prezzo di partenza di ben 133 mila euro. Del resto, parliamo di una profonda rivisitazione della moderna 500 (termica) a marchio Abarth.

Più potente. Il suo motore T-Jet da 1.4 litri, come accennavamo in apertura, eroga qui 250 CV e 360 Nm. Specifici interventi sono stati effettuati su turbina e intercooler e non manca una centralina realizzata ad hoc da Giannini per accelerare le cambiate della trasmissione MTA a cinque rapporti. Volendo, questa vettura è anche prevista in configurazione manuale.

Non passa inosservata. Rispetto alla donor car, Le carreggiate risultano più larghe complessivamente di 40 mm ed è difficile non notare le numerose elaborazioni di carrozzeria del veicolo, a cominciare dalle portiere a forbice e dai grandi scarichi d'ispirazione motociclistica. Le prese d'aria a griglia mostrano il parzialmente l'unità a quattro cilindri, mentre al posteriore si rinuncia al portellone per un'apertura a baule, come quella della 500C.

Copricerchi di carbonio. L'esemplare presentato mostra il curioso dettaglio dei copricerchi di carbonio da 18" su cerchi di lega anteriori da 17" (quelli posteriori sono da 18"). Come ha spiegato ai presenti Paolo Mancini, curatore del progetto, tali elementi, poggiando su una parte del pneumatico, ne assecondano la flessione in marcia, evitando di danneggiarlo.

Ritorno in pista. Anche all'interno non mancano le sorprese: oltre ai dettagli sartoriali griffati Giannini e con il nome della vettura (sedili rivestiti di pelle, battitacco e altri elementi), su questa vettura si segnala l'abbandono del classico divanetto posteriore delle 500 moderne: al loro posto si è scelto di utilizzare due gusci monoscocca di carbonio dal chiaro sapore racing. L'auto, d'altra parte, segna il ritorno di Giannini nelle competizioni, poiché parteciperà al campionato Time Attak Italia 2024 con il team Old School Garage.

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Tesla - La presidente Denholm ha venduto azioni per 50 milioni di dollari

4 Ruote - Mag 09,2024

La presidente di Tesla, Robyn Denholm, subentrata a Elon Musk al vertice del board nel 2018, ha venduto un pacchetto azionario del controvalore di 17,3 milioni di dollari. Lo ha rivelato un "filing" alla Sec, l'organo di controllo della Borsa americana, che ha ufficializzato così l'ennesimo "sell" della dirigente australiana sulle sue quote nella Casa di Palo Alto: dall'inizio dell'anno - periodo in cui il titolo ha segnato un pesante -28,44% al Nasdaq - Denholm ha ceduto azioni per un controvalore di oltre 50 milioni di dollari.

L'adesione al regolamento 10b5-1. Quello che potrebbe apparire come un subdolo disimpegno dall'azienda, tuttavia, ha una spiegazione tecnica ben precisa: Denholm ha semplicemente aderito, a partire dallo scorso ottobre, a un regolamento della Sec, noto con il codice di 10b5-1 (e in vigore dal 2000), che permette al top management delle aziende quotate di esercitare operazioni di vendita sui titoli per evitare accuse di insider trading. Con la tranche venduta lunedì, il programma di cessione di azioni Tesla concordato dalla presidente (281.116 pezzi, in totale) risulta a tutti gli effetti concluso: Denholm resta così in possesso del grosso delle sue quote (1,66 milioni di azioni a fine 2023).

I precedenti di Baglino e Wilson-Thompson. Il caso della presidente, tuttavia, resta sicuramente un fatto non isolato: avevano fatto notizia, nelle settimane scorse, le grosse cessioni effettuate da altri dirigenti della Tesla, prima fra tutte quella dell'ex senior vice president Drew Baglino, che aveva annunciato le sue dimissioni alla metà di aprile, vendendo subito dopo un pacchetto del controvalore di 181,5 milioni di dollari. Da ricordare anche il caso di Kathleen Wilson-Thompson, altro membro del board che come la presidente ha aderito (a febbraio del 2024) al programma 10b5-1, concordando un'analoga cessione di 280 mila azioni Tesla entro febbraio 2025.

L'ultima (pesante) trimestrale. La flessione del titolo in borsa, che fa da sfondo a queste ultime notizie, sembra del resto rispecchiare un trend ormai consolidato, che riflette i timori dei mercati riguardo la crescita dei concorrenti del marchio statunitense, l'indebolimento della domanda e dei ricavi (-9%, a 21,3 miliardi di dollari nel primo trimestre di quest'anno) e, soprattutto, le preoccupazioni riguardo la capacità dell'azienda di generare utili (-55% il risultato netto, a 1,13 miliardi, nello stesso periodo).

La replica di Musk. Come sempre, alle perplessità sui conti, Elon Musk ha replicato da par suo, concentrando l'attenzione su nuovi progetti futuribili, come dovrebbero essere quello del robotaxi e quello - ancora più ambizioso - dei robot umanoidi da impiegare in fabbrica. Rivolgendosi direttamente agli operatori che negoziano sui mercati, l'ad ha rilanciato la sua sfida: "Se qualcuno non crede che Tesla risolverà il problema dell'automazione, non dovrebbe investire nell'azienda".

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Rapporto Aniasa - Il lungo termine traina il pay-per-use

4 Ruote - Mag 09,2024

Corre il lungo termine, in salute il breve termine, soffre il car sharing. Questa, in estrema sintesi, la fotografia dell'autonoleggio in Italia - un'attività che vale 14 miliardi di euro di fatturato e che ogni giorno mette su strada 1,3 milioni di veicoli - scattata dall'Aniasa, l'associazione delle imprese del settore e del digital automotive. Vediamo i numeri del 2023 e del primo quadrimestre 2024, illustrati il 9 maggio a Milano dal presidente del sodalizio Alberto Viano.

Effetto incentivi. Sono tutti estremamente positivi i principali indicatori del 2023, con il fatturato - compreso quello da rivendita dell'usato - salito del 12,9% rispetto al 2022 a 10,6 miliardi di euro, una flotta circolante al 31 dicembre cresciuta dell'8% a 1,217 milioni di veicoli, immatricolazioni aumentate del 23,6% a 438 mila veicoli, di cui 82 mila green, ossia elettrici e ibridi full o plug-in, e una quota Nlt sul totale immatricolato che l'anno scorso ha raggiunto il 24%. Alla fine del 2023, i clienti del long term rent erano circa 254 mila, di cui 90 mila aziende, 3 mila amministrazioni pubbliche e 161 mila privati (poco più di 90 mila con codice fiscale e poco più di 71 mila con partita Iva). Positivi anche i numeri del primo quarto 2024 (+14,6% il fatturato e +8,3% la flotta circolante), anche se nei primi tre mesi le immatricolazioni sono diminuite del 14,8% rispetto a un particolarmente brillante, va detto, primo trimestre 2023. Un calo che secondo Viano è attribuibile anche all'effetto annuncio degli incentivi 2024 - ai quali il noleggio potrà accedere al 100% rispetto ai bonus dimezzati del 2023 e dell'ultima parte del 2022 - che da qualche mese starebbe ritardando l'immissione degli ordini da parte dei clienti Nlt.

Rac in ripresa. Complessivamente roseo, il 2023, anche per il rent a car (Rac), nel cui quadro riassuntivo c'è un solo dato in rosso, quello relativo alla durata media del noleggio, diminuita del 3,3% rispetto al 2022 (da 8,6 a 8,3 giorni). Tutti gli altri indicatori presentano variazioni positive: il fatturato totale è salito del 7,5%, i giorni di noleggio del 14,2%, il numero di noleggi del 5,3%, la flotta media del 12,6% e le immatricolazioni dell'8,2%. Nonostante ciò, il noleggio a breve non ha del tutto recuperato lo stato di salute pre-Covid. In particolare, risultano ancora inferiori al 2019 le immatricolazioni (-22,8%), il numero di noleggi (-18,9%) e i giorni di noleggio (-1,6%). La tendenza al recupero, però, sta proseguendo a buoni ritmi anche nel 2024. Nel primo trimestre, infatti, il fatturato è salito del 7%, i giorni di noleggio del 6,8%, il numero di noleggi del 5%, la flotta media del 3,5% e le immatricolazioni sono quasi raddoppiate (+92,4%).

Solo le metropoli condividono. Mentre l'autonoleggio cresce, il car sharing, sempre più concentrato a Roma e a Milano, continua a soffrire. I noleggi, 4,97 milioni, sono diminuiti nel 2023 di circa il 10% e sono sempre più lontani dai livelli pre-pandemia, quando erano più di 10 milioni. Cresce invece, anche se di poco, il numero di utenti attivi negli ultimi 6 mesi (+4%). Dopo 2 anni di calo, il 2023 registra una sostanziale stabilizzazione delle vetture medie in flotta a 3.500 unità (l'80% concentrato a Roma e Milano). Positiva, invece, la durata media del noleggio, passata da 77 a 95 minuti. Per sopravvivere al contesto di mercato il car sharing, spiega Aniasa, strizza l'occhio al rent-a-car, un trend che proietta l'offerta del comparto verso formule weekend o pluri-giornaliere.

Appello alla riforma fiscale. Infine, l'appello al governo. Va colta l'opportunità offerta dalla delega fiscale e dalla prossima legge di bilancio per riequilibrare finalmente la fiscalità sull'auto aziendale, ha detto Viano.In Italia su un'auto di costo pari a 30 mila euro le aziende possono scaricarne' 3.615, contro i 25mila della Germania, i 23mila della Spagna e i 18mila di Francia e Regno Unito. Secondo nostre stime, ha concluso, un graduale riequilibrio verso tali valori, almeno sulle nuove vetture elettriche, porterebbe a una significativa diffusione di queste nel parco nazionale (circa 500.000 nuove vetture alla spina in tre anni), oltretutto con un ritorno sull'investimento per l'Erario del 50%. Senza contare i vantaggi in termini di riduzione delle emissioni inquinanti e di sicurezza sulle nostre strade.

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Stati Uniti - Al vaglio lo stop alle auto connesse provenienti dalla Cina

4 Ruote - Mag 09,2024

Gli Stati Uniti potrebbero vietare l'importazione delle auto connesse provenienti dalla Cina. Lo ha dichiarato la segretaria al Commercio Gina Raimondo, a conclusione dell'indagine lanciata dalla Casa Bianca lo scorso febbraio. Un'inchiesta nata per capire se le auto cinesi importate possano rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale, dal momento che "raccolgono grandi quantità di dati sensibili sui conducenti e sui passeggeri, e utilizzano regolarmente sensori e telecamere per registrare informazioni dettagliate sull'infrastruttura degli Stati Uniti".

Le ipotesi sul tavolo. "Dobbiamo analizzare tutta la documentazione raccolta e decidere quali azioni vogliamo intraprendere", specifica la responsabile del Dipartimento del Commercio, senza però indicare una tempistica precisa. "Potremmo prendere provvedimenti estremi, ossia dire di no in toto a queste auto, o cercare una qualche forma di contenimento del problema". Già in passato la Raimondo aveva espresso preoccupazione per le informazioni raccolte dalle auto connesse provenienti da Pechino: "Raccolgono ingenti quantitativi di dati sui cittadini americani, chi sono, cosa dicono in macchina, quali sono le loro abitudini di guida. Questo tipo di minaccia va presa molto sul serio".

La risposta dei produttori. Le Case costruttrici, rispondendo al governo federale, hanno sottolineato le difficoltà nel rivedere la tecnologia legata alla connettività delle loro auto per alleviare le preoccupazioni. L'Alliance for Automotive Innovation, in ogni caso, si è detta disponibile a sviluppare un'infrastruttura per la tecnologia e i servizi connessi delle auto che possa risolvere il problema, senza trascurare però i costi di un'operazione di questo genere, che inevitabilmente finirebbero per ricadere sul consumatore.

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Formula 1 - Presentato il GP del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna

4 Ruote - Mag 09,2024

Presso la Sala Polifunzionale della Regione Emilia-Romagna a Bologna, si è svolta oggi la conferenza stampa che segna ufficialmente il ritorno del Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna., un evento particolarmente atteso per Imola dopo l'alluvione devastante dell'anno scorso che aveva costretto alla cancellazione della gara. La conferenza ha visto la partecipazione di figure chiave del settore automobilistico e politico, tra cui Galeazzo Bignami, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna; Stefano Domenicali, Presidente e Amministratore Delegato di Formula 1 e Matteo Lunelli, a capo di Ferrari Trento. Insieme, hanno illustrato non solo i dettagli del Gran Premio ma anche l'importanza dell'evento per la regione e per l'industria automobilistica italiana.

L'evento nella Motor Valley. Imola si prepara ad accogliere un evento di grande portata con entusiasmo e rinnovata energia. Sono stati effettuati significativi investimenti per migliorare l'infrastruttura cittadina e garantire un'accoglienza di primo livello ai circa 200.000 spettatori attesi per la prossima settimana. L'impegno dell'Emilia-Romagna verso il settore automobilistico è testimoniato dai dati impressionanti: la regione ospita 800 imprese e 25.000 addetti solo nel settore manifatturiero automobilistico, con un fatturato che supera i 15 miliardi di euro. La "Motor Valley" si conferma un punto di riferimento per l'auto e il motorsport con 13 musei specializzati, 18 collezioni private e 188 team sportivi.

 

Ricadute economiche importanti. Con una serie di eventi collaterali che vanno dalla cultura allo sport, il Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna si appresta a essere un evento indimenticabile, segnando così un momento di ripresa per una comunità che ha tanto da offrire sotto ogni punto di vista. Il Gran Premio non è solo una celebrazione dello sport ma anche un volano per l'economia locale, con un ritorno economico stimato che supera i 270 milioni di euro, a testimonianza di come l'evento di Formula 1 possa essere un catalizzatore di sviluppo e innovazione. Infine, l'orgoglio della città di Imola è stato sottolineato dal Sindaco Marco Panieri, che nel weekend del Gran Premio a Imola consegnerà le chiavi della città a Stefano Domenicali, rendendo omaggio al suo contributo all'industria e alla sua città natale.

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BYD - Seconda fabbrica europea, la decisione nel 2025

4 Ruote - Mag 09,2024

I manager della BYD tornano a parlare dell'ipotesi di una seconda seconda fabbrica di automobili in Europa: in particolare, secondo l'amministratore delegato della filiale europea, Michael Shu, la decisione su un ulteriore sito da affiancare a quello in fase di costruzione in Ungheria verrà presa nel 2025.

Le condizioni. Di recente, la BYD è entrata nel novero delle aziende cinesi contattate dal governo italiano per una possibile fabbrica nel nostro Paese, ma la Casa ha sempre posto una condizione per il nuovo insediamento industriale: il destino del progetto sarà necessariamente legato alle vendite. Analoghe dichiarazioni, raccolte da Quattroruote, sono state fatte dalla presidente Stella Li. Dunque, l'espansione della rete produttiva nel Vecchio continente dipenderà dalle performance commerciali: a tal proposito Shu, dal palco del summit Future of the Car del Financial Times, ha ribaditoche BYD intende "diventare uno dei principali produttori di veicoli elettrici in Europa entro il 2030: siamo fiduciosi di poter raggiungere una posizione di leadership entro la fine del decennio", ha aggiunto Shu. 

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Fotovoltaico - Sull'A1 le barriere fonoassorbenti producono energia pulita

4 Ruote - Mag 09,2024

una delle prime sperimentazioni al mondo e avviene proprio qui, in Italia. All'altezza dello svincolo di Valmontone, sulla A1 Milano-Napoli, a sud di Roma, Autostrade per l'Italia sta completando uno dei primi impianti fotovoltaici al mondo montati sulle barriere fonoassorbenti. L'idea è di avere due vantaggi in uno: ottimizzare le prestazioni acustiche e produrre energia rinnovabile.

Energia sicura. Il progetto prevede l'installazione di 2.500 metri di barriere in direzione nord e 1.500 in direzione sud. I 432 pannelli fotovoltaici saranno situati a un'altezza tra i 3 e i 9,5 metri dal piano della carreggiata per tutelare la sicurezza dei guidatori, mentre un'inclinazione di 33 gradi e l'esposizione a sud sono pensate per massimizzare l'irraggiamento.

Meno CO2. Una volta completato (e a regime) infatti il sistema produrrà circa 80 MWh all'anno, abbastanza da soddisfare il fabbisogno del casello di Valmontone, che potrà così fregiarsi del titolo di prima stazione autostradale italiana autosufficientie Durante la sua vita utile poi l'impianto ridurrà di circa 600 tonnellate la CO2. Oltre a questo pilota, la società ha già intenzione di estendere la sperimentazione ad altre tratte.

 

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Bentley - Batur Convertible, scoperta per 16 (clienti)

4 Ruote - Mag 09,2024

Dopo la Coupé, già sold-out, la Bentley presenta la versione Convertible della Batur. Se possibile, si tratta di un modello ancora più esclusivo: saranno infatti solo 16 gli esemplari con tetto in tela, contro i 18 costruiti con quello fisso.

L'ultimo W12 da 750 CV. La ricetta della Convertible è la stessa della Coupé: si tratta del canto del cigno del motore W12, che qui raggiunge quota 750 CV e 1.000 Nm ed è abbinato a un impianto di scarico su misura in titanio firmato Akrapovic. Il design della carrozzeria riprende i tratti della Batur, eccezione fatta per la capote in tela che richiede 19 secondi per l'apertura.

16 esemplari unici. Nonostante le dimensioni abbondanti, la vettura offre solo due posti con uno scenografico elemento aerodinamico in tinta chiamato Airbridge che sovrasta i sedili e i rollbar di protezione. Quello che più conta, però, è che ogni esemplare sarà di fatto unico perché sarà costruito secondo le specifiche dei clienti, con colori e finiture su campione. Per mostrare le potenzialità del progetto l'esemplare delle foto ufficiali, ovvero il telaio numero 0, è rifinito in Vermillion Gloss satinato (colore mai usato da Bentley) con elementi in carbonio lucido, cerchi di lega bicolore da 22" e inserti dell'abitacolo in oro rosa.

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Stellantis - A breve i dettagli dei progetti con Leapmotor

4 Ruote - Mag 09,2024

Circa sei mesi fa, Stellantis ha siglato un accordo per investire 1,5 miliardi di euro nella Leapmotor, acquistarne il 20% del capitale e costituire una joint venture per la produzione e la commercializzazione al di fuori della Cina di auto elettriche. Ora, il gruppo guidato da Carlos Tavares si appresta a fornire nuovi dettagli sull'alleanza, a partire da alcuni progetti legati proprio allo sbarco all'estero dell'azienda di Hangzhou: per martedì prossimo è in calendario una conferenza stampa apposita che vedrà la partecipazione di Tavares e del presidente della controparte Zhu Jiangming. 

La joint venture. L'evento sarà, innanzitutto, l'occasione per lanciare ufficialmente Leapmotor International, la joint venture controllata da Stellantis con il 51% e dedicata alla produzione e alla vendita di elettriche Leapmotor al di fuori della Cina. La nuova società, che ha ottenuto il via libera delle autorità cinesi, è già entrata nel pieno della sua operatività. Lo dimostrano alcune foto apparse sui social cinesi, tra cui l'account della stessa Leapmotor su Weibo. In sostanza, sono state completate tutte le pratiche ed è stato definito anche il team manageriale.  

Produzione in Europa. Maggiori dettagli saranno annunciati proprio martedì prossimo, quando potrebbero arrivare conferme anche sui progetti industriali, a partire dalle attività produttive previste in Europa. Stellantis dovrebbe aver scelto l'impianto polacco di Tychy, ma sempre su Weibo alcuni utenti rilanciano la possibilità di un assemblaggio in Italia (nei mesi scorsi si è vociferato dell'ipotesi Mirafiori). Le produzioni dovrebbero iniziare all'inizio del 2026 grazie a kit di assemblaggio fabbricati in Cina e ci sarebbero anche degli obiettivi per le elettriche a marchio Leapmotor: si parla di 150 mila veicolo l'anno per i volumi da produrre all'estero e di circa 500 mila vendite totali entro la fine del decennio. Stellantis, però, avrebbe anche intenzione di avviare la commercializzazione delle elettriche cinesi il prossimo mese di ottobre e a tal fine si starebbe affidando ai concessionari della sua attuale rete di vendita, in particolare nel Sud Europa. Il primo modello Leapmotor ad arrivare nel Vecchio Continente dovrebbe essere la piccola utilitari T03, seguita dalla Suv C10.

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Tesla - La rivoluzione Cybertruck vista da vicino

4 Ruote - Mag 09,2024

Inseguo il Cybertruck da quando è nato, da quell'ormai lontanissimo 22 novembre 2019, quando il pick-up è stato presentato in pompa magna. Tanto strano quanto rivoluzionario, questo mezzo ha appassionato milioni di car guy, principalmente per le sue forme. Pochi giorni fa l'ho finalmente potuto toccare con mano nel Tesla Center di Verona, scoprendo di che pasta è fatto. Ricredendomi su molte cose e stupendomi di altre.

No logo. Per prima cosa, non m'ha dato l'impressione di essere mastodontico come m'immaginavo. lungo 5.683 mm (sì, cinque metri e settanta), ma le sue forme monolitiche dissimulano la stazza. Proprio il look squadrato lo rende un oggetto unico nel suo genere, un veicolo che non ha bisogno di presentazioni. Ciò ha portato la Tesla a non inserire da nessuna parte il proprio logo, limitandosi a scrivere "Cybertruck" in alcune zone nascoste, senza mai riportare il marchio della T. D'altronde è inconfondibile.

I numeri. L'esemplare su cui sono salito (senza poterlo guidare) era un Cyberbeast, la punta di diamante della gamma. la versione Tri-Motor (con due propulsori elettrici al posteriore e uno all'anteriore), pesa 3.104 kg, mette sul piatto 850 CV circa e promette numeri da sportiva: 0-100 in 2,6 secondi e 209 km/h di velocità massima. Con 515 km d'autonomia, che salgono a 708 se nel cassone si installa il "range extender", una batteria supplementare. 

Arriva in Italia? Le lamiere esterne d'acciaio inossidabile non verniciato sono belle da vedere e pure da toccare, anche se m'aspettavo bordi più levigati. E, a dirla tutta, pensavo che le "ditate" fossero meno evidenti. Particolari da nerd del dettaglio. Che, come me, una volta aperta la portiera con l'apposito tasto nascosto nel montante centrale noteranno pure il rivetto applicato all'acceleratore per fissarlo a seguito di un richiamo sulla sicurezza diramato negli Stati Uniti. Unico mercato, peraltro, dove il Cybertruck viene attualmente venduto: la sola comunicazione riguardo un eventuale arrivo in Italia è un laconico "no comment".

La tecnologia. Oltre che per design e prestazioni, il Cybertruck è un modello estremamente interessante anche per la sua tecnologia. E non parlo dell'Autopilot o dell'enorme schermo da 18,5" a 60Hz (con risoluzione 2.560x1440) presente all'interno dell'altrettanto enorme abitacolo (salire sul posto di guida non è semplicissimo se l'assetto non è nella posizione più bassa), ma di quello che si nasconde sotto gli strati d'acciaio della carrozzeria. A partire dal telaio composto da sole tre parti principali: batteria strutturale e due "scheletri", anteriore e posteriore, ricavati con la tecnica del Gigacasting, una pressofusione che semplifica drasticamente la produzione. Poi ci sono la rete dati Ethernet (che sostituisce il classico Can-Bus per semplificare la complessità del cablaggio), i sistemi ausiliari a 48 volt che mettono in soffitta la batteria al piombo a 12 volt) e la novità più importante di tutte, lo sterzo by-wire. Che s'era già visto in ambito automotive, ma mai era stato privo di una connessione fisica di backup tra ruote e volante. Dettaglio, quest'ultimo, pensato dagli altri costruttori per garantire un'elevata sicurezza in caso di malfunzionamento. Un "problema" che la Tesla ha risolto con la ridondanza: ci sono due diversi attuatori elettrici (più un terzo sull'asse posteriore), che vengono controllati da ben tre centraline. Un sistema fail-safe che, se le regolamentazioni al di fuori degli Stati Uniti lo consentiranno, potrebbe diventare un nuovo standard in ambito automotive.

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Ferrari - Una notte al... museo e un giorno in pista (con la 296 GTB)

4 Ruote - Mag 09,2024

Per l'estate 2024 Airbnb ha presentato una serie di nuove esperienze chiamate Icone, realizzate in collaborazione con alcuni tra i più importanti nomi dello sport, del cinema e dell'intrattenimento. Tra queste anche un evento (già prenotato) sviluppato con la Ferrari, per dormire una notte all'interno del suo museo a Maranello.

Ingresso al paddock. L'esperienza comincia domenica 19 maggio al circuito di Imola, con l'ingresso Vip al paddock Ferrari, accolti dal pilota e commentatore Marc Gené, per assistere al Gran Premio di Formula 1. Al termine della gara ci si sposta al ristorante Cavallino per una cena gourmet. A seguire, una visita privata all'interno del Museo Ferrari di Maranello, per l'occasione trasformato in albergo per due persone.

Una notte al museo. All'interno della Sala delle Vittorie è stata infatti allestita una camera da letto, circondata dalle più celebri monoposto di Formula 1 della Ferrari; le balaustre che separano il letto dalle Rosse sono state realizzate utilizzando 3.000 metri di metallo, la lunghezza esatta della pista di Fiorano. I tessuti del letto sono della stessa pelle (rossa, ovviamente) utilizzata per i sedili delle auto da corsa.

Un giorno in pista. La mattina dopo ci si sposta a Fiorano, per quello che è forse il momento clou dell'esperienza: un giro di pista in compagnia di Marc Gené, a bordo di una Ferrari 296 GTB.

Le altre Icone di Airbnb. Tra le altre esperienze pensate da Airbnb nel suo programma Icone, la possibilità di dormire nella casa di Up in Nuovo Messico, o nella X-Mansion di X-Men 97 a New York; una notte nella sala dell'orologio del Museo D'Orsay di Parigi, durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici; una sessione in studio nella casa di Prince a Minneapolis, la stessa di Purple Rain; un loft a Milano con Khaby Lame per giocare a Fortnite in compagnia dell'influencer.

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Land Rover Defender - Design, interni, motori: le novità del Model Year 2024

4 Ruote - Mag 09,2024

Land Rover aggiorna la gamma della Defender. Il Model Year 2024 prevede novità che spaziano dagli allestimenti al design, fino ai powertrain. Le vetture sono da subito ordinabili presso le concessionarie ufficiali con prezzi a partire da 67.500 euro, mentre servirà attendere il mese di luglio per conoscere i dettagli dell'inedita top di gamma OCTA, per la quale è annunciata la presenza di un nuovo motore V8.

Nuovi interni con il pack opzionale. La gamma della Defender è articolata nelle varianti S, X-Dynamic SE, X-Dynamic HSE, X e V8 e su tre diverse carrozzerie a due e quattro porte (90,110 e 130), abbinate a una gamma semplificata di opzioni raggruppate in pacchetti. Tra questi troviamo il Signature Interior Pack, riservato alla 130 a 7 posti, che include i sedili elettrici a 14 vie anteriori climatizzati, il riscaldamento del divano della terza fila e le due Captain Chairs climatizzate per la seconda fila. Il solo Signature Pack, che propone anche materiali inediti, è disponibile anche per le altre varianti di carrozzeria ed è di serie per le più ricche X e V8.

La serie limitata 110 Sedona. Debutta la serie speciale Defender 110 Sedona, che propone la verniciatura Sedona Red con Black Pack esteso, i cerchi da 22" in nero lucido, il coperchio della ruota di scorta, il porta attrezzi esterno in tinta e gli interni in pelle Ebony Windsor e tessuto Kvadrat La Sedona, che sarà disponibile solo per 12 mesi, è basata sulla versione X-Dynamic HSE e offre di serie anche il nuovo Signature Interior Pack: potrà essere ordinata nelle varianti D250 Mild Hybrid a gasolio le P300e PHEV.

Due nuove plug-in a listino. Le novità del Model Year 2024 riguardano anche i powertrain. Escono infatti di scena le versioni P400 e P400e, sostituite da due nuove PHEV: la P300e da 300 CV con motore 4 cilindri e la P425e con il V8 5.0 Supercharged, che affiancano i benzina e diesel già noti. Tutta da scoprire, invece, la sportiva OCTA, che passerà ad un nuovo V8 biturbo ibrido ad alte prestazioni.

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Ford Europa - Sander: "Potremmo vendere auto termiche anche dopo il 2030"

4 Ruote - Mag 09,2024

La Ford si aggiunge al sempre più lungo elenco di costruttori che hanno rivisto o stanno aggiustando le strategie di elettrificazione della gamma europea. E il motivo, stando ai diretti interessati, è sempre quello, il rallentamento nell'adozione della mobilità a batterie. Ora toca all'Ovale blu: nel 2021, il costruttore americano ha indicato l'obiettivo di vendere solo auto elettriche entro il 2030, cinque anni prima di quanto deciso dall'Europa con il bando delle nuove vetture endotermiche. Tuttavia, negli ultimi tre anni la situazione è cambiata e a Dearborn si è deciso di rivedere i propositi, al punto che il responsabile delle attività europee, Martin Sander, ha fatto presente la possibilità di continuare a vendere veicoli a combustione anche dopo il 2030. A patto, ovviamente, che vi siano specifiche richieste da parte dei consumatori. "Se vedremo una forte domanda, ad esempio per i veicoli ibridi plug-in, li offriremo", ha affermato Martin Sander, durante il summit Future of the Car organizzato dal Financial Times.

Domanda debole. Il manager, come diversi altri dirigenti del settore, ha attribuito la frenata all'assenza delle condizioni abilitanti per la trasformazione della Ford in un'azienda impegnata solamente nell'elettrico. La domanda per le Bev si sta rivelando "più debole di quanto inizialmente previsto" e pertanto il marchio è lontano dal raggiungimento degli obiettivi iniziali. Detto questo, la traiettoria verso l'elettrificazione resta sul tavolo: tra i vari progetti Ford, ci sono la conversione della fabbrica di Colonia per la produzione di elettriche sulla piattaforma Meb della Volkswagen (a giugno sarà sarà avviata la produzione della Explorer e sarà svelato un secondo modello), la presentazione della variante a batteria della Puma entro fine anno e la trasformazione dell'impianto di Valencia. L'impianto iberico, dopo l'addio a Mondeo, Galaxy e S-Max, produce la Kuga e il costruttore sta valutando l'ipotesi di assemblare un secondo veicolo "multi-energia". 

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Antitrust - L'Antitrust multa sei società per clausole vessatorie

4 Ruote - Mag 09,2024

L'Antitrust ha sanzionato per 18 milioni di euro complessivi sei imprese di autonoleggio: Avis Budget Italia, Centauro Rent a Car Italy, Drivalia Leasys Rent, Green Motion Italia, Hertz Italiana, Noleggiare. Stando al Garante, le compagnie imponevano un importo forfettario (fee) per gestire le pratiche amministrative correlata alle multe da Codice della strada e ai mancati pagamenti di parcheggi o pedaggi. Un pagamento ulteriore rispetto alla tariffa versata per prendere la vettura a noleggio. Si tratta, secondo l'Autorità, di clausola vessatoria verso il consumatore, che cioè produce uno squilibrio dei diritti a danno del cliente. Era presente nella documentazione contrattuale pubblicata nei siti Internet aziendali.

Solo un trasferimento. Per l'Antitrust l'importo aggiuntivo, che si chiamava penale o corrispettivo per servizio, non è giustificato perché le società devono solo trasferire all'ente accertatore dell'infrazione i dati identificativi dei clienti. Per esempio, se un automobilista commette un'infrazione per eccesso di velocità rilevata da un autovelox in un Comune, la compagnia di noleggio che riceve il plico con il verbale deve semplicemente comunicare all'amministrazione i dati del cliente: questo non giustifica l'importo forfettario e la regola vale pure se la multa è pesante. Non conta il fatto che l'addebito scatti in automatico sulla carta di credito del consumatore, in base a pre-autorizzazione fornita alla firma del contratto di noleggio.

Addio clausola, subito. Ogni società ha l'obbligo di pubblicare un estratto del provvedimento nel proprio sito, pagare la multa e, soprattutto, di eliminare la clausola: lo prevede la legge 238/2021, in vigore dal'1 febbraio 2022. Si resta in attesa di eventuali contestazioni da parte delle sei compagnie.

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Mercedes-Benz - Källenius: "Aggiorneremo tutte le motorizzazioni, poi decideranno i clienti"

4 Ruote - Mag 09,2024

Ola Källenius, amministratore delegato della Mercedes-Benz, torna a parlare della frenata alle strategie di elettrificazione del costruttore di Stoccarda. "Nei prossimi anni nella nostra gamma ci saranno sia auto elettriche, sia vetture con motori a combustione elettrificati e ultra moderni", ha spiegato il top manager all'ultima assemblea degli azionisti della Stella. "E se c'è domanda, ci saranno anche nel prossimo decennio. Ci assicureremo che tutti i sistemi di motopropulsione vengano completamente aggiornati e poi toccherà ai clienti decidere. Noi non faremo altro che produrre la Mercedes perfetta per ogni esigenza e desiderio".

Parola d'ordine: flessibilità. "Abbiamo predisposto i nostri impianti per essere flessibili", ha continuato Källenius. "In questo modo, possiamo produrre modelli con motori a combustione insieme alle auto elettriche e reagire rapidamente all'andamento del mercato. Una Mercedes è una Mercedes indipendentemente dal sistema di propulsione". Detto questo, rimangono sempre valide le strategie di lungo termine e l'ambizione di trasformare la Mercedes in un marchio "full electric", ma l'amministratore delegato ha fatto presente i cambiamenti in atto nel contesto operativo e l'assenza delle adeguate condizioni abilitanti. "Vogliamo una flotta di nuove auto a zero emissioni di CO2 entro il 2039, compresa l'intera catena del valore. Tuttavia, la trasformazione potrebbe richiedere più tempo del previsto e molti fattori influenzano il ritmo della trasformazione, per esempio l'espansione delle infrastrutture di ricarica".

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Elettriche cinesi - Dalla Germania un coro di no ai dazi europei

4 Ruote - Mag 09,2024

L'industria automobilistica tedesca è assolutamente contraria all'imposizione di dazi più elevati sulle importazioni di elettriche prodotte in Cina: negli ultimi giorni, importanti manager hanno avvertito dei loro effetti controproducenti e, in particolare, delle possibili ritorsioni commerciali di Pechino.

Un coro di no. "Rischi di spararti sui piedi", ha affermato l'amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse, evidentemenre preoccupato di eventuali conseguenze per la presenza in Cina, dove il gruppo produce le Mini elettriche e la BMW iX3 e genera oltre un terzo delle vendite. "Non pensiamo che il nostro settore abbia bisogno di protezionismo", ha quindi avvertito l'ad. Non solo: per Zipse, l'introduzione di dazi "mette a rischio" il vantaggio industriale per i costruttori di operare su base globale e perfino gli obiettivi di riduzione delle emissioni e le politiche ambientali dell'Unione, considerate anche le dipendenze "bilaterali sia sul prodotto finale, sia su componenti e materie prime". "Non ci sarà una sola auto nell'Unione senza componenti provenienti dalla Cina", ha sottolineato Zipse, secondo cui "non c'è Green Deal in Europa senza risorse cinesi".

"No al protezionismo". Di effetti controproducenti hanno parlato anche il responsabile del marchio Volkswagen, Thomas Schäfer ("Con i dazi c'è sempre il rischio di una sorta di ritorsione") e il numero uno della Mercedes, Ola Källenius: "Non bisogna aumentare le tariffe. Io sono contrario ai dazi e penso che si debba fare l'opposto, ovvero ridurli", ha spiegato il mamnager in un'intervista al Financial Times. "Le aziende cinesi che desiderano esportare in Europa rappresentano uno sviluppo naturale della concorrenza e devono essere affrontate con prodotti e tecnologie migliori e maggiore agilità. Questa è l'economia di mercato. Lasciamo che la concorrenza si esprima". Del resto, non è stato stato il settore a chiedere l'indagine anti-dumping avviata da Bruxelles: "Come aziende, non chiediamo protezione e credo che le migliori società cinesi non la chiedano. Vogliono competere nel mondo come tutti gli altri. Se crediamo che il protezionismo sia ciò che ci garantisce il successo a lungo termine, credo che la storia ci dica che non è così".  

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A21 - Camion con fusti di acido travolge unauto: un morto e sette intossicati

4 Ruote - Mag 09,2024

di una vittima e sette intossicati il bilancio del grave incidente avvenuto stamane alle 7.30 in Emilia-Romagna sull'A21, all'altezza di Piacenza. Sulla corsia Sud, all'ingresso dell'area di servizio Nure, un camion ha travolto una Volkswagen Scirocco con a bordo tre persone, per poi ribaltarsi. Il mezzo pesante trasportava fusti di acido paracetico, un agente ossidante e corburente (un potente disinfettante) che si decompone in modo esplosivo per urto o riscaldamento. Morto sul colpo il conducente del Tir, un 52enne della provincia di Pavia.  I tre (un uomo e due donne), rimasti intossicati dopo che l'acido si è riversato sull'asfalto, sono stati trasportati in ospedale assieme ad altre quattro persone che li avevano aiutati a uscire dall'abitacolo della vettura rimasta schiacciata.

Da valutare. Pare che nessuno sia in gravi condizioni o in pericolo di vita. Sul posto mezzi del 118, eliambulanza e il Nucleo specializzato dei vigili del fuoco Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, radiologico). La Stradale che ha chiuso l'area di servizio, dove permane un odore acre pungente per lo sversamento del materiale chimico uscito da taniche e cisterne. Questa criticità si somma alla coda fra Cremona e Castelvetro in direzione Piacenza, per via di lavori in corso: forti rallentamenti in direzione Brescia.

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Transizione ecologica  - Il governo toglie 330 milioni di euro ai fondi per l'auto

4 Ruote - Mag 08,2024

Meno fondi per gli incentivi auto e le colonnine di ricarica domestica. A sorpresa, per finanziare le politiche previste dal cosiddetto decreto Coesione, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale e in vigore da oggi, il governo ha tagliato di 60 milioni di euro i fondi per il 2024 destinati ai contributi per l'acquisto di veicoli non inquinanti di categoria M1, N1 e N2 (autovetture e autocarri, ndr) e di 20 milioni le risorse per l'acquisto di infrastrutture di ricarica a uso domestico, peraltro in gran parte non utilizzati, quantomeno quelli stanziati per gli anni 2022 e 2023.

Ipotecato un quarto dei fondi per il 2025. Ma, soprattutto, il provvedimento ha decurtato di un quarto, ossia di 250 milioni, il miliardo di euro destinato dal cosiddetto decreto Draghi del 2022 alla filiera del settore automotive per il 2025: un tesoretto pensato per sostenere la transizione ecologica sia attraverso lo strumento del contributo all'acquisto di auto a basse emissioni, i cosiddetti incentivi appunto, sia mediante politiche di supporto alla riconversione dell'industria dell'auto e della componentistica. Il provvedimento passa adesso all'esame del parlamento, dove dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni, eventualmente con modifiche, pena la sua decadenza. Nel frattempo, il Dpcm che riforma gli incentivi 2024, presentato ufficialmente l'1 febbraio 2024 dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, è ancora all'esame della Corte dei conti.

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Mini Cooper - L'ora del SE - VIDEO

4 Ruote - Mag 08,2024

La Mini (ora la berlina si chiama Cooper) giunge al quarto capitolo della sua storia e lo fa ampliando l'offerta delle motorizzazioni, senza però perdere contatto con la tradizione del modello. Prima di tutto, la Mini Cooper conferma le sue dimensioni contenute (la tre porte è addirittura più corta di 8 mm rispetto alla precedente generazione), ma mantiene anche lo stile moderno e caratterizzato da dettagli di pregio che hanno determinato il suo successo dal 2001 in poi. Nel primo contatto a bordo della versione a batteria abbiamo potuto saggiarne le doti dinamiche, interessanti anche se l'aumento di peso dovuto alle batterie più grandi ha tolto quell'agilità della precedente generazione.  

La nuova Mini Cooper cambia passo e amplia la possibilità di scelta proponendo due tagli batteria: per il primo, da 40,7 kWh netti della versione Cooper E, il produttore dichiara 305 km di percorrenza; nel caso della Cooper SE (la versione che abbiamo guidato), la batteria arriva a 54,2 kWh, abbastanza per garantire 402 km di autonomia dichiarata. Diverse anche le potenze: la E ha 135 kW (184 CV), mentre la più prestante SE sale a 160 kW (218 CV), più che sufficienti per regalare tante soddisfazioni nel misto. Rispetto alla generazione precedente i kg in più (1.650 contro 1.440) si sentono un po', ma il divertimento è garantito e la guida sempre sicura anche a ritmi elevati.   

Il powertrain può essere regolato a piacimento attraverso i "toggle" in plancia, che consentono di modificare la risposta del motore elettrico dal settaggio "green", più risparmioso, fino al Go-Kart. Ovviamente, trattandosi di un'elettrica, non manca la gestione della frenata rigenerativa. Le dimensioni compatte fanno il resto, rendendo questa Mini tre porte un furetto con cui sgusciare via nel traffico. Quanto ai consumi, il mio test si è concluso a quota 25 kWh/100 km: come sempre , il nostro Centro Prove saprà dirci di più. Infine, i prezzi: si parte da 32.300 per la Cooper E e si sale fino a 44.470 per la Cooper SE in allestimento John Cooper Works (optional esclusi). Volete saperne di più? Guardate il video qui sopra.

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Volkswagen - California 2024, diesel o plug-in 4x4

4 Ruote - Mag 08,2024

Più tecnologico, più confortevole, ma anche più auto di prima. Il nuovo Volkswagen California cambia in diversi aspetti e aumenta la flessibilità, grazie alla doppia porta scorrevole laterale e ai sedili posteriori singoli. Non solo: il MY2024 porta al debutto motorizzazione plug-in hybrid con la trazione integrale 4Motion.

Cambia piattaforma. Se avete notato una somiglianza piuttosto marcata con il fratello Multivan, non vi sbagliate. La novità, forse, più rilevante della settima generazione del California sta proprio nella nuova piattaforma: che non è più quella del Transporter. Qui c'è il pianale MQB, condiviso con una miriade di modelli del Gruppo, Golf in primis: il tutto si traduce in maggior confort di bordo, ma anche in un pacchetto di aiuti alla guida direttamente mutuato dalla gamma vetture.

Supera i cinque metri. Con una lunghezza di 5,17 metri (30 cm più della precedente generazione) il nuovo California è disponibile a 6, 5 e 4 posti (tutti singoli, ribaltabili e asportabili e ruotabili a piacere) e con l'immancabile tetto a soffietto che nasconde un letto per due persone. Volendo, trovano posto per la notte ulteriori due persone su un secondo materasso che si adagia sui posti posteriori ripiegati. Nota importante: quando il tetto a soffietto non è utilizzato l'altezza massima del California è di poco inferiore ai due metri, un dettaglio che consente al van tedesco di poter accedere anche nei parcheggi sotterranei.

Domotica da viaggio. Molto hi-tech la nuova plancia di comando: non quella del posto guida (mutuata integralmente dal Multivan), bensì lo schermo annegato nel montante centrale, dal quale si comandano l'alzata elettrica del tetto, le luci, la ventilazione e molto altro ancora. In alternativa le funzioni possono essere attivate anche tramite un'app su uno smartphone.

I motori. In Italia, il California arriverà con due motorizzazioni: la novità, come detto, è rappresentata dal powertrain ibrido plug-in da 245 CV, con un quattro cilindri 1.4 turbobenzina da 180 CV abbinato a un'unità elettrica alimentata da una batteria (in modalità elettrica l'autonomia è di circa 60 km). Questa versione offre la trazione integrale 4Motion (una "prima" per il segmento), ideale sui fondi a bassa aderenza, e permette di rimorchiare masse fino a 2.000 kg. L'alternativa, se siete macinatori seriali di chilometri, è il 2.0 TDI da 150 CV a trazione anteriore. Per entrambe le motorizzazioni è prevista la trasmissione automatica DSG, di serie.

Gli allestimenti. Per il nostro mercato sono a listino tre versioni: Beach, Beach Camper e Ocean. Le ultime due sono omologate come camper ed escono dalla fabbrica dotati di una piccola cucina a fuoco singolo. Sul top di gamma ci sono anche un piccolo lavabo, che sfrutta una cisterna da 28 litri d'acqua, il condizionamento della cabina e la presa a 230V per il collegamento ai servizi quando si è fermi in campeggio. Le prevendite inizieranno a giugno 2024, mentre le consegne dovrebbero iniziare entro la fine anno.

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