Tesla Model Y - Prodotti i primi esemplari del restyling
La Tesla ha avviato la produzione della rinnovata Model Y in contemporanea in tutti e quattro i suoi stabilimenti: la Gigafactory di Berlino, quella di Shanghai e le fabbriche in Texas e a Fremont, in California. I primi esemplari sono già pronti per essere consegnati ai clienti: quello che vedete in queste immagini (pubblicate su ) è stato firmato dal team della Gigafactory tedesca.
Il restyling. La nuova Model Y cambia look, con un frontale che riprende quello di Cybertruck e Cybercab, nuove luci posteriori con una striscia a led che attraversa il portellone e un abitacolo migliorato nelle finiture e con le novità introdotte dalla Model 3. Già aperti gli ordini per l'unica versione attualmente commercializzata, la Launch Series AWD con cerchi da 20 e 568 km di autonomia: il prezzo parte da 60.990 euro.
La crisi dell'auto - Costruttori in pressing su Bruxelles: "Risolvete il problema delle multe"
L'associazione europea dei costruttori prosegue il suo pressing su Bruxelles. L'Acea, a pochi giorni dall'avvio del Dialogo Strategico con la Commissione Ue, ha diffuso un nuovo comunicato per chiedere "una rapida soluzione" al problema delle multe per lo sforamento dei limiti alle emissioni entrati in vigore l'1 gennaio.
Bisogna allentare le regole. I produttori automobilistici sono convinti che sia necessario un meccanismo che li metta nelle condizioni di rispettare con gradualità gli attuali regolamenti e un allentamento degli attuali requisiti per evitare il rischio di pagare pesanti multe a causa della stagnazione nelle vendite di veicoli elettrici. A tal proposito l'Acea, presieduta dal numero uno della Mercedes Ola Källenius, ricorda di aver quantificato in 16 miliardi di euro le potenziali sanzioni e sottolinea anche gli oneri legati alla necessità di rispettare le normative tramite strumenti quali il pooling con altre Case, il taglio della capacità produttiva o iniziative sul fronte dei prezzi. Inoltre, l'associazione avverte che "i costruttori sono anche l'unica parte soggetta a pesanti ammende per condizioni che sono al di fuori del loro controllo", come l'insufficiente numero di punti pubblici per la ricarica delle Bev.
"Non si torna indietro, ma serve flessibilità". L'intera industria dell'auto europea si aspetta quindi che il Dialogo Strategico si concluda con una soluzione al problema delle sanzioni e in modo rapido anche perchè "le decisioni su investimenti cruciali devono essere prese ora, non tra diversi mesi". Il direttore generale Sigrid de Vries ribadisce quindi la proposta dell'Acea": "La soluzione sul tavolo per i veicoli leggeri è la flessibilità e non un dietrofront nella politica di decarbonizzazione. Non si torna indietro sulla transizione: oltre 250 miliardi di euro di investimenti da parte dei produttori di veicoli in tecnologie a zero emissioni ne sono la migliore testimonianza". Inoltre, l'Acea ritiene che una soluzione al problema delle multe non debba impedire una "revisione completa delle normative sulla CO2" già nel 2025, per consentire una "discussione più ampia su eventuali adeguamenti strutturali" al quadro legislativo e "una strategia più coerente".
Nuovo Quattroruote - Scopri il numero di febbraio - VIDEO
Il nuovo numero di Quattroruote, già disponibile in Digital Edition e in edicola dal 4 febbraio, dedica la copertina alla Renault 5: la rétro-elettrica, appena nominata Auto dell'anno, consuma poco, è agile e fa divertire tra le curve. Potete leggere tutto nella Prova su strada, approfonditissima, che le abbiamo dedicato. Anche l'Attualità propone una prova, ma di tutt'altro genere: un test-verità sull'alcol alla guida, in cui spieghiamo esattamente quanto si può bere rispettando i limiti e senza timore di prendere multe. In attesa delle kei car invocate da de Meo e ipotizzate anche da uno studio del governo italiano, ci occupiamo del fenomeno dei quadricicli: una nicchia di mercato, che però è in pieno boom. Infine, è arrivato il momento di conoscere la vincitrice, anzi, le vincitrici, de La Novità 2025: quali sono le auto preferite dai lettori di Quattroruote? Scopritelo sul nuovo numero e online, cliccando qui.
Come richiedere allegati e dossier. Chi è abbonato a Quattroruote può richiedere gli allegati e i dossier inviando un'email a uf.vendite@edidomus.it, oppure telefonando al numero 02.56568800 (da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 18).
Citroën Type-Ami - Operazione nostalgia
Dopo i kit realizzati per veicoli commerciali più grandi, come il Citroën Jumper, il Berlingo e lo SpaceTourer, la carrozzeria cremonese Caselani ha realizzato quello per trasformare la microcar elettrica Citroën Ami in una replica in miniatura del furgone Type H, disegnato fa Flaminio Bertoni e prodotto in quasi mezzo milione di esemplari dal 1947 al 1981. La Citroën Type-Ami sarà esposta al salone Retromobile che si terrà a Parigi dal 5 al 9 febbraio.
Sulla bilancia il peso è lo stesso. Questo modello è frutto della collaborazione tra il designer della Caselani David Obendorfer e il Centro stile Citroën, guidato da Pierre Leclercq. Composto da pannelli in vetroresina e dai componenti necessari per l'installazione, il kit non comporta aggravi di peso, dal momento che nel montaggio vengono rimossi i pezzi originali. inoltre compatibile con tutti i modelli della Citroën Ami, anche quelli precedenti al restyling presentato allo scorso Salone di Parigi.
Costa (quasi) come una macchina. Il kit è in fase di approvazione presso la Casa francese e sarà commercializzato nel mese di febbraio, ma è già possibile prenotarne uno presso la Caselani. Disponibile in sei colori pastello e tre metallizzati costa circa 5.000 euro, mentre il listino della Type-Ami completa partirà da circa 13.000 euro.
Dazi - La guerra globale di Trump
Con le sue politiche protezionistiche, Donald Trump ha scatenato una vera e propria guerra commerciale globale. Il Canada, per esempio, ha immediatamente reagito all'imposizione dei dazi statunitensi con un'analoga misura doganale, la Cina è pronta ad annunciare delle ritorsioni e l'Unione Europea sta già studiando le possibili risposte alle minacce dell'inquilino della Casa Bianca.
Il Canada fa lo stesso. Di particolare importanza è stata l'immediata reazione di Ottawa alla decisione di Trump di imporre dazi del 25% sulle importazioni canadesi a partire dall'1 febbraio. Il premier Justin Trudeau ha tenuto una conferenza stampa per annunciare tariffe di analoga portata su beni statunitensi per un valore totale di 155 miliardi di dollari canadesi: le nuove tariffe scatteranno dal 4 febbraio su merci per 30 miliardi ed entro 21 giorni su ulteriori 125 miliardi. I nuovi dazi, che potrebbero essere seguiti da ulteriori misure (l'ex ministro del commercio estero, Chrystia Freeland, ha proposto di tassare al 100% le Tesla), graveranno su un'ampia gamma di prodotti, tra cui birra, vino, bourbon, frutta, succhi di frutta, abbigliamento, attrezzature sportive ed elettrodomestici. "Non volevamo arrivare a questo, ma il Canada è preparato", ha spiegato Trudeau. "Certamente non stiamo cercando un'escalation ma difenderemo il Canada, i canadesi, i posti di lavoro canadesi," ha aggiunto il premier, sottolineando l'intenzione di utilizzare "tutti gli strumenti a disposizione" per convincere Washington al dietrofront. Inoltre, si è direttamente rivolto a consumatori statunitensi: "Le tariffe contro il Canada metteranno a rischio i vostri posti di lavoro, potrebbero costringere alla chiusura stabilimenti di assemblaggio automobilistico e altre industrie manifatturiere. Faranno aumentare i vostri costi, dal cibo nei supermercati alla benzina. Ostacoleranno il vostro accesso a un approvvigionamento conveniente di beni essenziali per la sicurezza degli Stati Uniti, come nichel, potassio, uranio, acciaio e alluminio".
La posizione del Messico. Trudeau, che ha esortato i canadesi a "comprare meno prodotti americani", ha quindi posto l'accento sulla violazione dell'accordo commerciale firmato pochi anni fa dallo stesso Trump per sostituite l'accordo del Nafta e ha annunciato l'intenzione di definire "un'azione comune" con un altro Paese colpito dal protezionismo trumpiano, il Messico. Il presidente, Claudia Sheinbaum, ha già ordinato al suo ministro dell'Economia di adottare delle contromisure per difendere gli interessi del Paese: "Non rimarremo in silenzio di fronte a queste misure commerciali sleali. Il nostro governo sta valutando attentamente una serie di misure economiche per difendere gli interessi del popolo messicano". Il Messico ha anche "riufiutato categoricamente la calunnia della Casa Bianca" su un legame tra il governo e il traffico di droga: "Siamo impegnati in una lotta continua contro il crimine organizzato e non permetteremo che accuse infondate minino la nostra sovranità".
La minaccia cinese. Una risposta immediata alla promessa di Trump su dazi aggiuntivi del 10% sulle importazioni cinesi è arrivata anche da Pechino, con il ministero del commercio che ha accusato gli Stati Uniti di "grave violazione delle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto)" e ha minacciato l'adozione di "contromisure corrispondenti per salvaguardare risolutamente i suoi diritti e interessi". La Cina "è fortemente insoddisfatta e si oppone fermamente alle tariffe imposte dagli Usa sui prodotti cinesi", ha aggiunto il ministero, anticipando la decisione di presentare un ricorso al Wto "per le pratiche illecite degli Stati Uniti". Del resto, per i cinesi "non c'è mai un vincitore nelle guerre commerciali" e i dazi imposti da Trump "non andranno nemmeno a beneficio dell'economia americana".
Le critiche della Ue. Anche l'Unione Europea è sugli scudi: "Risponderemo con fermezza a qualsiasi partner commerciale che imponga tariffe doganali sui nostri prodotti, in modo ingiusto o arbitrario", ha detto un portavoce della Commissione Europea. "Al momento non siamo a conoscenza dell'imposizione di ulteriori tariffe sui prodotti della Ue. Le nostre relazioni commerciali e di investimento con gli Stati Uniti sono le più importanti al mondo. La posta in gioco è alta. Entrambi dovremmo cercare di rafforzare questa relazione", ha aggiunto il portavoce, sottolineando come le tariffe doganali danneggino i lavoratori e i consumatori, creino "inutili perturbazioni economiche", favoriscano l'inflazione e siano "dannose per tutte le parti". Intanto, aumenta il pressing delle varie cancellerie europee. Per il ministro francese dell'Industria e dell'Energia, Marc Ferracci, "è ovvio che bisogna reagire" a eventuali dazi contro l'Europa, mentre il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ricorda che "lo scambio globale di beni e materie prime ha portato prosperità a tutti noi: abbiamo la possibilità di agire". Critico anche il premier britannico Keir Starmer e il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo il quale "la guerra dei dazi non conviene a nessuno".
Stellantis - Avanti col rimpasto: nuovi responsabili per Jeep, Peugeot e DS
Dopo l'uscita di Carlos Tavares, Stellantis prosegue con le attività di riorganizzazione della prima linea manageriale, tra cui la nomina di nuovi responsabili per i marchi Jeep, Peugeot e DS.
Gli obiettivi. Il rimpasto, volto a "semplificare" l'organizzazione, è coerente con quanto deciso lo scorso dicembre poco dopo le dimissioni di Tavares da amministratore delegato ed è finalizzato a raggiungere un "giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione". Inoltre, la riorganizzazione intende "rafforzare ulteriormente l'impegno di Stellantis nell'ascoltare i propri clienti e porre le basi per una rinnovata crescita". In poche parole, come ha riassunto il presidente John Elkann, le nuove misure "aumenteranno l'agilità del gruppo e il rigore dell'esecuzione a livello locale".
Via il responsabile sviluppo software. Stellantis ha deciso di garantire alle singole regioni operative "maggiori capacità decisionali ed esecutive a livello locale per la pianificazione e lo sviluppo dei prodotti, le attività industriali e commerciali, mantenendo il coordinamento con le funzioni globali dell'azienda per servire al meglio i clienti". Inoltre, le attività software sono state integrate in un'organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic, "allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati" presidiati. In tale quadro vannno lette indiscrezioni di stampa sulle imminenti dimissioni del responsabile dello sviluppo software Yves Bonnefont, uno dei più stretti collaboratori di Tavares al punto da essere considerato un suo protetto. La riorganizzazione prevede anche l'unione degli enti Corporate Affairs e Communications sotto la guida di Clara Ingen-Housz "per supportare al meglio il costante impegno dell'azienda nei confronti di tutti i suoi stakeholder" e la creazione di "un nuovo Marketing Office, guidato da Olivier Franois, per raggruppare il marketing dei brand e supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Inoltre, Antonio Filosa aggiunge l'incario dell'ente Quality a quello di direttore operativo del Nord e Sud America.
I brand. Il rimpasto riguarda anche la responsabilità di singoli marche: a Bob Broderdorf è stata affidata la Jeep, ad Alain Favey la Peugeot (anche in questo caso sono spuntate voci su una prossima uscita di Linda Jackson), a Xavier Peugeot la DS e ad Anne Abboud la divisione veicoli commerciali Stellantis Pro One. Infine, nel comunicato sulla riorganizzazione, l'azienda ribadisce come il processo di nomina del nuovo amministratore delegato - gestito da un Comitato Speciale del consiglio d'amministrazione - sia sia in corso ed è previsto si concluda entro la prima metà del 2025.
Porsche - Terremoto al vertice: via i responsabili di Finanze e Vendite
La Porsche si appresta a cacciare due tra i più importanti esponenti della sua prima linea manageriale: Lutz Meschke, vice presidente del consiglio di gestione e membro del comitato esecutivo con delega alla Finanza e all'IT, e Detlev von Platen, consigliere con responsabilità sulle Vendite e il Marketing.
Fulmine a ciel sereno. Secondo un comunicato della stessa Casa, il consiglio di sorveglianza ha autorizzato il presidente Wolfgang Porsche ad avviare delle trattative con Meschke e von Platen "sulla risoluzione anticipata e amichevole" del rispettivo contratto di lavoro. Il testo, breve e pubblicato sui canali di informazione borsistica, rappresenta un fulmine a ciel sereno per la Casa di Zuffenhausen, che non ha voluto fornire maggiori dettagli, in particolare sui motivi che hanno causato un terremoto del genere ai massimi vertici aziendali. Secondo diverse ricostruzioni della stampa tedesca, Meschke e von Platen sono ritenuti, da diverso tempo, i principali responsabili delle scarse performance finanziarie e commerciali della Porsche e quindi dell'andamento negativo delle azioni alla Borsa di Francoforte.
Ford Mustang Mach-E - I prototipi per la Nascar e la Pikes Peak
La Ford ha presentato la Mustang Mach-E Nascar Demonstrator, veicolo dimostrativo realizzato secondo le specifiche del regolamento del campionato americano. Al momento la Casa dell'Ovale Blu non si è sbottonata circa un possibile futuro in pista di questo prototipo, che si unisce agli altri veicoli Ford Performance visti in questi anni, tra cui il il SuperTruck, SuperVan 4.2 e la Super Cobra Jet 1800.
Correrà in pista? Presto per dirlo. Rispetto al modello di serie questo prototipo ha una carrozzeria a due porte, monta un enorme spoiler posteriore e un cofano con grandi prese d'aria. Sospensioni, freni, sterzo e ruote sono stati presi di peso dall'attuale auto impegnata nella Nascar Cup Series. La Casa dell'Ovale Blu non ha comunicato le specifiche tecniche complete, limitandosi a dire che la Mach-E Nascar Demonstrator monta tre motori elettrici e una batteria da 78 kWh.
C'è anche la Pikes Peak. Il secondo prototipo presentato dalla Ford anticipa le linee dell'auto con cui la Casa americana parteciperà all'edizione 2025 della celebre cronoscalata. Al volante della Mustang Mach-E Pikes Peak sarà ancora una volta Romain Dumas, il pilota francese che ha guidato il SuperVan 4.2 nel 2023 e portato alla vittoria il F-150 Lightning SuperTruck nella scorsa edizione.
Su 4R di febbraio - Il boom dei quadricicli
Luca de Meo, attuale ad del gruppo Renault ed ex presidente dell'Acea, è convinto che il futuro dell'auto europea passi, in parte, dalle keicar. Tuttavia, in attesa che diventino realtà, non mancano delle soluzioni adatte a rispondere alle esigenze degli automobilisti, in particolare in ambito urbano. Parliamo dei quadricicli, una via di mezzo tra le city-car e le due ruote a cui abbiamo dedicato un articolo nel numero in edicola per cercare di rispondere a diversi interrogativi: Quali sono le differenze tra mezzi leggeri e pesanti? Chi li può guidare? Dove possono circolare? Quali sono le caratteristiche distintive? Ne parliamo su Quattroruote di febbraio 2025 e intanto vi diamo una breve anticipazione.
Un mercato in spolvero. Prima di tutto, va detto che parliamo di un segmento in forte crescita. Lo dimostrano i dati che ci ha fornito l'Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori): nel 2024 ne sono stati venduti 20.422, il 28,1% in più rispetto all'anno precedente. E la crescita a doppia cifra si deve ai mezzi leggeri per il trasporto persone e, soprattutto, ai modelli elettrici, in piena ascesa grazie soprattutto a Citroën Ami e Fiat Topolino. A determinare il successo ci sono comunque i consumatori, alla ricerca di soluzioni che aiutino a circolare senza ansie in città. Anche per questo sono in arrivo tanti nuovi modelli, tra cui uno della rinata Innocenti e ben 11 di Mole Urbana.
Su 4R di febbraio - Alcol e guida, la nostra prova-verità
Con il nuovo Codice della strada nessuno può più bere neppure un goccio di vino a cena con gli amici, i ristoratori che sul vino fanno il grosso dei profitti andranno a carte quarantotto e i bar soffriranno un calo della clientela Si sente questo e altro nelle chiacchiere al bar, ma anche in tivù e sui giornali. Ma è vero?
Prova-verità. No, non lo è. E lo dimostriamo su Quattroruote di febbraio 2025 con una prova-verità sull'alcol e la guida. E in ogni caso, se anche fosse stato vero, sarebbe così da anni, poiché e questo è un altro punto su cui in giro c'è molta confusione la riforma del Codice non ha cambiato di una virgola gli articoli della normativa precedente che riguardano i tassi alcolemici nel sangue e le sanzioni in cui incorre chi non li rispetta. L'unica novità riguarda l'obbligo di installare l'alcolock in auto per chi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza.
L'obiettivo. Ma veniamo al nostro test. Il cui obiettivo era verificare se il classico calice di vino al ristorante o un drink dopocena permettono di rimanere all'interno dei limiti di 0,5 g/l previsti dalla legge. E poi se, all'interno di quello stesso limite, l'alcol assunto impatta i riflessi di chi ha assunto la bevanda e influisce sul suo modo di approcciarsi alla guida. I locali con licenza di vendita di alcolici sono tenuti (lo erano già prima) ad affiggere sui propri muri una tabella elaborata dal ministero della Salute che indica il tasso alcolemico (indicativo, sia chiaro) atteso nel sangue in relazione al proprio peso corporeo, maschile e femminile, dopo aver assunto precise quantità di diverse bevande alcoliche. Una sorta di bigino della bevuta legale. attendibile questa tabella? Abbiamo provato a scoprirlo.
Il metodo. Per verificarlo abbiamo preso quattro volontari, due donne e due uomini, di peso, corporatura ed età diversi e abbiamo fatto assumere a ciascuno le quantità indicate dal ministero di quattro diverse bevande: vino rosso, birra, prosecco e gin, con due dosi uguali a distanza di circa mezz'ora una dall'altra e abbiamo rilevato il tasso alcolemico usando un alcol test omologato in uso alla Polizia locale di Buccinasco , popoloso comune nella cintura Sud di Milano, operato da due agenti specializzati.
I risultati. Che cosa abbiamo scoperto? Beh, non possiamo anticipare tutto qui, dovete andare a scoprirlo sul numero di febbraio. Però, dal titolo del servizio, Tanto rumore per nulla, si può già immaginare che l'allarme del settore eno-gastronomico risulti assai ridimensionato. Per sapere quali quantità (e di che cosa) si possano bere al pasto con una relativa tranquillità (con l'avvertenza che si tratta sempre di indicazioni di massima, poiché oltre al peso entrano in gioco fattori come il metabolismo individuale) e che cosa non fare quando vi mettete al volante, non perdetevi Quattroruote in edicola.
Aston Martin - Hallmark: "Dopo la Valhalla faremo altre super ibride. E resteremo indipendenti"
Adrian Hallmark ha preso le redini dell'Aston Martin a ottobre, sostituendo Amedeo Felisa. Come è noto, il nuovo ceo arriva dalla Bentley: lo abbiamo incontrato virtualmente per farci raccontare i suoi piani per la Casa di Gaydon. Un progetto che parla di altre super ibride dopo la Valhalla, di elettriche (sullo sfondo, almeno per ora) e della volontà di restare indipendenti in un settore sempre più dominato dai grandi gruppi.
Hallmark, ci parla di questa sua nuova avventura?
Ero molto contento di dove mi trovavo, ma non potevo resistere a un'ultima sfida: quella di essere il primo ceo, in 112 anni, a rendere l'Aston Martin redditizia in modo sostenibile. Ciò che mi ha attirato è il fatto che l'azienda ha sempre avuto un grande potenziale, ma solo occasionalmente ha registrato performance elevate. Ora, sono fermamente convinto che il posizionamento del marchio, il portafoglio prodotti e le dinamiche di mercato rappresentino un momento unico per l'Aston Martin. E credo di avere l'esperienza, l'energia e le competenze necessarie per farle esprimere appieno il suo potenziale. Da quando sono arrivato, non riesco a usare un'Aston senza che qualcuno mi scatti una foto o mi parli della vettura, che si tratti di una Vantage, di una DB12 o di una DBX. In 15 anni di esperienza in Bentley, sarà successo cinque o sei volte. Ecco, la passione per questo marchio è incredibile, però non è sufficiente. Lawrence (Stroll, presidente esecutivo e principale azionista dell'Aston, ndr), il leader del Consorzio Yew Tree e gli altri hanno investito oltre 2 miliardi negli ultimi quattro anni e mezzo per rigenerare e arricchire il portafoglio prodotti, una delle strategie di lancio più ambiziose che abbia mai visto. Quattro auto in 18 mesi. Nessuna azienda con cui ho lavorato prima avrebbe tentato un numero simile di lanci in quel periodo; e anche se ci sono stati ritardi e problemi di ogni tipo, tutte quelle auto sono attualmente in circolazione. Per completare l'opera, nel secondo semestre di quest'anno arriverà sul mercato la Valhalla: quindi, se confrontiamo lo showroom di due anni fa con quello del 2025, la trasformazione è incredibile. E lo si capisce guidando le auto, dalla nuova Vantage alla DB12, passando per la Valkyrie e la DBX 707: vetture che competono con le migliori del settore, con modalità inedite per l'Aston Martin. Ho scherzato sul fatto che, quando abbiamo lanciato l'idea della Valhalla - più di sei anni fa - avremmo posizionato la vettura in maniera diversa se avessimo saputo dei prezzi della Ferrari F80 o della McLaren W1: ecco, se considero le sue credenziali tecnologiche e prestazionali rispetto a quelle della concorrenza strategica, la Valhalla mi pare un ottimo affare. E credo che con quest'auto saremo vincenti.
Guardando al futuro, l'Aston Martin deve fare i compiti a casa. L'ho descritta come un'azienda con un grande potenziale, ma le prestazioni non sono all'altezza. Uno dei motivi, a mio avviso, è che non siamo così attivi. Cosa intendo dire? Prendiamo la Porsche 911: solo una o due delle versioni della 911 si sovrappongono ai prezzi delle Aston, ma la 911, nelle ultime quattro generazioni, ha dato mediamente vita a 15 varianti. L'ultima serie, la 992, ha generato la Dakar, la ST, la GT3, la Touring e via di questo passo. In sette anni, noi abbiamo lanciato la Vantage, poi una roadster e forse un'altra auto. Quindi, per qualsiasi possessore di un'Aston, ci sono poche ragioni per tornare a comprarne un'altra durante un ciclo di sette anni. Sappiamo che nel settore del lusso i clienti cambiano auto ogni due e sono sempre alla ricerca della novità: quindi, dobbiamo avere un piano di prodotti molto più aggressivo, per rigenerare le vendite, comunicare e portare nuovi clienti nel marchio. E questo vale per tutti i modelli della gamma principale.
Nei prossimi dieci anni, poi, dovremo affrontare a livello tecnologico una trasformazione quasi traumatica. Sappiamo tutti che il punto di approdo è rappresentato dai veicoli elettrici, ma ora ci troviamo in un periodo dirompente, in cui stiamo passando dalla combustione alle Bev pure. Dove i legislatori sono stati dogmatici, ora sono flessibili. Dove sono stati decisi, ora sono indecisi. E per una piccola azienda, fare questo balzo significa moltiplicare i rischi. Nel settore automobilistico, abbiamo visto molti concorrenti rinunciare a una strategia 100% elettrica in base al feedback dei consumatori, ma anche per tanti cambiamenti normativi. Noi diventeremo comunque elettrici, non c'è dubbio. Vedrete la prima Aston Martin elettrica prima della fine di questo decennio. Ma non saremo 100% elettrici entro il 2030: da qui al 2035 ci sarà una progressione dalla combustione all'ibrido, fino a modelli 100% Bev, ma di questi parleremo più avanti. Ora stiamo raddoppiando gli investimenti proprio nell'ibrido, per la fase intermedia. La Valhalla è chiaramente la prima ibrida di Aston Martin, ma non sarà l'ultima. Prima di arrivare alla completa elettrificazione, faremo ibride competitive ed entusiasmanti, opportunità enormi per il nostro marchio.
Per molto tempo, ha lavorato per un'azienda di lusso che fa ancora parte di uno dei più grandi produttori di automobili del mondo. Aston Martin, invece, è ancora indipendente. Come influirà questo sul suo lavoro? E l'Aston Martin può rimanere indipendente in questo scenario?
Abbiamo 112 anni e siamo una società per azioni. Abbiamo tutti i vantaggi dell'indipendenza e i vantaggi che derivano dal supporto di un gruppo, senza però farne davvero parte: la Mercedes-Benz ci fornisce tecnologia e motori di base, che paghiamo; poi noi li modifichiamo e li sviluppiamo da soli. Per quanto riguarda l'elettrificazione, abbiamo concordato una partnership strategica con la Lucid Motors per le batterie, le unità di trasmissione, gli inverter e i moduli di controllo degli accumulatori, ma non per l'intero veicolo. Selezioniamo componenti, non li rimarchiamo. Quindi, da un punto di vista tecnico, abbiamo un piano di prodotto, una roadmap tecnica e possiamo soddisfare tutte le nostre esigenze. Per quanto riguarda l'indipendenza, siamo in grado di finanziare il nostro futuro. E lo abbiamo già fatto. Negli ultimi quattro anni abbiamo investito più di 2 miliardi nello sviluppo dei prodotti. E sono previsti altri 2 miliardi nei prossimi cinque anni, tutti finanziati con nostre risorse, naturalmente grazie agli azionisti. Come piccola azienda, possiamo restare indipendenti? Sì, credo di sì. Abbiamo azionisti strategici che si sono impegnati a fondo. Esiste un business case valido in termini di ritorno sulle vendite e di generazione di cassa nei prossimi cinque-dieci anni, proprio come la Ferrari. Non allo stesso livello, siamo un'azienda di dimensioni diverse, ma la stessa idea di autofinanziamento a questi bassi volumi è assolutamente fattibile. Abbiamo un modello di business valido per il futuro.
Dopo la DBX, produrrete altre auto che non saranno delle sportive vere e proprie? Magari un nuovo modello d'ingresso gamma? E cosa ci sarà nel futuro della vostra Suv?
Affileremo il carattere della DBX in due direzioni diverse, una sul versante delle prestazioni pure e una sull'eleganza. Non entrerò nei dettagli e non vi darò date di lancio, ma queste varianti sono imminenti e ve le faremo provare presto. Con questo, ovviamente, intendiamo far conoscere meglio il marchio, ma anche attirare di nuovo l'attuale clientela, fidelizzandola. Oltre a questo, per la DBX è in arrivo un restyling, anche se mancano ancora un paio d'anni. Per quanto riguarda le auto più compatte, non abbiamo in programma modelli più piccoli: il segmento delle Suv rappresenta oltre il 50% delle vendite del segmento del lusso, dove ci sono Lamborghini, McLaren, Ferrari, Bentley, Rolls-Royce. E l'Aston Martin. Le dimensioni dell'auto sono rilevanti, devono rispondere alle esigenze dei clienti: cinque persone, famiglie, cani, hobby, presenza fisica sulla strada. La maggior parte dei nostri clienti ha una taglia media o grande. Non è comoda in auto piccole e, comunque, il settore del lusso non le vuole. Per quanto riguarda l'innovazione nello stile della carrozzeria, non si sa mai. Ma, per essere chiari, non produrremo auto più piccole delle attuali e nemmeno più economiche.
L'anno scorso avete venduto circa 7 mila auto: è un numero che la soddisfa o c'è un potenziale di crescita nei volumi?
In passato abbiamo citato volumi di ogni tipo. Sono intervenuto, ho esaminato il piano aziendale, i volumi e i tassi di crescita. E ora ci siamo concentrati sul valore, più che sul volume. Sì, vogliamo crescere, ma non abbiamo bisogno di raggiungere una determinata cifra. Quello che ci serve è sfruttare al massimo il potenziale delle nostre auto e non sovraccaricare il mercato. Quindi, per quest'anno prevedo una crescita abbastanza sana rispetto al 2024. Vi forniremo tutti i dati tra tre settimane, quando faremo il bilancio. Ma non siamo fissati su 10 mila vendite, o su altri numeri prestabiliti. Ci interessa generare profitti e liquidità, massimizzndo il potenziale dei prodotti che abbiamo attualmente sviluppato. Ne parleremo meglio a febbraio.
Ford - Tutto l'Ovale blu
Il 2024 è stato un anno difficile per la Ford: secondo Unrae, con 68.710 nuove immatricolazioni la Casa dell'Ovale Blu ha perso 15,9 punti percentuali rispetto al 2023, quando erano state 81.742. Ottavo marchio più venduto nel nostro Paese, negli ultimi 12 mesi la sua quota di mercato è passata dal 5,2 al 4,4%. A trainare le vendite sono le sue Suv di maggior successo: la piccola Puma (recentemente aggiornata e arrivata anche in versione elettrica) e la media Kuga, entrambe nella top ten delle più vendute del 2024 nei rispettivi segmenti. Bene anche la best seller Focus, quarta nella classifica delle berline medie dello scorso anno (dati Unrae). In questa galleria scopriamo tutti i modelli venduti nel nostro Paese, comprese le tante novità arrivate negli ultimi mesi (elettriche, ma non solo).
In arrivo - Le auto al debutto da febbraio a luglio
Che cosa verrà presentato sul mercato italiano? Quali sono le auto inedite in arrivo nelle concessionarie? Quando debutterà il facelift di questo o quel modello? Sono domande che riceviamo molto spesso da voi lettori e che ci hanno spinto a riproporre anche sul nostro sito web uno dei contenuti più apprezzati sul magazine: la prima pagina della sezione Autonotizie, autentica bussola per orientarsi tra i lanci dei prossimi mesi. il punto d'osservazione ideale per farsi un'idea su "cosa esce quando". E per avvicinarsi con cognizione di causa a un momento importante come l'acquisto di un'automobile nuova.
Febbraio. Ai primi dell'anno c'è da tenere d'occhio il lancio commerciale della BYD Atto 2, una nuova crossover elettrica della Casa di Shenzhen. Spazio anche all'Audi A6 e-tron, altro modello a batteria che rimpiazza la storica omonima termica, e a un piccolo mito sempreverde come la Mini Cabrio. Da non dimenticare l'arrivo della Volkswagen Tayron, sorella maggiore della Tiguan disponibile anche a sette posti.
Marzo. Per la primavera dell'anno prossimo è previsto l'arrivo sui mercati dell'Audi Q5 di nuova generazione, con la sua nuova veste esterna e interna. Altra novità di peso, la BMW Serie 2 Gran Coupé, che prende le mosse dal restyling della Serie 1 e aggiorna i contenuti interni ed esterni. Da tenere d'occhio, in questo periodo, anche l'avvio consegne della Mini Cooper JCW, nonché il lancio di un modello tutto inedito, la Skoda Elroq.
Aprile. Tra le novità di questo periodo spicca senza dubbio il lancio commerciale dell'Audi Q6 e-tron Sportback, che va ad affiancare la gemella con carrozzeria Suv. Fari puntati anche sul restyling della Porsche 911 GT3, e su un modello attesissimo come la Renault 5 nell'allestimento base Five, che dovrebbe centrare l'obiettivo dei 25 mila euro di listino. A proposito di modelli fondamentali, da segnalare anche le consegne della nuova Smart #5.
Maggio. Tra le big ai nastri di partenza in questo periodo dell'anno va senza dubbio menzionata la nuova Mercedes CLA, che rinascerà sulla piattaforma Mma e che sarà disponibile inizialmente soltanto come elettrica. Da non dimenticare l'avvio delle consegne della Audi Q5 Sportback, né quelle della seconda generazione della BYD Seagull, che promette scompiglio nel segmento delle piccole elettriche. Spazio anche alle Suv, con l'avvio delle consegne di Omoda 9 e Skoda Kodiaq RS.
Giugno. Tra le novità attese al varco, la Citroën C3 ibrida, ma sono da segnalare anche i lanci della Dacia Bigster, con i suoi listini sotto i 25 mila euro, e della nuova Renault 4, che tenterà di bissare il successo di critica della R5. Occhio anche agli arrivi dalla Cina: in questo periodo si affaccerà sul nostro mercato anche la Leapmotor B10.
Luglio. Le novità principali del periodo vanno dal lancio commerciale dell'Audi A7 Sportback, che raccoglie il testimone della vecchia A6 berlina, a quello della Kia Sportage restyling. Da non trascurare pure le nuove Suv di segmento C della Mitsubishi, una ibrida, l'altra tutta elettrica, né la Volvo ES90, berlina elettrica che diventerà l'ammiraglia della Casa svedese.
Fringe benefit - Auto aziendali, si fa strada lipotesi di un rinvio
stato calcolato che la riforma del fringe benefit auto aziendale contenuta nella legge di bilancio per il 2025 - che dall'1 gennaio ha fatto aumentare il valore della retribuzione in natura, e quindi della tassazione a carico dei dipendenti e dei contributi a carico delle imprese sulle vetture a benzina e a gasolio - potrebbe provocare un crollo delle immatricolazioni di veicoli assegnati in uso promiscuo stimato tra il 30 e il 40% rispetto al 2024. Il provvedimento, il cui iter iniziò a fine ottobre in fase di stesura della legge di Bilancio, avrebbe inoltre un impatto non indifferente sia sui conti dello Stato in termini di gettito Iva sia su quelli delle province in termini di gettito Ipt, quest'ultimo stimato in circa 32 milioni di euro.
Tre emendamenti per due alternative. Ecco perché si sta facendo strada una modifica non della riforma il Governo non può rinunciare al maggior gettito Irpef atteso e ormai scolpito sul bilancio dello Stato, pari a 560 milioni di euro nel periodo 2025-2031 - bensì delle sue modalità di entrata in vigore, diciamo così. Lo strumento a cui i legittimi portatori di interessi stanno guardando è il cosiddetto decreto Milleproroghe, attualmente in discussione in commissione alla Camera e atteso alla prova dell'aula per il prossimo 17 febbraio. Tre gli emendamenti che sono stati presentati e che hanno anche superato il vaglio dell'ammissibilità.
Soluzione 1: rinvio all'1 luglio. I primi due, che vedono un'insolita convergenza tra Pd e Forza Italia, prevedono, in buona sostanza, una: proroga della riforma all'1 luglio 2025. In pratica, per i veicoli concessi in uso promiscuo con contratti stipulati entro il 30 giugno 2025 resterebbe ferma l'applicazione della precedente disciplina, basata sulle emissioni di anidride carbonica delle vetture e non, come adesso, sull'alimentazione con un vantaggio fiscale per le macchine elettriche e plug-in e uno svantaggio per tutte le altre (tranne quelle con emissioni superiori a 190 g/km).
Soluzione 2: clausola di salvaguardia. Il terzo emendamento, invece, stabilisce che le nuove disposizioni non si applichino ai veicoli immatricolati a partire dal 1 gennaio 2025 ma contrattualizzati entro il 31 dicembre 2024. In pratica, una sorta di clausola di salvaguardia che farebbe salve le vetture ordinate prima dell'entrata in vigore della riforma, in molti casi persino prima che la proposta di riforma fosse resa pubblica dal governo con il disegno di legge approvato a metà ottobre.
La prossima settimana il verdetto. Come finirà? Impossibile prevederlo. Di certo c'è che i primi due emendamenti, se approvati nella loro identica formulazione, impatterebbero sui fragili conti dello Stato. Dunque, non è detto che il governo nella persona del guardiano del bilancio, il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti conceda la sua benedizione nonostante le pressioni del mondo imprenditoriale. Molte più possibilità, invece, avrebbe la terza proposta di modifica, coerente, oltretutto, con l'impostazione data dal governo giallo-verde allora in carica in occasione della precedente modifica introdotta con la legge di bilancio per il 2020. Se ne saprà di più la prossima settimana, quando si inizierà a votare.
Honda-Nissan - La decisione sui prossimi passi slitta a metà febbraio
Slitta (di poco) l'annuncio da parte della Honda e della Nissan sui prossimi passi da intraprendere per la fusione che potrebbe concretizzarsi nel 2026: anziché a fine gennaio 2025, come inizialmente previsto, le Case giapponesi renderanno noto nuovi dettagli entro metà febbraio, riferisce il quotidiano Nikkei. Il ritardo è dovuto al fatto che il costruttore di Yokohama necessita di più tempo per progettare al meglio la sua ristrutturazione. Entrambe le aziende esplorano le possibilità di un matrimonio per respingere l'assalto dei produttori cinesi di auto elettriche. Le discussioni del Comitato preparatorio per l'integrazione sono in corso, ha affermato un portavoce.
Lo scenario. In teoria, se tutto filasse liscio, le due aziende potrebbero concludere i colloqui a giugno 2025, per creare una holding ad agosto 2026, quando le azioni di entrambe saranno ritirate dalla Borsa. La Renault, che possiede il 36% della Nissan, s'è già detta non contraria all'operazione. Mitsubishi, partner della società di Yokohama, propende per non far parte della futura unione. A cui guarda invece un big dell'hi-tech come la Foxconn, interessata a entrare ancor più nel mondo dell'auto elettrica, sulla scia delle cinesi Huawei e Xiaomi.
Stellantis - Il nuovo ceo sarà nominato "prima di giugno"
Nel corso di una conferenza stampa a San Paolo, in Brasile, il responsabile del gruppo Stellantis per il Sudamerica Emanuele Cappellano ha dichiarato che il successore di Carlos Tavares, che si era dimesso lo scorso dicembre, dovrebbe essere nominato entro la prima metà del 2025.
"Per Elkann è una priorità. Le parole del manager italiano confermano quanto già annunciato nei giorni successivi alle dimissioni del ceo del gruppo Stellantis. Siamo impegnati nel lavoro per la successione di Tavares, ha aggiunto Cappellano. Il presidente del gruppo e amministratore delegato ad interim John Elkann la considera una priorità assoluta.
Polestar - Cresce la rete sul territorio italiano
La Polestar ha annunciato l'apertura di tre nuovi store sul territorio italiano, che si affiancano a quelli già operativi a Milano (vicino a Linate) e a Roma (nei pressi del Gra). Le nuove aperture rafforzano l'impegno strategico di Polestar nell'espandere la sua presenza fisica in Italia e raggiungere un numero sempre maggiore di clienti, spiega il managing director di Polestar Dimitris Chanazoglou.
I tre punti vendita. Le nuove aperture si trovano a Padova, Torino e Modena. In Veneto, il prossimo 1 febbraio la concessionaria Autoserenissima 3.0 diventerà nuovo store Polestar per la regione. In Piemonte è già attivo come partner dallo scorso ottobre il Gino spa, che inaugurerà i nuovi spazi a marzo. In Emilia-Romagna il temporary store modenese, che ha aperto a ottobre, diventerà Polestar Space a gennaio.
Fiat Grande Panda - "Base" ma non troppo: ecco com'è la Pop
Con il lancio della Grande Panda, la Fiat torna a presidiare il segmento B, lasciato scoperto dal 2018 con l'uscita di scena della Grande Punto. La versione dal prezzo più interessante, 18.900 euro (qui il listino prezzi completo, anche della versione elettrica), è quella d'ingresso gamma, la Pop, che solitamente si indica come modello base, ma che sulla cinque porte dispone di svariate dotazioni di sicurezza e tecnologiche non comuni per il segmento. Proposto solo in abbinamento al motore ibrido (un tre cilindri 1.2 turbobenzina da 100 CV che promette un consumo medio di 5,4 l/100 km), questo allestimento è proposto nella tinta Rosso Passione senza sovrapprezzo, ma è disponibile anche negli altri sei colori della gamma aggiungendo 750 euro. Proprio le tinte sono l'unica personalizzazione disponibile per il modello base: si possono solo aggiungere i pacchetti di manutenzione programmata, con costi che spaziano dai 442 ai 5.373 euro a seconda della copertura, fino a cinque anni o 200 mila chilometri.
Punta sulla sicurezza. La dotazione di serie della Grande Panda Pop prevede tutte le dotazioni di sicurezza presenti anche sugli allestimenti più costosi (nonché, in gran parte, obbligatorie su tutti i modelli di nuova immatricolazione): sei airbag, frenata automatica d'emergenza, mantenimento della corsia di marcia, riconoscimento dei segnali stradali, rilevatore della stanchezza del conducente e sistema di chiamata d'emergenza E-call e sensore crepuscolare per l'accensione automatica delle luci. Anche sul modello base sono presenti degli alzacristalli elettrici anteriori, il freno di stazionamento elettronico, la regolazione in altezza del sedile del guidatore e gli attacchi Isofix sui sedili laterali posteriori. Assenti, invece i gruppi ottici a Led, sostituiti da fari alogeni, le barre sul tetto, lo spoiler posteriore, i vetri oscurati, le tasche sul retro dei sedili anteriori, i poggiatesta regolabili posteriori e la regolazione elettrica degli specchietti. Niente luci né ganci per il fissaggio del carico nel bagagliaio e si deve rinunciare anche al sistema d'illuminazione a Led dell'abitacolo e ai tergicristalli automatici. I cerchi sono d'acciaio neri da 16 pollici.
L'infotainment non c'è. Chi sceglie il modello base della Fiat Grande Panda deve rinunciare all'infotainment, sostituito per ragioni di contenimento dei prezzi con una copertura di plastica nera con integrato un supporto per smartphone e una presa Usb-C per la ricarica dei propri dispositivi e il tasto per il pairing del Bluetooth. Assente anche la radio, sostituita dallo smartphone del proprietario e che può trasmettere musica in streaming all'impianto audio a due altoparlanti, il cui volume è controllabile dai tasti presenti sul volante. Il look è essenziale e spartano, ma le finiture sono simili a quelle degli altri allestimenti, così come il quadro strumenti, che anche sulla Pop è digitale e misura 10". A differenziare il modello base delle altre versioni ci sono anche il climatizzatore, che in questo caso è automatico, le finiture dei sedili (più semplici) e l'assenza del rivestimento di tessuto per i fianchetti delle portiere, qui proposti nella versione di plastica grezza colorata. Dietro, invece, non sono presenti le prese Usb-C di ricarica e il divano non è abbattibile.
DR 6.0 - Debutta la versione T-GDI
La DR introduce sul mercato la 6.0 T-GDI: questa nuova Suv da 4,5 metri a trazione anteriore affianca la già esistente 6.0 nei listini ed è disponibile per gli ordini a partire da 31.900 euro in versione benzina e 33.900 euro per la bifuel Gpl Thermohybrid.
Restyling esterno e display interno da 26". La calandra e i paraurti della T-GDI sono specifici, così come i cerchi in lega, ma le novità all'interno non sono da meno: la plancia adotta un nuovo display da 26" che integra sia l'infotainment sia la strumentazione in un unico elemento orizzontale, mentre nella console centrale troviamo la piattaforma di ricarica wireless, la leva del cambio automatico e i comandi del climatizzatore.
Benzina e Gpl con il nuovo 1.6 turbo. Il motore è un 1.6 turbo benzina a iniezione diretta da 185 CV con cambio automatico doppia frizione sette marce (7,6 l/100 km e 175 g/km di CO2, i valori di consumi ed emissioni omologati nel ciclo Wltp), offerto anche per la variante bifuel Gpl Thermohybrid da 178 CV (9,9 l/100 km e 165 g/km di CO2). Aggiornata anche la dotazione di Adas, che include ora l'Adaptive cruise control, la frenata automatica, l'avviso e mantenimento di corsia, gli abbaglianti automatici e l'allarme collisione anteriore e posteriore.
Germania - La ContiTech chiude quattro fabbriche
Non si placa l'ondata di chiusure nel settore automotive tedesco: la ContiTech (gruppo Continental) interromperà la produzione negli stabilimenti di Bad Blankenburg (Turingia), Stolzenau (Bassa Sassonia) e Moers (Renania Settentrionale-Vestfalia), mentre dal doppio sito di Frohburg e Geithain (Sassonia) non usciranno più utensili. Saranno inoltre ridimensionate le attività della futura area aziendale Original Equipment Solutions, ad Amburgo. Le misure interessano 580 posti di lavoro su 11.000 in Germania (39.000 nel mondo).
Crollo delle richieste. Come spiega Philip Nelles, membro del Consiglio esecutivo Continental e responsabile del settore ContiTech, i dolorosi passi intrapresi si sono resi necessari per i gravi e persistenti cali della domanda. Gli sviluppi nel settore automobilistico e nell'estrazione di lignite in Europa ci stanno ponendo sfide particolari. La società è già al lavoro con altre realtà per supportare i dipendenti nella ricerca di un nuovo impiego.
Difficoltà anche per Bosch. Intanto, il più grande fornitore automobilistico al mondo, la Bosch, ha reso noto che il suo utile operativo è crollato di un terzo, a 3,2 miliardi di euro nel 2024, come riflesso di una crisi profonda che coinvolge anche l'ingegneria meccanica. Ricavi leggermente contratti a 90,5 miliardi, mentre il margine Ebit dalle operazioni è sceso di due punti percentuali al 3,5%, contro un obiettivo iniziale del 7%. Ne esce particolarmente male l'Europa, che soffre la concorrenza cinese: già alla fine del 2024, la Bosch aveva annunciato l'intenzione di tagliare fino a 5.550 posti di lavoro a causa della debole richiesta di sistemi di assistenza al conducente. Nota positiva: sono stabili i ricavi nella sua divisione più grande, Mobility, a 56 miliardi di euro.