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Stellantis - I modelli elettrici in vendita in Italia - FOTO GALLERY

4 Ruote - 0 sec fa

Grazie alle sinergie operate tra i vari marchi di Stellantis, sono oggi numerose le auto elettriche presenti nei listini del colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA. L'asse Parigi-Torino-Detroit, infatti, offre oggi ben 29 modelli (26 se escludiamo i quadricicli) tra veicoli in vendita e altri già noti ma non ancora negli showroom. A questi si aggiungeranno nei prossimi mesi, tra le varie auto in arrivo, delle grandi novità italiane, di cui ancora non sono state svelate forme e caratteristiche: la nuova Lancia Ypsilon e l'inedita Suv compatta del Biscione, entrambe previste anche con powertrain a benzina, nonché la nuova Maserati Quattroporte. Nell'attesa, troverete nella nostra galleria d'immagini tutte le elettriche di Stellantis oggi in vendita (o già svelate) con le loro caratteristiche.

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Germania - Addio blackout, arriva la riduzione controllata dellenergia

4 Ruote - Dic 01,2023

La quota di mercato delle auto elettriche continua ad aumentare e con essa anche la presenza di wallbox casalinghe per la ricarica nel proprio garage. Un incremento esponenziale nella richiesta di energia che, se non gestito a dovere, rischia di portare a blackout e disservizi. L'Agenzia federale tedesca per le reti elettriche ha appena varato una serie di regole che consentono agli operatori di ridurre temporaneamente la richiesta di energia da parte di wallbox, pompe di calore e impianti di condizionamento, senza portare a interruzioni totali della corrente. Niente più blackout, insomma. Una regolamentazione del settore che entrerà in vigore a gennaio e che dovrebbe favorire anche i consumatori.

Limiti alla banda di corrente. Qualora ci sia il rischio di un possibile sovraccarico della rete elettrica, gli operatori potranno effettuare un "throttle" temporaneo, ossia una riduzione della potenza disponibile per pompe di calore, impianti di condizionamento e wallbox domestiche. Questo abbassamento non riguarda la corrente all'interno delle case, le cui luci devono continuare a rimanere accese. Dev'essere sempre disponibile una quota minima di energia per far funzionare le pompe di calore e caricare le auto, sottolinea l'authority. La riduzione di potenza può arrivare a 4,2 kW, comunque sufficienti per consentire a un'auto di immagazzinare 50 km in un'ora. Per intenderci, è come quando gli operatori telefonici limitano la banda a disposizione per il proprio smartphone: si può sempre andare su internet, ma si naviga più lentamente.

La scelta al consumatore. Sarà l'utente finale a decidere la modalità di intervento della società elettrica: lasciare che sia quest'ultima a controllare direttamente la potenza erogata ai singoli sistemi, oppure farsi allocare preventivamente una potenza sufficiente a gestirli tutti, e che non potrà essere superata in caso di sovraccarico. La gestione autonoma da parte del cliente può sempre consentire l'utilizzo e l'integrazione di energia autogenerata, per esempio proveniente da pannelli solari installati sulla propria abitazione.

I vantaggi per gli utenti. Chi ha in gestione questi dispositivi, tipicamente le abitazioni domestiche, riceverà una riduzione del costo dell'elettricità sotto forma di un abbassamento del canone annuo, o del 60% sul trasporto dell'energia. Dal 2025, chi sceglierà una tariffa fissa potrà anche scegliere un'offerta che riduce il costo dell'energia acquistata nei periodi di minor utilizzo della rete (con un principio analogo a quello delle fasce orarie). In futuro, inoltre, gli operatori non potranno più rifiutarsi di collegare nuove wallbox o pompe di calore con la scusa che la rete locale potrebbe sovraccaricarsi. Se ci saranno dei colli di bottiglia, la rete dovrà per forza essere ampliata. Presteremo molta attenzione a questo aspetto, ha dichiarato il presidente dell'authority Klaus Müller.

Trasparenza per gli operatori. I fornitori di energia non potranno semplicemente tagliare la potenza se sospettano un possibile sovraccarico, ma dovranno agire solo in caso di reale necessità, avvalorati da misurazioni in tempo reale. In aggiunta, dovranno rendere pubblici gli interventi effettuati sulle principali piattaforme internet, in maniera comprensibile per i consumatori.

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Mercato italiano - Crescita a doppia cifra anche a novembre: +16,2%

4 Ruote - Dic 01,2023

La crescita a doppia cifra del mercato dell'auto italiano non si arresta neanche a novembre. Stando ai dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni mensili si sono attestate su 139.278 unità, il 16,2% in più rispetto al pari mese dell'anno scorso. Il miglioramento è sempre legato alla maggiore disponibilità di prodotto presso le reti di vendita e alla corsa dei costruttori a smaltire il forte arretrato di ordini, anche se non mancano segnali negativi a partire dal continuo balzo delle autoimmatricolazioni. In ogni caso, con i dati di novembre e la crescita di settembre (+23%) e ottobre (+20%), l'Italia riesce a ridurre di parecchio il divario con i livelli pre-pandemia del 2019: secondo le elaborazioni Unrae, il gap mensile è del 7,1%, a fronte del 20% medio dei mesi precedenti. Se, però, si guarda il consuntivo annuale, manca ancora all'appello circa un quinto dei volumi: nei primi undici mesi del 2023 le immatricolazioni sono state 1.455.271, il 18,1% in più sul pari periodo del 2022, ma il 18,1% in meno sul 2019. Alla fine di settembre, però, il gap era ancora superiore al 20%.

Stellantis. A novembre, il gruppo guidato da Carlos Tavares conta 41.092 immatricolazioni, il 10,1% in più rispetto a un anno fa. Tra i vari brand spicca la performance di Alfa Romeo con un +71,7% (2.728 immatricolazioni). Citroën, invece, guadagna il 13,1% (4.300), Fiat il 7,1% (15.092), Jeep il 27% (5.837), Lancia l'11,1% (3.998) e Opel il 20,3% (3.025). In territorio negativo gli altri marchi: DS perde il 25,9% (456), Maserati il 33,9% (273) e Peugeot l'11,6% (5.383).

Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le targhe totali sono 20.870, per un incremento del 5%. Negative Audi con un -6,4% (5.664), Lamborghini con un -3,9% (25) e Volkswagen con un -6,4% (9.099). Al contrario, Cupra sale dell'82,8% (1.369), Seat del 39,2% (1.459) e Skoda del 42% (3.254).

Renault e Ford. Il gruppo guidato da Luca de Meo segna una crescita del 31,6% grazie a 16.332 immatricolazioni, di cui 7.355 sono del marchio della Losanga (+41,4%) e 8.977 della Dacia (+24,5%). Performance positive pure per la Ford: le 6.360 registrazioni implicano un miglioramento del 10,4%.

BMW e Daimler. Le immatricolazioni del costruttore bavarese sono pari a 7.822, il 14,2% in più rispetto a un anno fa: il marchio BMW cresce del 40,3% (6.184 targhe), mentre la Mini è in calo del 32,8% (1.638). In territorio positivo la Mercedes-Benz, con un +21% e 5.547 vetture registrate: il brand della Stella a tre punte sale del 20,3% (4.947 immatricolazioni) e la Smart del 27,1% (600). 

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota registra 10.415 veicoli e guadagna il 10,4%, con il marchio delle Tre ellissi in salita del 10,4% (10.081 immatricolazioni) e la Lexus dell'11% (334). In spolvero la Nissan (+134,7%, 4.367 targhe), la Suzuki (+35,5%, 2.954), la Mazda (+49%, 1.290), la Honda (+61,5%, 872) e la Subaru (+26,1%, 251). Ancora in territorio negativo la Mitsubishi (-40,3%, 40). Contrastate le Case coreane: la Kia, con 3.844 immatricolazioni, perde il 15,1%, mentre la Hyundai cresce del 12,7% (4.646 vetture).

Premium e sportive. Tra gli altri marchi del segmento premium, le immatricolazioni della Volvo sono 1.225 unità, il 19,7% in meno rispetto a un anno fa. Il gruppo Jaguar Land Rover ne registra 1.055 (+38,5%), di cui 113 per il marchio del Giaguaro (+0,9%) e 942 per il brand delle fuoristrada (+44,9%). Per la Tesla le  targhe sono 2.710 (+144,6%). Nel segmento delle sportive di lusso la Porsche perde il 24% (616 immatricolazioni), mentre la Ferrari passa da 75 a 32 targhe e l'Aston Martin da 6 a 12. Infine, per la Polestar le immatricolazioni sono 28, contro le 20 di un anno fa.

Gli altri brand. Tra i costruttori che si sono fatti notare negli ultimi mesi per il loro tasso di crescita spiccano ancora la MG, con un +185,7% e 3.080 targhe. Dopo due mesi negativi, torna alla crescita il gruppo DR, con un +3,8% e 3.317 immatricolazioni, mentre la Lynk & Co subisce un calo del 73,4% (180 registrazioni).

La top 10. Nella classifica dei modelli più popolari, svetta sempre la Panda con 11.237 immatricolazioni. Seconda rimane la Dacia Sandero, con 4.865 e terza la Lancia Ypsilon, con 4.002. Seguono, nell'ordine, la Jeep Avenger (3.289), la Toyota Yaris Cross (3.182), la Dacia Duster (3.117), la Ford Puma (2.970), la Citroën C3 (2.931), la Nissan Qashqai (2.902) e la Toyota Aygo X (2.584).

L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati crescono del 17,7%, mentre il noleggio vede la componente del lungo termine salire del 4,6% e la breve flettere del 27,2%. Bene società ed enti, in crescita del 21,1%. Ancora una volta, volano le autoimmatricolazioni: dopo il +92,6% di settembre e il +70,4% di ottobre, salgono del 60,7%, con l'uso privato in rialzo del 63,4% e il noleggio del 23,4%. A tal proposito, Laura Gobbini, Project Manager & Data Analyst di Dataforce Italia, sottolinea che le 147.935 autoimmatricolazioni dall'inizio dell'anno fanno ragionevolmente pensare che sfonderemo quota 160 mila a fine dicembre, tornando ad avvicinarci pericolosamente ai volumi di km zero pre-pandemia. Pericolosamente, perché troppe autoimmatricolazioni portano a un effetto negativo sui valori residui che, combinato con la frenata sugli sconti da parte degli OEM, innescherebbe una spirale involutiva sui canoni di noleggio e a un rallentamento della crescita dei volumi. Ma gli effetti negativi non finirebbero qui: se i quantitativi sempre più ingenti di autoimmatricolazioni fossero costituiti in larga parte da auto elettriche che trovassero rapidamente un acquirente finale privato o aziendale, il fenomeno costituirebbe una buona notizia. Ma non è questa la realtà: le informazioni in possesso di Dataforce dimostrano inequivocabilmente che su 8.481 elettriche immatricolate senza avere ancora un cliente finale, soltanto 750 hanno trovato un nuovo proprietario, 152 sono passate da un dealer all'altro e ben 7.213 sono ancora in stock. Infine, 631 sono state esportate proprio verso quei Paesi (Belgio, Germania, Svizzera, Danimarca e Francia) che hanno fatto da traino alla transizione elettrica ma che adesso, finiti gli incentivi anche da loro, cercano le offerte di fine stagione proprio da noi.

Ritorno alla crescita per le Bev. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione conferma il trend positivo delle elettriche: le Bev guadagnano il 54,2% e salgono dal 4,2% al 5,6% del mercato. Ancora in calo le ibride plug-in: le immatricolazioni scendono del 13,9% e la quota dal 5,5% al 4,1%. Le ibride, invece, segnano un +31,3% (+45,3% per le full e +26% per le mild) e passano dal 33,7% al 37,9%. Tra le alimentazioni tradizionali prosegue l'andamento positivo del Gpl: +1,1%, ma la penetrazione passa dall'11,2% al 9,7%. Crisi sempre più nera il metano, con un crollo del 46,3% e una quota in contrazione dallo 0,3% allo 0,2%. Le auto a benzina, grazie a un +20,5%, salgono dal 26,9% al 27,8% del mercato. Infine, le diesel segnano un -5,7% e scendono dal 18,1% al 14,7%.

La classifica delle Ev. All'interno dell'aggregato delle sole elettriche, il primo posto è occupato dalla Tesla Model 3 con 1.956 immatricolazioni; la seconda posizione è appannaggio della Tesla Model Y (703) e la terza della Dacia Spring (509). Alle loro spalle Fiat Nuova 500 (422), Smart Fortwo (422), Jeep Avenger (246), MG 4 (216), Audi Q4 (202), Smart #1 (177) e BMW iX1 (167).

Emissioni. Ovviamente, l'andamento delle varie alimentazioni influisce sui dati di emissione: la CO2 media è pari a 117,2 g/km, lo 0,8% in meno rispetto ai 118,2 dello stesso mese dell'anno scorso (il dato dei primi 11 mesi dell'anno cresce, però, dello 0,8% a 119,7). A novembre sono state immatricolate 8.831 auto (6,2% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.826 vetture (3,4% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 91.616 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 64,7% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 30.471 auto (21,5% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 3.005 (2,1%).

Il commento dell'Unrae. Nella sua consueta analisi dei dati, l'Unrae pone l'accento sulle misure finora attivate per la transizione. Visto il perdurare del ritardo in tema di transizione energetica, l'Unrae ribadisce l'urgenza di intervenire sull'attuale schema incentivi, attraverso un provvedimento che interrompa le indiscrezioni di stampa e l'attendismo che si è creato sul mercato, che non si riflette ancora nei dati delle immatricolazioni, afferma il presidente Michele Crisci. Tale revisione dovrebbe prevedere modifiche delle regole attuali, accogliendo le richieste dell'Unrae di innalzamento del price cap e di estensione dell'incentivo a tutte le imprese con bonus a importo pieno, per rendere le stesse regole più fruibili, maggiormente indirizzate ai target europei e utili a un accelerato rinnovo del parco. Tuttavia, per l'associazione, la sola revisione degli incentivi non è sufficiente: Richiamiamo ancora una volta la necessità di una revisione del regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che potrebbe essere velocemente attuata attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, in modo da favorire la competitività delle imprese italiane, oltre a rilanciare un settore che, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, è in grado di accelerare il rinnovo del parco complessivo circolante, conclude Crisci.

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Sixt - Le Tesla escono dalla flotta: le richieste dei clienti sono troppo basse

4 Ruote - Dic 01,2023

Sixt ha deciso di rimuovere tutti i modelli della Tesla dalla sua offerta di noleggio. La novità è stata annunciata dalla stessa società di autonoleggio in una mail inviata ai clienti e raccolta dalla testata tedesca Focus: "Vorremmo informarvi che al momento non stiamo acquistando altri veicoli Tesla. Inoltre, stiamo riducendo il numero di veicoli Tesla nella nostra flotta di auto a noleggio", si legge nel messaggio. 

I motivi. Diverse sono le ragioni alla base della decisione presa da Sixt. Innanzitutto, la domanda di auto elettriche è "ancora nettamente al di sotto di quella per le auto con motori a combustione interna". Inoltre, i veicoli a batteria hanno "prezzi di listino e costi di riparazione più elevati" e scontano lo svantaggio di "valori residui inferiori" rispetto alle endotermiche. L'azienda è rimasta anche infastidita dalle continue variazioni dei listini annunciate dalla Tesla perché hanno "messo ulteriormente sotto pressione" proprio i valori residui delle auto. Nel complesso, tutti questi fattori hanno determinato "costi di gestione e proprietà significativamente più elevati per i veicoli Tesla, di cui naturalmente dobbiamo tenere conto nelle nostre decisioni sulla flotta dal punto di vista commerciale". Attualmente, circa il 6% della flotta Sixt è composto da auto elettriche: oltre a Tesla, ne fanno parte anche vetture Mercedes-Benz, BMW, BYD, Nio, Opel, Peugeot e MG. Fino a poco tempo fa, l'azienda tedesca prevedeva di arrivare al 2030 con un parco per almeno il 70% composto da Bev.  

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Suzuki - Vitara e S-Cross Yoru: ispirate alla notte

4 Ruote - Dic 01,2023

Nel fine settimana del Rally di Monza, nell'autodromo brianzolo è presente anche la Suzuki, che ha tolto i veli alle Vitara e S-Cross nell'edizione limitata Yoru. Un allestimento caratterizzato da carrozzeria blu notte e inserti, modanature e dettagli estetici di color argento; l'equipaggiamento previsto è invece il più ricco disponibile in gamma.

Deriva dal kanji. Il nome di questo allestimento prende il nome dal kanji Yoru, ossia l'ideogramma che indica il momento della notte più buio in cui i corpi celesti come luna e stelle risultano più visibili in cielo. E proprio questi elementi vengono ripresi dalla tinta dei dettagli estetici presenti sulle due vetture.

Nel dettaglio. Il badge dedicato Yoru sul montante centrale firma questo speciale allestimento che si fa notare per le calotte degli specchietti, paracolpi argento e griglia frontale nera lucida. A completare la dotazione troviamo poi tetto apribile panoramico e, nel caso della Vitara, l'orologio analogico sulla plancia, che vede i kanji sul quadrante al posto dei canonici numeri. Tutti i 500 esemplari dell'edizione Yoru prevedono come motorizzazione solo il 1.4 Boosterjet mild hybrid a 48V con 129 cavalli e 235 Nm di coppia, abbinato al cambio manuale sei marce e alla trazione integrale.

I prezzi. I prezzi dell'allestimento Yoru partono da 31.990 euro per la Vitara, mentre la S-Cross è disponibile a 33.990 euro. Tuttavia, l'offerta di lancio disponibile fino a fine 2023 fa scendere il listino di 2.500 euro per entrambe le vetture.

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Wikitruffa - Le frodi tecnologiche che lautomobilista può subire

4 Ruote - Dic 01,2023

Bande di criminali, così come le autorità le hanno più volte definite, creano siti Internet veri di intermediari assicurativi fake, per vendere polizze RC Auto temporanee inesistenti. Siamo attorno a 100 euro a settimana. Chi cade in trappola? Automobilisti con classi di merito penalizzanti, perché hanno causato vari incidenti in passato, e che abitano in zone dove la sinistrosità è elevata: vedi Napoli, Caserta, Bari, Foggia, Palermo soprattutto. Se dovessero comprare una RCA annuale da una compagnia vera, pagherebbero importi stellari, anche 2.000 euro l'anno per un'utilitaria. Così, spinti dall'esigenza di risparmiare, abboccano ai portali fasulli. Il risultato è che viaggeranno senza RCA: in caso di incidente causato dall'auto priva di polizza, nessuna compagnia risarcirà i danni alla vittima. A tutto dovrà provvedere il colpevole di tasca propria. Una frode congeniata con astuzia, perché i portali presentano una grafica accattivante, e un nome moderno simile alla denominazione di una compagnia o di un broker esistente (del tutto estranei alla trappola). Ogni sito fake è così insidioso che, se spento dopo provvedimento giudiziario, come un'araba fenice torna in vita con nome e indirizzo web leggermente diverso. Siamo attorno a 700 portali Internet fasulli scoperti dal 2000, grazie all'azione dell'Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. I malfattori spesso incassano i pagamenti dei premi a favore di carte di credito ricaricabili o prepagate (pratiche irregolari). Illeciti pure i bonifici a favore di persone o società non iscritte negli albi delle imprese assicuratrici. Per prevenire la pericolosissima fregatura, in caso di dubbio, con proposta sospetta da parte di un intermediario di cui non si conosce niente, e un prezzo ultra low cost, contattate (al numero verde 800486661 da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 14.30) la stessa authority. Che da pochi giorni ha un'arma in più per sconfiggere chi architetta il raggiro: ordina ai fornitori di servizi di connettività (provider) l'oscuramento dei siti web che offrono abusivamente servizi assicurativi. L'Istituto emana un ordine di cessazione dell'attività nei confronti dell'intermediario, qualora sia rintracciabile, e chiede ai provider di inibire l'accesso dall'Italia al sito web irregolare. Gli utenti che vi accederanno saranno reindirizzati su una pagina di avviso specifica.

Bollo auto. Sta circolando una notizia secondo la quale il pagamento del bollo auto (tassa di proprietà regionale) in Italia sarebbe illegale, in quanto violerebbe le normative europee. Pertanto, l'Italia e le Regioni sarebbero oggetto da parte dell'Unione europea di una sanzione pesante. La vittima viene spedita su un sito dove si possono chiedere i soldi versati indietro: è sufficiente pagare una minima commissione di un paio di euro con carta di credito. Fake totale.

Le strumentazioni elettroniche delle auto sono tutt'altro che inviolabili. Affinché un usato valga più del reale, il venditore può scalare i km. In caso di dubbio, prima di comprare la vettura, l'unica soluzione è collegare il mezzo alla stazione di diagnosi di una concessionaria o a quella del vostro meccanico di fiducia, così da cercare tracce elettroniche. Nelle auto moderne, le centraline spesso tengono in memoria i dati dei km percorsi o delle ore di funzionamento. Anche le centraline sono alterabili? Sì. Tuttavia, il lavoro richiede perizia, tempo e denaro: per il truffatore, il gioco non vale la candela. Insomma, chi bara lascia tracce, come se camminasse nella neve fresca. Possibile pure scovare segni di manipolazioni sulle viti di smontaggio di cruscotto e console. Di recente, a varie ondate, l'Unione europea ha cercato di arginare il fenomeno dello schilometraggio grazie a procedure innovative nelle revisioni periodiche ministeriali dei singoli Paesi, ma con risultati incerti. Risultato: i costi economici delle frodi sul contachilometri, indica un report del Parlamento Ue, sono stimati in 1,3 miliardi di euro, generando 8,8 miliardi di euro di perdite.

Chi parcheggia in divieto di sosta in varie città rischia di essere preso di mira da bande che piazzano falsi preavvisi di verbali sul parabrezza delle auto, con tanto di logo del Comune e il riferimento esatto al Codice della strada. Più un QR Code presente nel foglietto da inquadrare con lo smartphone. Chi lo fa si vede richiedere il pagamento di una somma (12,5 euro) tramite carta di credito Visa o Mastercard (o PayPal), coi numeri da inserire, assieme a quello del cellulare e all'indirizzo mail: è il phishing, il furto di dati che prevede la sottrazione di denaro. Per scovare il trucco, sappiate che una multa per divieto di sosta non costa 12,50 euro. Il preavviso fake specifica la possibilità di pagare entro cinque giorni con lo sconto del 50%: in realtà, il taglio è del 30%. Già mille gli avvisi individuati, specie a Milano. A Napoli i mariuoli vanno dritto al sodo: sul foglietto c'è un Iban. Per effettuare bonifico di 5 euro. Cifre modeste affinché la vittima non indaghi troppo e sia indotto a levarsi in fretta il fastidio.

C'è chi versa caparre ricaricando Postepay o carte analoghe per comprare auto usate su siti web, poi si reca nel luogo dell'appuntamento per saldare, ma del venditore non c'è traccia. successo di recente a Novara. Pochi giorni prima che la vittima denunciasse l'accaduto, un commerciante novarese (onesto) aveva denunciato alla questura che ignoti, utilizzando a sua insaputa i dati della propria azienda, stavano inserendo da tempo annunci di vendita di auto su alcuni siti e-commerce, in cui richiedevano il pagamento di caparre a beneficio di una Postepay. Al minimo sentore di truffa, stoppatevi. Appena il venditore vuole seguire una procedura non contemplata o non suggerita dal grosso marketplace dell'usato, tiratevi indietro. Analogamente, cautela col bonifico per comprare un'auto usata, vista in rete. Il momento giusto per eseguire il pagamento di una second hand è quello contestuale al momento di autentica della firma sull'atto di vendita, non prima. In quell'istante, si verifica una separazione della proprietà e del possesso del veicolo. Invece, se effettuate un bonifico in anticipo, rischiate grosso. Affinché il compratore possa adempiere alla burocrazia del caso, deve anche avere la documentazione del proprietario precedente. Se il denaro viene trasferito prima, è possibile che un venditore disonesto trattenga la cifra senza effettuare la voltura del mezzo. Il vero motivo della straordinaria diffusione delle frodi in rete, specie per la compravendita dell'auto usata, è la semplicità dello strumento, che induce a cadere in tentazione. Eppoi è tutto facile: inserzione, contatto con l'altra parte, trattativa via mail e al pagamento con una serie di click al volo. Seduto davanti al computer a casa, o con lo smartphone dal divano. I numeri in Italia? Assolutamente falsi. Perché, per la vergogna, spessissimo i raggirati non sporgono denuncia. Senza contare chi ha scarsa fiducia nella giustizia. Le due regole d'oro se comprate: mai anticipare soldi; diffidare di venditori, in genere stranieri, che propongono il deposito del mezzo presso uno spedizioniere. Questi farà da garante e ve la recapiterà dopo il versamento della somma pattuita: più la procedura è anomala, più state in guardia. Nessuna concessionaria affidabile lavora così. I siti web cui fanno riferimento i venditori sono attendibili? Questo conta zero: i portali online sono sempre più raffinati, siano di spedizionieri o di garanti.

Attenti ai gruppi che, su questo social (estraneo alla truffa), fingono di vendere auto usate a prezzi stracciati tramite presunte concessionarie. Un esempio? Di recente, un giovane di Cremona ha tentato di acquistare online un'auto, a un prezzo super conveniente: una Kia Sportage con 50.000 km a 3.000 euro. Il ragazzo è stato contattato dall'inserzionista, che dichiarava di essere svizzero. Il venditore si rendeva disponibile a inviare l'auto per farla visionare, tramite un carro attrezzi, che avrebbe dovuto essere pagato con un vaglia postale. Quindi ha domandato i dati del compratore, chiedendo anche di preparare il contante per il giorno dell'appuntamento fissato per la consegna. Nel contempo, il compratore ha ricevuto lo stesso messaggio (nome, cognome e nazionalità cambiati) rispondendo a un altro post, questa volta su un sito web specializzato nella compravendita di usato. Unica prevenzione secondo le Forze dell'ordine: Rivolgersi a concessionarie conosciute, con un proprio reparto ad hoc'. La presenza di professionisti con documentazioni certificate e le transizioni tra il privato e la concessionaria stessa rendono gli acquisti sicuri e rintracciabili, permettendo ai compratori di avere tutte le garanzie del caso e non incorrere in truffe.

Hai comprato un accessorio auto e lo attendi a casa tramite spedizione? Attento a una possibile truffa che parte da un Sms o da una mail: Ciao, il tuo pacco è stato consegnato il 30-1a-2023 al punto di consegna. Vedi dove puoi ritirare il tuo pacco qui. Segue link. Questo messaggio sta arrivando a molti italiani da un account che si spaccia per il noto corriere GLS. E magari, qualcuno sta davvero aspettando l'arrivo di un acquisto online, oppure è solo curioso (accade spessissimo): se clicca sul link, è il primo passo verso il trappolone. Dopodiché, scatta il tentativo di phishing, per impadronirsi di vari dati personali. Se non cedete, magari ecco altri alert: Avviso, il tuo pacco è ancora nel nostro centro spedizione. Si prega di seguire le istruzioni qui. O: Ultimo tentativo di informarti sull'articolo nel nostro centro spedizione. Si prega di seguire le istruzioni qui. Sono sempre più comuni le truffe via mail, spiega la società: I criminali utilizzano il marchio GLS inviando falsi messaggi. Questi spesso contengono richieste di pagamento, finti allegati o invitano il cliente a modificare i propri dati sensibili cliccando su link fittizio. Le mail fraudolente sono facilmente riconoscibili in quanto contengono frequenti errori ortografici e grammaticali, così come loghi aziendali sfocati o sgranati e provengono da indirizzi mittenti non noti. bene controllare sempre l'attendibilità di una mail prima di aprirla, non scaricare gli allegati delle mail sospette, non pagare in nessun caso gli importi richiesti, non cliccare sul link. In nessun caso GLS effettua richieste di pagamento con carta di credito via sms o mail. Non sarà responsabile per eventuali danni derivanti da attività fraudolente da parte di terzi che abusano del nome di GLS.

Hotel con stazioni di ricarica elettrica super attrezzate. Hai un'auto a batteria e per il tuo viaggio cerchi alberghi con veloci colonnine dove fare il pieno di notte? Sappi che vanno di moda le truffe, che riguardano anche gli affitti brevi. Strutture inesistenti, iper tecnologiche, con punti di ricarica ultra fast: incassano bonifici e scompaiono, o chiedono informazioni personali e numeri delle carte di credito. Più sembrano moderni con strutture per il rifornimento rapido di elettroni, più sono credibili. Secondo il Rapporto Censis-DeepCyber, le prenotazioni di viaggi e alloggi figurano fra le cinque attività digitali che gli italiani ritengono più rischiose per la sicurezza dei propri dati: la Polizia e il portale Airbnb hanno realizzato una guida con consigli e suggerimenti per aiutare i vacanzieri a evitare raggiri. Spesso, l'host ha creato da poco tempo un annuncio, sprovvisto di recensioni ma accattivante. Il truffatore risulta gentilissimo e lieto che abbiate scelto il suo appartamento e vi proporrà anche un sensibile sconto, ma solo annullando la prenotazione fatta sul sito. Spinge per trattare privatamente, così da risparmiare la commissione del portale. Guai in vista.

L'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni esiste eccome; idem il Preventivass, il mega preventivatore online che da maggio 2021 permette di confrontare numerosi prezzi RC Auto del vostro profilo. In guardia dal falso preventivatore Ivass, che richiama nel nome e nell'indirizzo web quello vero. Il portale fake chiede dati della carta di credito. Invece, quello vero elabora preventivi, ma l'affare lo concluderete voi da solo contattando la singola compagnia assicuratrice che vi propone il prezzo più basso. Per il futuro, uno schema di decreto del governo Meloni recepisce la direttiva 2009/103/Ue secondo cui i Paesi devono dotarsi di un sistema di preventivazione con caratteristiche di indipendenza, chiarezza, oggettività, precisione, esaustività e affidabilità. Queste qualità sono già possedute da Preventivass: uno strumento ufficiale di tutela per i consumatori, che hanno la possibilità di confrontare i premi proposti dalle varie compagnie. Con l'entrata in vigore degli obblighi di consultazione a carico degli intermediari da marzo di quest'anno, tra marzo e giugno 2023, Preventivass ha elaborato 30 milioni di preventivi. Diffidate dalle imitazioni fraudolente.

l'arcinota carta di circolazione. Il documento necessario alla circolazione del veicolo che il conducente deve sempre portare nel veicolo per viaggiare. Viene rilasciato dall'ufficio provinciale della Motorizzazione civile e attesta i dati relativi alle caratteristiche tecniche del veicolo. Se vendete l'auto usata, mai dare al nuovo proprietario il libretto prima che la dichiarazione di vendita sia stata autenticata. In generale, prima di consegnare il mezzo e i documenti all'acquirente, verificare l'avvenuto incasso della vendita: il prezzo viene pagato, di solito, con bonifico bancario o con assegno per mantenere tracciabilità della transazione a beneficio di entrambe le parti. In caso di pagamento con bonifico, dovete fornire il vostro codice Iban all'acquirente. Opportuno che questi inserisca sul bonifico una causale riportante il modello del veicolo e il numero di targa. In caso di pagamento con assegno bancario o circolare, le parti possono concordare scritture private o fotocopia dell'assegno controfirmate dal venditore: obiettivo, attestare l'avvenuta consegna dell'assegno.

Pare tutto vero: mail di notifica di multe da parte della Polizia Locale. Con logo, stemma, riferimento di legge, date, numeri e nomi di autovelox e di telecamere delle Zone a traffico limitato. Nella propria casella di posta, avvisi del tipo Si procede alla notificazione dell'atto n. A1119919643ZZ4466BBB, che possono trarre in inganno visto che riportano come mittente il Comune. Messaggi con comunicazioni simili a quelle che mandano le Forze dell'ordine. Ma truffe per carpire informazioni sensibili e dati personali. Di mezzo, il famigerato link all'interno mail. La notifica di comunicazioni e verbali di violazioni in forma digitale è talvolta consentita, tramite canali istituzionali e verso destinazioni certificate che consentono l'identificazione certa del destinatario, come le caselle di Posta elettronica certificata-Pec. In alternativa, si chiede il pagamento per una multa di eccesso di velocità, un debito dell'ufficio delle imposte regionale per un vecchio bollo auto non pagato.

Bande di truffatori fingono di dare in affitto vetture di seconda mano per anni, contro il pagamento di un anticipo e di un canone mensile. In realtà, ricevuta la caparra, si dileguano. Di recente, mille truffati a Padova. Le società amministrate da da due personaggi offrivano a noleggio a lungo termine vetture di ogni genere, dalle lussuose Porsche Macan, Audi Q5 e Bmw 318 alle utilitarie Fiat Panda, Opel Corsa e Ford Fiesta. A importi molto vantaggiosi. Pubblicizzando in rete gli annunci che assicuravano esborsi iniziali e mensili esigui. I due concordavano la stipula dei contratti a lungo termine, intascavano una o più somme di denaro a titolo di anticipo e assicuravano la consegna del veicolo a distanza di tre mesi. Le somme venivano accreditate sul conto corrente della società poi fallita ma delle macchine neppure l'ombra. I malviventi trovavano ogni tipo di scusa per il ritardo, garantendo ai clienti la rapida consegna del veicolo per poi sparire nel nulla. Non rispondendo più a telefonate, raccomandate e-mail. sempre opportuno scegliere il canale più adeguato per prenotare, facendo attenzione a distinguere le società di noleggio vera e propria da sconosciute e microscopiche aziende, agenzie e broker. Diffidando di prezzi così bassi da sembrare anomali.

Il truffatore che contatta il pollo da spennare parla di straordinaria opportunità da cogliere al volo: un'auto usata, una km 0, una vettura confiscata. Un affare d'oro da concludere subito. Oppure un investimento in qualche attività che abbia a che fare con le auto: trading online nel settore automotive, stazioni di ricarica futuristiche, batterie al litio del futuro. Le truffe del software di previsione informatica promettono di prevedere i movimenti del mercato azionario, i risultati delle corse automobilistiche: sei un vincente dall'inizio alla fine, senza possibilità di perdere. Domanda basica per non cadere in tentazione: se uno sconosciuto conosce il segreto per fare quattrini così facilmente, perché è talmente generoso da condividere queste informazioni preziose?

il nome commerciale di un materiale plastico modellabile prodotto dalla Fila, usato specie dai bimbi: di consistenza simile alla plastilina e al Das, il Pongo è un materiale colorato a base di cera. Del tutto estranea alle truffe l'azienda in questione. Il malvivente alla guida della sua auto attende che la vittima, ignara, lo sorpassi a sinistra. Dal mezzo del criminale viene lanciata una pallina di pongo sulla carrozzeria dell'altra auto della stessa vittima producendo uno schiocco secco. L'impostore lampeggia chiedendo di accostare: dice che durante il sorpasso si è aperta improvvisamente la portiera dell'altra auto danneggiando la fiancata sinistra. I segni su entrambe le carrozzerie ci sono realmente, ma quelli sull'auto del truffatore sono pregressi e quelli sull'auto della vittima sono stati causati dalla pallina di pongo: si vede una scia bianca. Il truffatore propone un risarcimento immediato cash, al volo, quanto la vittima ha in tasca magari. Evitando di coinvolgere le compagnie, così che la vittima non subisca la costosissima penalizzazione delle classi di merito RCA: onerose pratiche e lunghe. Due dritte. Uno: allertate le Forze dell'ordine immediatamente e vedete come reagisce il guidatore. Due: toccando con un dito la scia bianca. Viene via sbriciolandosi? Si tratta di pongo e il truffaldino è smascherato. Comunque, nessuna discussione che può degenerare: è sufficiente avvisare Polizia o Carabinieri subito.

Variante del noto phishing (truffa effettuata su Internet con cui il malvivente ottiene informazioni personali, dati finanziari e codici chiave), è una frode che si avvale del QR Code: il codice a barre per accedere a un contenuto multimediale senza digitare l'indirizzo web della risorsa. Abbiamo il quishing delle multe per divieto di sosta a Milano. Ma anche il quishing di numerosi siti fake di compravendita di accessori auto e di vetture usate, che invece fanno atterrare su piattaforme dove si viene bombardati da richieste: codici delle carte di credito, mail, cellulare, codice fiscale, ma anche foto di carta d'identità, patente e carta di circolazione. Un'appropriazione dell'identità altrui per scorrazzare dentro il web commettendo illeciti di varia natura. Inquadrare il QR con lo smartphone per visualizzare le vetture in vendita, per pagare un parcheggio, per ottenere uno sconto su un ricambio C'è di tutto. Prevenite: anzitutto, verificate l'indirizzo del sito che si apre dopo aver scansionato il codice, diffidando di URL abbreviati o differenti dal dominio ufficiale.

State pagando un'auto a rate, e magari ne avete saltata una per un momentaneo problema economico: può darsi che un vero call center di recupero crediti vi contatti affinché vi rimettiate in linea saldando il debito. Oppure vi inviano un messaggio tramite mail o WhatsApp. Tutto lecito e regola. Ma ci sono anche truffatori che si fingono società di recupero crediti, riuscendo a spillare quattrini dalle vittime. Altri si presentano come professionisti di uno studio legale per estinguere vecchi finanziamenti con un solo bonifico, spendendo molto meno di quanto si sborserebbe chiudendo tutti i debiti uno per uno. Le spie della frode? Errore grammaticali come sollicito di pagamento, invio della mail dall'indirizzo credit factor (nome che suona bene, simile a qualche società davvero operante), richiesta saldo tramite servizi utilizzati dai cittadini stranieri per inviare soldi nel proprio Paese d'origine. In caso di dubbi, controllate l'identità del contatto non utilizzando i dati forniti nel messaggio che vi è stato inviato.

il phishing con gli Sms: forma di attacco popolare perché è più facile per i malintenzionati trovare il numero di telefono anziché l'e-mail di una vittima. molto più semplice mettere insieme dieci cifre a caso per snidare una vittima piuttosto che centrare un indirizzo mail. L'hacker invia messaggi a infinite combinazioni di cifre della stessa lunghezza. Lo smishing fa presa perché in un attimo si passa alla compilazione di un modulo online su un sito web fasullo. attendibile perché il mittente sembra un'azienda vera (per esempio una banca) che vi spiega perché dovete fornire i vostri dati: in particolare, c'è "un problema col vostro account" e non riescono a rimborsarvi somme di denaro che avete versato per la polizza RCA, per il bollo auto, per le tasse automobilistiche di qualche natura. La società di consulenza Gartner riferisce che il 98% dei messaggi di testo viene letto e addirittura il 45% riceve risposta.

Dal 2023 noto come X, è un servizio di microblogging della società X Corp: dietro, c'è Elon Musk, creatore della Tesla. Molte truffe vedono gli automobilisti come vittime. Si convince l'utente che l'account di Twitter è autentico e poi lo si manipola mediante l'ingegneria sociale per farsi consegnare i dati di carte di credito o informazioni personali. Esiste poi la frode legata agli account di assistenza, in cui il malvivente si spaccia per il servizio clienti di un'azienda in qualche modo legata al mondo auto. Talvolta, la comunicazione avverte di un servizio in scadenza, di un pagamento non andato a buon fine o della possibilità che un conto corrente venga bloccato: si invita ad agire immediatamente per evitare terribili guai.

la United Parcel Service, società americana di trasporto pacchi e spedizioni internazionali. Del tutto estranea alle truffe, ha elaborato un vademecum per stare alla larga dalle frodi: come la consegna di un pacco contenente un accessorio auto. Ci sono siti web che utilizzano illegalmente il nome o marchio UPS. Che agisce contro qualsiasi uso non autorizzato o non concesso in licenza della sua proprietà intellettuale (marchi commerciali, copyright, brevetti e segreti commerciali), se rilevato. Si tenga conto del fatto che alcuni siti web fraudolenti possono avere l'aspetto rassicurante e onesto di un sito UPS. Per essere certi di accedere a un sito web UPS autorizzato, occorre usare www.ups.com. Malintenzionati potrebbero utilizzare anche il telefono, i messaggi di testo, la posta ordinaria o altri sistemi di comunicazione nel tentativo di rubare i vostri dati personali o di estorcere denaro. Queste comunicazioni richiedono in genere informazioni personali o pagamenti anticipati per ricevere il pacco o segnalano l'esigenza di aggiornare l'account domandando una copia della fattura UPS. I link contenuti nei messaggi di testo possono contenere malware o indirizzare a siti web fraudolenti. Il tutto condito da messaggi allarmanti che richiedono azione immediata come Il tuo codice cliente verrà sospeso entro 24 ore oppure Contattaci immediatamente per reclamare il tuo pacco o i tuoi premi. Una sorta di pressione psicologica per indurre la vittima a cedere.

La Polizia Postale mette in guardia: in seguito alla pubblicazione dell'annuncio di vendita della propria auto, numerosi utenti vengono contattati da soggetti, apparentemente interessati al veicolo, che a garanzia della compravendita richiedono al venditore di eseguire la visura Pra. Il falso acquirente contatta il venditore tramite WhatsApp, e gli chiede di effettuare la visura su un sito consigliato dal proprio meccanico di fiducia, inviandone il link. Per ottenere la visura, l'utente dovrà registrarsi al sito farlocco e pagare una somma di denaro. Questa operazione consente al criminale di carpire i dati della carta di credito della vittima. Utilizzate solo i servizi ufficiali proposti dall'Automobile Club d'Italia.

una compagnia assicuratrice svizzera operante in Italia ed estranea a qualsiasi truffa. La società è stata però informata dell'esistenza di alcuni siti Internet irregolari che propongono la distribuzione online di polizze assicurative RC auto, utilizzando impropriamente nome, marchio, logo Zurich o Zurich Connect. In realtà, l'azienda non ha nessun rapporto di collaborazione con quei siti e ha già intrapreso iniziative presso le autorità per tutelare sé stessa e i clienti. Per informazioni, numero verde 800815815. Occhio ai campanelli d'allarme, come l'assenza sul sito web dei dati identificativi dell'intermediario assicurativo. Inoltre, lontani dai nomi di imprese che non compaiono nell'elenco delle società italiane né di quelle estere ammesse a operare nella RC auto.

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Honda CR-V - La storia di una Suv che ha fatto epoca - VIDEO

4 Ruote - Dic 01,2023

La prima serie della Honda CR-V, nota anche come concept runabout vehicle, è nata nel 1995: il pianale era quello della Civic coeva, ma le ruote erano alte, con quella di scorta appesa al portellone, proprio come sulle fuoristrada classiche. Ha conquistato subito per la versatilità e per alcune soluzioni originali come il piano di carico che, una volta estratto, si trasforma in un tavolo da picnic. A spingere, un 2 litri a benzina aspirato da 128 cavalli, disposto in posizione trasversale, con un cambio manuale a 5 marce. E poi, certo, la trazione integrale a inserimento automatico. 

Una tipa quadrata. La seconda generazione arriva in Europa nel 2002. Pur conservando i tratti stilistici tipici delle fuoristrada, fa un gran salto in avanti nelle finiture e nelle dotazioni. Basata sulla piattaforma della Civic numero sette, è la prima a introdurre (con il restyling del 2004) il 2.2 turbodiesel da 140 cavalli già montato sulla Accord di quegli anni. Ma è la terza serie, che debutta in società al Salone di Parigi del 2006, a prendere nettamente le distanze dal mondo dell'offroad. Conserva una buona altezza da terra e la trazione integrale a inserimento automatico, ma tutto il resto ha un sapore ben più automobilistico. Anche qui, la scelta spazia fra benzina aspirati e turbodiesel, entrambi da 150 cavalli.

Il momento della Phev. La prima Honda CR-V con la possibilità della sola trazione anteriore è la quarta della stirpe, ma è con la quinta che debutta, nel 2018, il powertrain ibrido full, all'epoca disponibile sia in veste 2wd sia 4x4. Un'evoluzione costante e ragionata, in pieno stile giap. Che oggi prende forma in questa CR-V, la numero sei. Per la prima volta, anche ibrida plug-in: 184 cavalli di sistema e un consumo medio, con la batteria da 17,7 kWh scarica, pari a quasi 18 km/litro. Se è vero che la trazione integrale (realizzata con il classico albero di trasmissione) è disponibile soltanto con il powertrain ibrido full, la CR-V plug-in è comunque attrezzata per esplorare strade non asfaltate. Sempre senza avventurarsi su percorsi troppo impegnativi. 

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Hyundai-Kia - Uni Wheel, la rivoluzione (elettrica) della ruota

4 Ruote - Dic 01,2023

Hyundai e Kia hanno presentato Uni Wheel, un sistema brevettato di trazione per veicoli elettrici totalmente integrato nella parte interna delle ruote. Questa tecnologia promette una razionalizzazione degli spazi, una maggiore efficienza e un confort superiore rispetto alla classica soluzione con semiassi e giunti. Per il momento non è stato comunicato quando questo sistema sarà introdotto sui prodotti di serie.

Gli ingranaggi di trasmissione sono integrati nelle ruote. I tecnici coreani sono riusciti a posizionare nelle ruote gli ingranaggi planetari necessari alla trasmissione del moto, esaltando così la compattezza e la riduzione degli ingombri già ottenuta dai veicoli a batteria con pianale piatto e assenza del cambio tradizionale. Il progetto prevede un motore elettrico per ogni ruota e un albero di trasmissione di lunghezza ridotta, liberando così spazio nella scocca: i motori in questione potranno erogare una maggiore coppia in uscita grazie all'elevato rapporto di riduzione, quindi i tecnici hanno già previsto la possibilità di usare motori più compatti sui quali sarà possibile gestire un sistema di torque vectoring, senza perdite dal punto di vista prestazionale.

Una soluzione per ruote da 4 a 25 pollici. Hyundai e Kia hanno pensato a Uni Wheel per una tipologia molto ampia di applicazioni, tra cui anche i PBV (Purpose Built Vehicles), dove i minori ingombri consentiranno di aumentare la capacità di carico e l'accesso al pianale. Questa tecnologia inoltre è potenzialmente applicabile anche a sedie a rotelle, biciclette e robot: il progetto prevede infatti che Uni Wheel sia compatibile con ruote da 4 a 25 pollici. 

Maggiore efficienza rispetto ai giunti tradizionali. L'assenza dei giunti omocinetici, che in condizioni di forte inclinazione oppongono maggiore resistenza e riducono la loro vita utile, unita alla presenza di sospensioni pneumatiche che mantengono costante l'altezza della vettura, permette inoltre di ottenere un sensibile miglioramento dei consumi energetici. Lo stesso vale per l'adozione di motori elettrici più compatti, con software capaci di ottimizzare la ripartizione della coppia.

Il pianale diventa realmente piatto. Tutte queste innovazioni permetteranno anche di rendere più libero il layout degli interni in vista dell'evoluzione dei sistemi di guida autonoma. Sono attualmente allo studio per esempio soluzioni che abbandonano la disposizione tradizionale dei sedili, inoltre l'assenza dei motori al centro degli assali permetterà di spostare le batterie per ridurre l'altezza del pianale e delle sedute.

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Seat - 39 mila pannelli solari per triplicare la produzione di energia green

4 Ruote - Dic 01,2023

La Seat ha presentato un ingente piano per l'ampliamento del suo impianto fotovoltaico, che prevede l'installazione di 39 mila nuovi pannelli solari su una superficie di 233 mila metri quadrati. L'opera coinvolge i tre stabilimenti produttivi della Casa spagnola a El Prat, Barcellona e Martorell. Quest'ultimo, in particolare, celebra quest'anno il suo trentesimo anniversario: dal 2025 produrrà solo auto elettriche per i marchi Cupra e Volkswagen.

Carica mezzo milione di Born. Il nuovo impianto, chiamato Seat al Sol 2, offrirà ulteriori 21 MW di potenza per autoprodurre 29 GWh di elettricità all'anno. Sommati agli 11 MW di potenza attuali, che generano 17 GWh/annui, il progetto porterà a 32 i MW totali e a 46 GWh l'energia prodotta annualmente, che andrà ad affiancarsi a quella verde certificata e proveniente da fonti esterne.

 

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La mobilità del futuro - Sostenibile, competitiva e per tutti: la ricetta di De Meo per lEuropa

4 Ruote - Dic 01,2023

Nel giorno dell'apertura dei lavori della Cop28 il presidente di Acea Luca de Meo ha presentato il manifesto per l'Europa e le sfide della mobilità che l'attendono nei prossimi anni. Cinque raccomandazioni per le istituzioni europee e per l'industria automobilistica nel suo complesso, che secondo de Meo deve avere un approccio olistico alle sfide che l'attendono, da affrontare senza dimenticare l'importanza del dialogo con tutti gli stakeholder coinvolti, pronti a cambiare idea se necessario.

La tempesta perfetta. L'Europa e l'industria dell'automotive sono a un punto di svolta cruciale e il prossimo Parlamento e la prossima Commissione Europea (che verranno eletti nel 2024, ndr) giocheranno un ruolo cruciale, spiega de Meo. Nei prossimi anni è in arrivo un vero e proprio tsunami di sfide normative, tutte da decidere entro il 2030, se non prima: la Net-Zero Industry Act per azzerare le emissioni, il Critical Raw Materials Act per le materie prime, le normative sui PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate), le nuove emissioni per la CO2, e tutte le leggi sulle batterie e la sicurezza, solo per citarne alcuni. Per affrontare tutte queste sfide è fondamentale il ruolo della Acea, anche come facilitatore di dialogo tra tutte le parti coinvolte, dai consumatori agli azionisti, dalle istituzioni ai costruttori che, ricorda de Meo, sulla decarbonizzazione dell'industria stanno investendo qualcosa come 250 miliardi di euro solo in Europa.

#FutureDriven. Il manifesto presentato dalla Acea contiene cinque punti, con altrettante raccomandazioni per le istituzioni europee in vista del mandato 2024-2029 che le attende:

1. Un nuovo accordo industriale che riporti le strategie aziendali al centro dell'agenda dell'Unione Europea e che coinvolga tutti gli aspetti della catena del valore, dalla ricerca alla produzione, dalle strutture di ricarica agli incentivi, per arrivare allo smaltimento e al riciclo.
2. Una visione strategica che ripensi l'intero quadro normativo: superare la logica dell'accumulo di leggi e norme, per un approccio più coerente che permetta pianificazioni a lungo termine, un ritmo più ragionevole per la loro attuazione, tenendo conto di possibili exit strategy praticabili per tecnologie o materiali specifici.
3. Competitività a livello globale, garantendo regole e condizioni eque con il resto del mondo (leggi: Cina), assicurando anche l'accesso a risorse critiche, rendendo l'Europa un polo attrattivo per la produzione e la forza lavoro.
4. Una mentalità aperta, che renda la neutralità tecnologica un principio fondante, che guidi tutte le proposte normative dell'Unione Europea. I nemici sono la CO2, l'inquinamento, il traffico e il rumore, non una singola tecnologia o un'altra!, ribadisce de Meo.
5. Tenere l'Europa in movimento, assicurarsi la mobilità di merci e persone. La mobilità è cruciale per la creazione di ricchezza e non dev'essere messa a repentaglio, dovrebbe essere accessibile a tutti i cittadini e le imprese europee.

Tutti devono fare la loro parte. Un manifesto di questa portata, sottolinea de Meo, implica il coinvolgimento di tutti quanti, ciascuno con il proprio ruolo. In alcuni casi l'Acea sarà al posto di guida, in altri sosterrà gli altri partner. Nessuno può pensare di trasformare la mobilità da solo, sottolinea de Meo. La nostra proposta affronta il problema da una prospettiva a 360, abbracciando tutta la catena del valore, andando oltre i tradizionali confini dell'industria, con una visione complessiva dei problemi reali. Perché i problemi reali sono trasversali a tanti settori: automotive, estrazione di minerali, energia, infrastrutture ecc.

L'esempio del Sol Levante. Guardate cosa hanno fatto i giapponesi con le kei car, conclude de Meo. l'esempio perfetto di quello che dovremmo fare anche noi in Europa. Supporto finanziario, ovviamente, agevolazioni all'acquisto ma anche pedaggi ridotti del 20%, politiche intelligenti che per esempio lascino i centri storici accessibili a questo genere di automobili. Non vedo perché l'Europa debba condannarsi a giocare male questa partita. Queste sono proposte concrete sulle quali vogliamo lavorare, assicurandoci al tempo stesso competitività globale, posti di lavoro in Europa, una transizione ecologica inevitabile e libertà di movimento per tutti.

 

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Superbollo - Ecco che fine ha fatto la riforma

4 Ruote - Dic 01,2023

Che sull'abolizione del superbollo la partita sarebbe stata lunga e dura si è sempre saputo. Se n'è avuta la prova la scorsa estate, durante l'esame parlamentare del disegno di legge delega fiscale, in cui il riferimento all'addizionale erariale sulle cosiddette auto potenti, ossia quelle con più di 185 kW - assente dal testo presentato dal governo e firmato dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - fu introdotto alla Camera con un emendamento molto più sfumato rispetto a quello che avrebbero voluto i deputati della Lega, determinati a prevederne esplicitamente la soppressione.

Un problema politico e finanziario. Se ne ha la riprova in queste settimane, in cui il governo è alle prese con l'attuazione di quella delega, ossia con la stesura dei decreti legislativi che daranno corpo alle indicazioni arrivate dal parlamento, e su cui non pare ancora esserci una quadratura, come si dice in questi casi. Sul superbollo il problema è soprattutto finanziario (bisogna trovare i soldi per compensare gli oltre cento milioni di euro all'anno di mancato gettito della tassa), ma anche politico. Come dimostra la legge di bilancio, in questo momento i soldi sono pochi e le priorità del governo sono altre. Oltretutto, nel programma del centrodestra - presentato ai cittadini nelle settimane antecedenti le elezioni del 25 settembre 2022 - si parlava, genericamente, di "abolizione dei micro tributi che comportano eccessivi oneri di gestione per lo Stato", non di abolizione del superbollo, che non è tecnicamente definibile "microtributo".

La riforma non è scontata. Insomma, la soppressione non è scontata e, comunque, potrebbe non essere rapida. Vediamo perché partendo proprio dal testo della legge con cui lo scorso agosto il parlamento ha delegato il governo a riordinare le "tasse automobilistiche valutando l'eventuale e progressivo superamento dell'addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture aventi potenza superiore a 185 kW, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". In questa formulazione i passaggi chiave sono due, "eventuale e progressivo superamento" e "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". Tradotto dal linguaggio legislativo, queste due espressioni fissano alcuni punti fermi:
- In nessun punto della legge si parla di abolizione;
- Il "superamento" a cui la legge fa riferimento - che potrebbe implicare la trasformazione della tassa in qualcos'altro - è comunque "eventuale", ossia non è scontato. Il governo potrebbe anche decidere di lasciar perdere;
- Nel caso in cui il governo decida di procedere al "superamento", questo potrebbe comunque essere "progressivo", ossia potrebbe avvenire per gradi in un arco di tempo più o meno lungo;
- Infine (e questo è apparentemente è il nodo più complicato da sciogliere), il "superamento" dovrà avvenire "senza oneri": insomma, il ministero dell'Economia dovrà trovare un modo per compensare il "buco" che si determinerà nelle casse dello Stato.

Ma lo spiraglio c'è. Messa così, la speranza di un'abolizione sembrerebbe davvero ridotta al lumicino, lasciando intravedere più una trasformazione del superbollo in qualcos'altro che una soppressione tout court. In realtà, le cose non stanno proprio così. La stessa legge delega, all'ultimo articolo, lascia aperto uno spiraglio a riforme che comportano "maggiori oneri" prevedendo la possibilità di compensare eventuali ammanchi con eventuali maggiori gettiti determinati da altre riforme, sempre nell'ambito della più ampia riforma fiscale, oppure ricorrendo a un apposito fondo già istituito nel 2021 presso il ministero dell'Economia proprio a questo scopo.

Dossier aperto al ministero dell'Economia. Insomma, la possibilità di un'abolizione non è remota. Spetterà al ministro dell'Economia e poi al Consiglio dei ministri decidere. A Quattroruote risulta che il dossier sia all'attenzione dei tecnici del ministero insieme a quello sulla riforma della tassa automobilistica, su cui una specifica commissione, peraltro, ha già iniziato a lavorare e attorno alla quale sono già state raggiunte alcune prime intese di natura applicativa, come abbiamo scritto sul numero in edicola. Il dossier superbollo, però, non è tra quelli urgenti. D'altra parte, ci sono due anni di tempo, a partire dal 29 agosto 2023, per adottare i cosiddetti decreti delegati, ossia i provvedimenti attuativi. Insomma, se tutto va bene se ne riparlerà nel 2024.

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Carburanti - Torna il cartello del prezzo medio

4 Ruote - Dic 01,2023

I benzinai devono tornare a esporre il prezzo medio dei carburanti. Lo ha appena stabilito il Consiglio di Stato, sospendendo l'esecutività della sentenza del Tar del Lazio, il quale aveva annullato il decreto del governo sull'obbligo di esposizione del totem dietro richiesta dei sindacati dei gestori. Viene così accolta l'istanza cautelare presentata dal ministero delle Imprese: se ne riparlerà con un più approfondito esame l'8 febbraio 2024.

Le tre puntate. In base alla legge 23/2023, dal 1 agosto scorso i benzinai hanno aggiornato il cartello col prezzo medio: regionale per gli impianti di viabilità ordinaria e nazionale per le autostrade. Lo stop è arrivato dal Tar il 10 novembre: i benzinai non hanno eliminato il cartello, semplicemente lasciandolo in bianco. Da oggi, di nuovo le scritte coi prezzi medi; mentre per il futuro si vedrà dopo la valutazione dell'8 febbraio prossimo. 

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Cop28 - Fra proclami e attese

4 Ruote - Dic 01,2023

Ha preso ieri il via la Cop28, la 28esima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà fino al 12 dicembre 2023 a Dubai, presso Expo City. Dagli Emirati Arabi Uniti, durante la cerimonia di apertura, il segretario Onu, António Guterres, ha detto che serve "ridurre le emissioni, fermare l'uso di combustibili fossili e puntare sulla giustizia climatica".

Pressing sui Paesi più ricchi. Guterres si è rivolto specialmente alle nazioni con maggiori risorse e più inquinanti: "Ho un messaggio per i leader delle aziende produttrici di combustibili fossili", ha detto il segretario Onu. "La vostra classica strada sta rapidamente invecchiando. Non raddoppiate un modello di business obsoleto. Non commettete errori: la strada verso la sostenibilità climatica è anche l'unico percorso praticabile verso la sostenibilità economica delle vostre aziende. Invito i governi ad aiutare l'industria a fare la scelta giusta, regolamentando, legiferando, fissando un prezzo equo sul carbonio, ponendo fine ai sussidi ai combustibili fossili e adottando un'imposta sui profitti".

Chi mette i soldi sul piatto? Ed eccoci alla chiave della questione. Guterres ha esortato i governi a "sostenere la riforma delle banche multilaterali di sviluppo per mobilitare molti più finanziamenti privati a costi ragionevoli. I Paesi sviluppati devono mostrare come raddoppieranno i finanziamenti per l'adattamento portandoli a 40 miliardi di dollari l'anno entro il 2025, come promesso, e chiarire come riusciranno a raggiungere i 100 miliardi di dollari l'anno".

Attenti alle parole. La Cop28 porterà a risultati concreti? Fiduciosi e scettici sono comunque concordi sul fatto che la terminologia sia fondamentale, un po' come avviene nei contratti. Occorre fare un salto indietro, nel 2021: Cop26 di di Glasgow, con la decarbonizzazione più protagonista che mai. Inizialmente, pareva che la "clausola" degli accordi finali indicasse come target quello di accelerare gli sforzi per "eliminare" l'uso del carbone. Ma, alla fine, si è arrivati ad accelerare gli sforzi per "diminuire l'uso del carbone". Non in italiano, in inglese: era "phase out", è divenuto "phase down". E, poi non tutto il carbone: solo quello di tipo "unabated", le cui emissioni non vengano abbattute con sistemi di cattura della famigerata CO2.

Usa e Cina non pervenuti. Ci sono leader di Stato, Ong ambientaliste, think tank, imprese e gruppi religiosi. Certo che l'assenza del presidente americano, Joe Biden, e del capo di Stato cinese, Xi Jinping, è pesantissima: parliamo di due Paesi ricchi e grandi inquinatori, non pervenuti sebbene a Dubai le due nazioni siano rappresentate da altri delegati. I combustibili fossili sostengono le economie in forte crescita soprattutto di Cina e India, arricchendo chi esporta in tutto il mondo (Usa, Stati del Golfo e lobby petrolifera). Col Sud globale che accusa i Paesi ricchi di non aver mantenuto gli impegni, erogando meno di quanto promesso. Non resta che aspettare il 12 dicembre, quando le 197 delegazioni voteranno la dichiarazione finale. Dopodiché, dagli intenti lodevoli anti surriscaldamento del pianeta occorrerà passare alle azioni concrete per salvare il globo terracqueo, ma questo è un altro discorso.

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Ztl - Scudo Verde di Firenze: multe con telecamere alle auto più inquinanti

4 Ruote - Dic 01,2023

Firenze adotta lo Scudo Verde: una Ztl di 38 km quadrati, pari al 66% della superficie del centro abitato e al 37% della di quella comunale, con un perimetro di 50 km. Saranno 77 i varchi elettronici attivati dal 1 giugno 2024. Qual è la differenza rispetto a oggi? Semplice. Attualmente, non possono entrare auto e mezzi merci a benzina Euro 0 e 1, le diesel Euro 0, 1 e 2, ciclomotori e motocicli (2 e 4 tempi) Euro 0 e 1, ma non c'è nessuna telecamera che riprende la targa e, pertanto, a casa dei proprietari non arrivano multe (al massimo, un agente di Polizia Locale può prendere nota della sigla e appioppare una contravvenzione). Domani, dal prossimo 1 giugno, non potranno accedere quegli stessi veicoli, controllati dal Grande Fratello, le 77 telecamere: per chi sgarra è prevista una multa di 82 euro che, con le spese di notifica a casa, lievitano a circa 95 euro. Notificate a casa del proprietario del mezzo entro 90 giorni dall'infrazione. In partenza, i veicoli esclusi dallo Scudo Verde sono 140.000 su un parco di 1,1 milioni. I bus turistici, inoltre, pagheranno un ticket, come prevede l'accordo fra Comune e Città Metropolitana.

C'è un cronoprogramma. Esiste un calendario in base al quale nel tempo verranno colpite auto di altre categorie ambientali: nel 2025 stop anche ai ciclomotori e alle auto a benzina Euro 2, e alle diesel Euro 3. Dal 2026, stop a ciclomotori, motocicli e auto a benzina Euro 3, diesel Euro 4, mezzi merci a benzina Euro 2 e diesel Euro 3. Occhio: il cronoprogramma potrebbe essere modificato in caso di esigenze di salvaguardia ambientale. Tradotto, se le polveri sottili assedieranno la città, il Comune potrà decidere di bloccare anche le auto più moderne. In parallelo, il sindaco Dario Nardella promette un rafforzamento del trasporto pubblico.

Tutto chiaro? "Nello Scudo Verde possono circolare i veicoli che hanno origine e destinazione sul territorio cittadino, ma non chi utilizza per esempio i viali per spostarsi da Bagno a Ripoli a Sesto Fiorentino", dice il Comune. Ai 77 varchi della Ztl, un segnale elettronico con pannelli a Led verdi e rossi. Da capire se il Led verde... dello Scudo Verde indica che la Ztl è attiva e che quindi non si può entrare, o invece dà il via libera per accedere. Allo stesso modo, da valutare se il Led rosso segnala una Ztl inattiva, e che pertanto si può accedere, o viceversa. Meglio chiedere al Comune, sin d'ora, per evitare guai e multe seriali da giugno 2024. Ci saranno permessi speciali da richiedere di volta in volta. Fra regole complicate e mutanti nel tempo, con la segnaletica che non è il massimo della trasparenza, serve cautela: vedasi il caso eclatante dell'Area B.

Quant'è costato. Nel 2020, Nardella parlava di un investimento di 4,4 milioni di euro per lo Scudo Verde. Risorse prelevate da dove? Un milione e mezzo dal programma Pon Metro (fondi Ue), 2 milioni dal Patto per Firenze (fondi statali), 900 mila da fondi comunali.

Nessun ticket, per ora. I bus turistici pagano un pedaggio. Per quanto riguarda le auto, nessuna paga: come l'Area B di Milano , Zona a traffico limitato in cui o si ha il diritto di entrare oppure no, e la Fascia Verde di Roma. Il Comune non prevede di introdurre un ticket anche alle auto, come l'Area C di Milano. Per adesso.

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Gianfranco Pizzuto - "Ecco il mio sogno: produrre la Fulminea a Grugliasco"

4 Ruote - Dic 01,2023

La fabbrica Maserati di Grugliasco potrebbe ancora avere un futuro all'insegna delle produzioni automobilistiche. Il condizionale è d'obbligo perché, per il momento, solo un imprenditore si è fatto avanti con un'idea di rilancio. Anzi, sarebbe meglio parlare di un progetto vero e proprio. A metterlo nero su bianco è stato Gianfranco Pizzuto, imprenditore noto al mondo dell'auto per aver contribuito diversi anni fa alla nascita della Fisker Automotive e allo sviluppo della Karma. Negli ultimi anni ha fondato l'Automobili Estrema e nel 2021 ha presentato l'Estrema Fulminea. Ed è proprio l'hypercar a batteria al centro del "sogno" di rilanciare l'impianto ex Bertone ormai prossimo alla dismissione (Stellantis ha anche messo in vendita tutte le strutture tramite un'agenzia immobiliare torinese, l'Ipi). Pizzuto, infatti, intende rilevare l'intera area, per trasformarla e convertirla in modo da avviare in tempi brevi la produzione della sua ultima creatura. Non a caso, il progetto è denominato "Estrema Technology Hub". 

La ex Bertone. L'idea dell'imprenditore affonda le radici nel passato dell'impianto: aperto nel 1959, ha prodotto varianti speciali di modelli di vari marchi come Volvo, Opel e Fiat. Ed è qui che ha origine la storia della Lamborghini Miura, un auto leggendaria che, nelle intenzioni di Pizzuto, rappresenta il "trait d'union" con la Estrema. Nel 2009, il sito passa all'allora Fiat Chrysler per volere di Sergio Marchionne, desideroso di dare una casa alla Maserati, e nel 2013 iniziano ad uscire dai cancelli dello stabilimento prima le Quattroporte e poi le Ghibli. Due anni fa, però, Stellantis ha deciso di dismettere tutte le attività per trasferirle all'interno del complesso torinese di Mirafiori e di recente è spuntato l'annuncio della vendita della struttura sul sito dell'agenzia immobiliare Ipi. Ora, si parla di una nuova destinazione industriale o terziaria, ma il primo a proporsi è stato Pizzuto, che ha già visitato l'impianto, incontrato il sindaco di Grugliasco, Emanuele Gaito, e svelato diversi dettagli della sua iniziativa.

L'hub. L'obiettivo è realizzare sugli oltre 210 mila metri quadrati di superficie libera e occupata un nuovo complesso industriale e terziario, in grado a sua volta di sostenere progetti nel campo della mobilità e dell'energia. "Da un passato leggendario a un futuro luminoso e sostenibile" è lo slogan utilizzato da Pizzuto, parlando di un hub che ospiterà non solo strutture manifatturiere, ma anche un'accademia (l'Estrema Academy affidata alla Berlin School of Creative Leadershiop Foundation) e spazi di co-working per startup innovative. Il nuovo polo sarà caratterizzato da un ampio e pervasivo ricorso a dispositivi per la produzione di energia solare, avrà una stazione per la ricarica rapida delle elettriche (Hyper Charging Hub), parcheggi con colonnine e sarà anche dotato di una pista prova aperta pure a eventi pubblici e con ristoranti e caffè. Una parte della superfice acquistata sarà poi dedicata a iniziative di sviluppo immobiliare, una parte cruciale dell'intero progetto perchè dovrebbe fornire una base finanziaria per la componente prettamente industriale. 

Le risorse. "Tutta l'operazione tra acquisto degli immobili e i lavori necessari per una nuova suddivisione degli spazi richiede tra i 50 e i 60 milioni di euro", ci spiega Pizzuto, ricordando come il prezzo d'acquisto dell'area sia stato fissato da Stellantis in 25 milioni di euro. Parte dei capitali dovrebbero arrivare da partner terzi, tra cui le aziende che attualmente collaborano con Automobili Estrema (tra gli altri Imecar, Bieffe Project, McLaren Applied, Epta Design, Oz Racing) e che magari hanno un presidio nel torinese e vogliono ampliare le loro attività. "Abbiamo già contattato i nostri partner per chiedere la loro disponibilità a investire e abbiamo ottenuto le prime lettere d'intenti", rivela l'imprenditore. "Il primo passo è trovare altre aziende, tra i nostri collaboratori e tra terze parti, interessate a entrare dentro l'area. Il secondo passo è rappresentato da una raccolta fondi da almeno 10 milioni di euro, tra chi è interessato alla parte immobiliare, per avere il capitale proprio necessario per attivare linee di credito". Del resto, Pizzuto è convinto di poter sfruttare l'amore degli italiani, soprattutto ricchi e benestanti, per il mattone per ottenere le risorse necessarie per dare vita al sogno dell'hypercar: "Fulminea è la parte sexy del progetto. Uniamo questa parte sexy con la parte economica". 

La Lear. In ogni caso, i tempi sono strettissimi. "Stellantis ha ancora 40-50 persone nel reparto lastratura, ma mi è stato riferito che il gruppo ha intenzione di smantellare tutto entro giugno del 2024. La mia idea è entrare subito, iniziare le nostre attività in parallelo con quelle di Stellantis e aprire tutto il primo luglio prossimo", sostiene Pizzuto, aggiungendo un risvolto sociale del progetto. Infatti, l'imprenditore è venuto a conoscenza del rischio di chiusura per l'adiacente fabbrica della Lear (forniva gli interni per le vetture sfornate da Grugliasco) e ha quindi contattato la dirigenza per presentare una possibile soluzione all'attuale crisi aziendale e ai 300 esuberi prospettati: "Ho fatto una stima, noi potremmo assorbirne un centinaio. Per gli altri si potrebbero avviare attività di riqualificazione. Ecco il motivo dell'Accademy: i 200 esuberi potranno acedere a una formazione specifica per avere un futuro nelle nuove produzioni elettriche". Pizzuto ha anche ottenuto il sostegno di Gaito: "Ha dato tutta la sua disponibilità e ha assicurato di voler dare priorità al progetto e uno svolgimento rapido delle pratiche burocratiche".

Le aspettative. "Voglio produrre l'Estrema a Grugliasco per dare un seguito storico all'impianto della Bertone", conclude il fondatore di Automobili Estrema. Ma quali sono le chance di successo? "C'è il 50% di possibilità, ma io sono ottimista e dico il 51%".

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In arrivo - Le auto al debutto da dicembre 2023 a maggio 2024

4 Ruote - Dic 01,2023

Che cosa verrà presentato sul mercato italiano? Quali sono le auto inedite in arrivo nelle concessionarie? Quando debutterà il facelift di questo o quel modello? Sono domande che riceviamo molto spesso da voi lettori e che ci hanno spinto a riproporre anche sul nostro sito web uno dei contenuti più apprezzati sul magazine: la prima pagina della sezione Autonotizie, autentica bussola per orientarsi tra i lanci dei prossimi mesi. il punto d'osservazione ideale per farsi un'idea su "cosa esce quando". E per avvicinarsi con cognizione di causa a un momento importante come l'acquisto di un'automobile nuova.

Dicembre 2023. Orizzonti sempre più dominati dalle elettriche: tra le novità attese al varco, i facelift delle Mercedes EQA ed EQB e quello della Tesla Model 3. Ma non mancano proposte più tradizionali, come il restyling dell'Audi Q8. Che si conferma una vera e propria ammiraglia per contenuti e prezzo: i listini partono da 91 mila euro.

Gennaio 2024. Le novità principali del primo scorcio del 2024 sono senza dubbio due: la prima è la Hyundai Ioniq 5 N, caratterizzata da prestazioni elevatissime grazie al suo powertrain elettrico da 650 CV. La seconda è la Lexus LBX, che porta il marchio di prestigio giapponese nel segmento delle B-Suv. Ma c'è spazio anche per i sogni: all'inizio dell'anno prossimo arriverà al debutto commerciale anche la nuova generazione della Mercedes-AMG GT.

Febbraio 2024. Appuntamenti da segnare in calendario: sicuramente quello con la Peugeot 3008, inizialmente proposta soltanto come elettrica e insignita dell'onore di portare al debutto la piattaforma Stla Medium. Poi altrettanto importante, soprattutto per i clienti fleet, la nuova generazione della Volkswagen Passat, ora disponibile soltanto come Variant. Ma non vanno dimenticate neppure l'altra grande novità di Wolfsburg, la Volkswagen Tiguan, e quella della Citroën ë-C3, che porta al debutto la piattaforma Stla Smart Car per i modelli elettrici più convenienti del gruppo Stellantis.

Marzo 2024. Per la prossima primavera è previsto l'arrivo sui mercati della Mini Countryman, con la sua nuova veste da Suv grande e grossa (adesso misura 4,43 metri). Sempre rivisitato in chiave Suv, tornerà un altro grande classico: la Renault Scenic (ovviamente elettrica). Menzione particolare per la Volvo EX30, anche lei a zero emissioni, nonché primo modello del marchio svedese a prendere forma sulla piattaforma Sea della Geely.

Aprile 2024. La primavera vedrà una bella sequenza di pesi massimi. Si parte con il lancio di un modello decisivo come la nuova generazione della Lancia Ypsilon, che dà ufficialmente il via al nuovo piano prodotti del marchio torinese, si prosegue con la Renault 5 e si arriva alla Porsche Macan. Altro riferimento di settore destinato a fare il salto verso l'elettrico puro. Niente male, vero?

Maggio 2024. Tra le big ai nastri di partenza in questo periodo dell'anno va senza dubbio menzionata la nuova Skoda Kodiaq, che manterrà la ricca gamma termica del modello uscente, aggiungendo però per la prima volta gli ibridi mild e plug-in. Da non dimenticare l'avvio delle consegne di una delle ferrari più mostruose degli ultimi tempi, la SF90 XX. Last but not least, la Lotus Emeya, berlina elettrica che intende infastidire la Porsche Taycan. E ha le carte in regola per farlo...

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Guide - Usare lauto elettrica dinverno: i nostri consigli

4 Ruote - Dic 01,2023

successo a tutti di vedere il proprio smartphone scaricarsi rapidamente quando fa freddo. E questo accade anche con le auto elettriche, perché le batterie agli ioni di litio danno il meglio di sé a una temperatura compresa tra i 15 e i 35 gradi. Quindi, come bisogna fare per preservare la carica della propria auto d'inverno?. Ecco una serie di consigli.

1. Preriscaldare l'auto. Se possibile, l'ideale è attivare il preriscaldamento dell'abitacolo qualche minuto prima di salire a bordo, in modo da trovare l'auto già calda. Utilizzando la funzione di preriscaldamento, inoltre, non si riscalda solo l'abitacolo, ma anche la batteria, in modo che sia alla temperatura più efficiente non appena si parte. Un altro trucco è attivare questa funzione quando l'auto è attaccata alla colonnina o wallbox, in modo da utilizzare l'energia della rete elettrica anziché scaricare la batteria.

2. Guidare in modo efficiente.  una regola apparentemente banale (e vale in qualsiasi condizione, non solo quando fa freddo), ma evitare di accelerare e frenare bruscamente è sempre il modo migliore per risparmiare energia. Mantenendo una velocità costante, anticipando le condizioni del traffico in città e rallentando dolcemente per sfruttare la frenata rigenerativa, si riuscirà a ottimizzare ogni carica.

3. Utilizzare la modalità Eco. La maggior parte dei veicoli elettrici dispone di una modalità Eco che riduce le prestazioni e la potenza del riscaldamento per risparmiare energia. In inverno, vale la pena utilizzare questa modalità se si vuole preservare le batterie.

4. Parcheggiare l'auto al coperto. Se si prevede di lasciare l'auto ferma per molto tempo è decisamente meglio parcheggiarla in un garage, o comunque al coperto. Se non fosse possibile, si può comprare un telo per proteggerla dal freddo e prevenire l'accumulo di ghiaccio o neve.

5. Riscaldare sedili e volante. Abbiamo detto che preriscaldare l'abitacolo è utile, ma ancora più utile è moderare l'utilizzo del climatizzatore. Per esempio, se l'auto è dotata di sedili e volante riscaldabili è consigliabile utilizzarli, in modo da consumare meno energia di quella necessaria per alzare la temperatura dell'aria di tutto l'abitacolo.

6. Controllare i pneumatici. Viaggiare con i pneumatici con una pressione corretta è importante tutto l'anno: d'inverno, con l'abbassamento delle temperature, la pressione delle gomme tende a calare ed è meglio controllarla di tanto in tanto per riportarla a quella prescritta dal costruttore. Sia per un tema di efficienza sia, soprattutto, per la sicurezza di marcia.

7. Mantenere la carica. In generale è buona norma (ma i proprietari di auto elettriche ormai lo sanno) evitare di scaricare completamente la batteria, soprattutto se l'auto non viene utilizzata quotidianamente. L'ideale è mantenerla tra il 20% e l'80% per preservarne la "salute" e migliorarne l'efficienza nel lungo periodo.

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Tesla Cybertruck - Ora il futuro (blindato) somiglia al... futuro

4 Ruote - Nov 30,2023

Dopo 1.470 giorni d'attesa, la Tesla ha consegnato i primi esemplari del Cybertruck. A ricevere il pick-up elettrico, annunciato nel novembre del 2019, sono stati i clienti che si sono affrettati a prenotarlo.

Partenza in ombra. L'evento di avvio delle consegne è iniziato con Elon Musk che è salito sul cassone del Cybertruck per presentare il nuovo modello, rimanendo nell'ombra col viso dopo aver colto impreparati i tecnici delle luci e i cameraman. "Finalmente il futuro avrà l'aspetto del futuro": con queste parole il numero uno della Tesla ha definito il pick-up, parlando di prestazioni migliori di un'auto sportiva e di una grande praticità d'utilizzo.

Più rigido di una McLaren. La carrozzeria del Cybertruck (che non ha maniglie per l'apertura delle portiere, ma dei piccoli pulsanti nella zona dei finestrini) è realizzata in Stainless Steel Super Alloy, una lega sviluppata direttamente dalla Tesla per essere ultraresistente (è stato mostrato anche un video in cui vengono sparati dei proiettili da un mitragliatore senza che le portiere vengano perforate): per la sua lavorazione sono state sviluppate delle apposite presse, poiché quelle tradizionali si rompevano durante le operazione di stampaggio. Musk ha inoltre dichiarato che il Cybertruck ha una "rigidità torsionale superiore a quella di una McLaren P1". Passando ai cristalli a prova d'urto, Musk ha chiamato ancora una volta in scena Franz Von Holzausen, il designer del marchio, che ha ripetuto i lanci (questa volta con una palla da baseball) che nel 2019 avevano rotto i finestrini del prototipo.

Traina 4,5 tonnellate. Il Cybertruck, però, è un veicolo da lavoro e dispone di svariate soluzioni pensate per impieghi professionali, a partire da una presa per alimentare utensili elettrici direttamente con l'energia stoccata nella batteria di trazione. Secondo la Casa, il pick-up può trainare carichi fino a 4.490 kg e caricare fino a 1.134 kg: il cassone, lungo 183 cm e largo 122, ha un rivestimento di materiale composito pensato per offrire un'elevata resistanza e promette un volume utile di carico di 3.424 litri. La Tesla ha realizzato anche dei test comparativi con i Rivian R1T, Ford F-150 Lightning e Ford F-350, mostrando come il Cybertruck possa ottenere migliori risultati nella prova del tractor pulling.

Più veloce di una Porsche. Passando alla tecnica, il Cybertruck dispone di sospensioni adattive e di un'altezza da terra di 43,2 centimetri con ruote da 35" (compreso il pneumatico, i cerchi sono da 20"): il diametro di sterzata è inferiore a quello di una Model S: sul retrotreno sono presenti un asse posteriore sterzante e un sistema di Torque Vectoring. Lo sterzo è by-wire e le prestazioni sono superiori di quelle di una Porsche 911: la Tesla ha portato un esemplare uscito da una concessionaria di una 992 per confrontarne le prestazioni con quelle del Cybertruck (nella sua versione più potente) su una drag strip. Le due auto sono arrivate quasi assieme, ma a sorpresa il video ha poi rivelato che il Cybertruck (arrivato comunque per primo al traguardo) stava trainando anche un rimorchio sul quale era caricata un'altra Porsche 911. Il Cx del Cybertruck è pari a 0,335 e, al momento, il costruttore ha dichiarato solo qualche dato riguardo l'accelerazione: 0-60 mph (96 km/h) in 2,6 secondi e quarto di miglio coperto in meno di 11 secondi. Nella Gigafactory Texas, che ha ospitato la cerimonia di consegna dei primi esemplari, erano esposti anche alcuni componenti dell'auto con qualche dettaglio tecnico: il motore anteriore, per esempio, monta un differenziale elettromeccanico pensato per l'off-road ed è in grado di erogare una potenza massima di 300 cavalli.

Le dimensioni. Il Tesla Cybertruck ha dimensioni imponenti per le strade europee (dove probabilmente non arriverà ufficialmente), ma in linea con i pick-up più popolari sul mercato americano: la lunghezza è di 5.682 millimetri, la larghezza di 2.413 mm e l'altezza di 1.791 mm.

Gli interni. L'abitacolo degli esemplari presentati in Texas aveva solo cinque posti, mentre il prototipo disponeva di una panca anteriore a tre posti per sei totali. Al centro della plancia è presente un touch screen da 18,5" dal quale si gestiscono tutte le funzioni del pick-up, mentre per i passeggeri posteriori è previsto un secondo schermo, sempre touch, da 9,4".

Prezzi e versioni. Rispetto a quanto inizialmente preventivato, prezzi e versioni sono cambiati. I clienti possono scegliere tre diversi allestimenti: Cyberbeast, All-wheel Drive e Rear-wheel Drive, con quest'ultimo che non arriverà su strada prima del 2025 (al contrario, i primi due verranno consegnati nel 2024). Proprio la versione a trazione posteriore (0-96 km/h in 6,5 secondi e 402 km d'autonomia) prevista tra  due anni è il modello d'ingresso gamma: il prezzo non è più di 49 mila dollari come annunciato nel 2019, ma di 60.990 dollari (56 mila euro). Un gradino più in alto troviamo il Cybertruck AWD - proposto a 79.990 dollari, poco meno di 73.500 euro -- con due motori per 600 CV di potenza complessiva (con 10.100 Nm di coppia teorica alla ruota), 547 km d'autonomia, 180 km/h di velocità massima e un'accelerazione da 0 a 96 km/h in 4,1 secondi. Al vertice della gamma, dall'alto dei suoi 845 CV (e 13.960 Nm di coppia teorica) e 99.990 dollari di listino (poco meno di 92 mila euro), troviamo il Cybertruck Cyberbeast che, secondo la Casa, può bruciare lo 0-96 km/h in 2,6 secondi (togliendo il rollout in partenza), toccare una velocità massima di 209 km/h e percorrere fino a 515 km con un pieno di corrente. Pieno che però non viene quantificato - come da tradizione del costruttore - in kWh: la ricarica supporta fino a 250 kW di potenza, per aggiungere 206 km d'autonomia in un quarto d'ora.

Il nodo "range extender". Nella stringata scheda tecnica rilasciata dal costruttore compare anche una voce di non facile interpretazione: "Range (+Range Extender)". Senza contare l'animo full electric del marchio, il valore indicato per le varie versioni porta a pensare che per il Cybertruck non sia previsto un vero e proprio range extender alimentato a benzina come quelli già visti su alcune elettriche, poiché l'incremento dell'autonomia appare abbastanza esiguo, nell'ordine dei 200 km. dunque possibile che possa trattarsi di una modalità di guida pensata per tagliare drasticamente la potenza del pick-up per massimizzare la percorrenza, che sulla versione AWD arriverebbe così a 756 km (209 in più) e sulla Cyberbeast toccherebbe i 708 km (193 in più). Si tratta comunque di incrementi importanti per una semplice modalità di guida: staremo a vedere quando la Tesla fornirà maggiori informazioni a riguardo.

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DKV Mobility - Arrivano le carte carburante NFC

4 Ruote - Nov 30,2023

DKV Mobility sta aggiornando i sistemi di pagamento per permettere ai propri clienti di pagare in modalità contactless, avvicinando la carta al terminale. Inoltre, le carte con chip NFC, che garantisce maggiore protezione contro le frodi, possono  assicurare il servizio anche offline: se il sistema Pos non è in grado di stabilire la connessione al server di fatturazione, la transazione va comunque a buon fine. I Paesi Bassi sono i primi ad adottare le prime carte con chip, che potranno essere usate presso una rete selezionata di fornitori. Sven Mehringer, managing director Energy & Vehicle Services, prevede una graduale diminuzione dell'importanza della banda magnetica in futuro. Passando dalla banda magnetica alla carta con chip NFC, sostiene, DKV Mobility investe in una tecnologia consolidata a livello globale e a prova di futuro, utilizzata anche dalle più grandi società di carte di credito del mondo.

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Pirelli - L'Africa torna protagonista nel Calendario 2024

4 Ruote - Nov 30,2023

L'Africa torna ad assumere un ruolo da protagonista nel nuovo Calendario Pirelli, ormai giunto all'importante anniversario dei 60 anni. L'edizione 2024 si intitola "Timeless" ed è opera dell'artista ghanese Prince Gyasi, che ha scelto delle figure per lui capaci di imprimere un segno destinato a restare e di ispirare le generazioni future. "Non siamo nati 'senza tempo', ma lo diventiamo", ha spiegato Gyasi durante la presentazione del calendario, aggiungendo che i suoi personaggi, ritratti con i colori e i contrasti decisi che lo hanno reso famoso, sono "come dei supereroi nei quali possiamo identificarci".

Le ispirazioni. Gyasi è l'ultimo e tra i più giovani dei 39 artisti che hanno realizzato il Calendario e la sua opera rappresenta la cinquantesima edizione nei 60 anni di storia di "The Cal" (tra il 1964 e il 2024, le pubblicazioni non state sempre costanti). Per le foto, l'artista ha pensato al senso della comunità dell'Africa occidentale e alle persone lo hanno ispirato nei suoi 28 anni e ha così attinto a una serie di ricordi ed esperienze dell'infanzia in Ghana: è nato un racconto di quello che, agli occhi di Gyasi, permette alle persone di essere "senza tempo". "Quando guardi a un personaggio come Naomi... non è della mia generazione, ma è ancora un'icona. Può succedere soltanto se sei davvero dedito al tuo lavoro e convinto dei tuoi valori", commenta Gyasi riferendosi alla supermodel Naomi Campbell, da lui ritratta con il titolo di "Time Stopper". L'artista ghanese ha sintetizzato le sue idee in un manifesto dedicato a "coloro che potrebbero essere senza tempo" e destinato a incoraggiare le persone, soprattutto i giovani, a imparare, creare e a loro volta ispirare. "Spero di far capire loro che possono fare quello che vogliono se si impegnano e se sono costanti", spiega.

I protagonisti. "Tutti i personaggi ritratti", aggiunge Gyasi, "hanno saputo riconoscere le proprie capacità e si sono affermati. Hanno trovato il loro punto di forza, cambiando il proprio destino. questo l'essere senza tempo. Le persone che lo sfidano, non seguono ciò che pensa la società, non si lasciano influenzare da età, fama, denaro e sviluppano i propri talenti in modo autentico. Fanno cose che per molti appaiono straordinarie, ma per loro sono normalissime e sono state in grado di cambiare la propria vita. Non tutti devono essere sotto i riflettori, ma possono cambiare la narrativa nel proprio campo o fare qualcosa di diverso, in grado di ispirare a propria volta altre persone". Ecco dunque Otumfuo Osei Tutu II, re dello storico Impero Ashanti dell'Africa occidentale, ritratto al Manhyia Palace insieme alla sua delegazione reale, con il titolo "Royalty"; l'attrice statunitense Angela Bassett in "Altruistic"; la scrittrice Margot Lee Shetterly e la poetessa Amanda Gorman in "The Blueprint"; l'artista contemporaneo ghanese Amoako Boafo in "The Chosen One"; lo stesso Gyasi stesso in "Details"; l'attrice Tiwa Savage in "Resilience"; lo scrittore, il regista e produttore Jeymes Samuel in "Visionary"; l'imprenditore ed ex calciatore Marcel Desailly in "Focus"; la cantante, artista e attrice Teyana Taylor in "Future Forward"; l'attore Idris Elba in "Man of Honour". L'immagine di copertina (nonché di uno dei mesi) rappresenta invece lo "Studious", un giovane Gyasi interpretato dal piccolo modello Abul Faid Yussif. Sullo sfondo di un vivido turchese, Yussif è ritratto mentre gioca con versioni in miniatura di alcuni degli oggetti che ritroviamo nelle pagine del Calendario; una chiave tenuta in mano da Angela Bassett; pezzi di un orologio provenienti dalla scenografia di Naomi Campbell; scale rosa su cui sale Amanda Gorman; una valigia azzurra trasportata da Idris Elba.

Una terra speciale. Gli scatti sono stati effettuati tra Londra e il Paese d'origine dell'artista. "Il Ghana", conclude Gyasi, "è una terra speciale.  la porta dell'Africa dove puoi trovare di tutto: cacao, oro, bauxite, petrolio... Ho voluto portarci Pirelli per far conoscere un nuovo mondo attraverso un Calendario che rimarrà per sempre, creando magari nuove possibilità di sviluppo. Dopo il Botswana, dove è stato realizzato il Calendario Pirelli 2008, è bello andare in un altro Paese africano, scoprirne la cultura e incontrare la gente del luogo. il paese più pacifico dell'Africa. Penso che sia un luogo speciale e sentirete l'energia quando ci andrete. stato molto stimolante fare uno shooting sul posto e far capire meglio come funziona il Paese".

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