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Aggiornato: 2 ore 7 min fa

F.1, GP Brasile - Norris in pole davanti ad Antonelli

Nov 08,2025
Lando Norris non sbaglia un colpo questo weekend. A Interlagos firma la sesta pole position della stagione, la quindicesima in carriera, confermando il momento d'oro suo e della McLaren. Dietro di lui c'è ancora una volta Kimi Antonelli, capace di trasformare la Mercedes in un'arma tagliente sul giro secco, mentre Charles Leclerc riporta la Ferrari in una buona posizione in ottica gara, terzo con una SF-25 finalmente più equilibrata. Ma la sorpresa, stavolta, è l'assenza di Max Verstappen: il campione del mondo in carica non è andato oltre la Q1, solo sedicesimo con una Red Bull irriconoscibile.Norris implacabile. L'inglese della McLaren ha sfruttato alla perfezione il momento decisivo della Q3, abbassando il riferimento con un 1'09"511, tre decimi più lento rispetto al tempo fatto registrare nella Sprint Qualifying di venerdì, ma sufficiente per mettere tutti in fila. Norris, sereno e lucido, sembra avere tra le mani una macchina che asseconda ogni suo gesto: un connubio che lo sta spingendo verso la vetta del Mondiale, anche alla luce dello zero del compagno di squadra nella Sprint di oggi.Antonelli, talento cristallino. Kimi Antonelli continua a stupire. Dopo il secondo posto nella Sprint, il bolognese si è ripetuto anche in qualifica, mancando la pole per appena 174 millesimi. già il terzo pilota più giovane della storia a partire in prima fila e la sensazione è che il meglio debba ancora venire. La freddezza con cui reagisce alla pressione racconta di un talento vero, che sta riscrivendo le gerarchie interne a Brackley: Russell, infatti, ha chiuso solo sesto, lontano più di tre decimi dal compagno rookie, parecchio infastidito dal vedere il più giovane compagno lì davanti.Ferrari in ripresa. Dopo un venerdì complicato, la Ferrari ritrova il sorriso. Charles Leclerc ha spremuto ogni decimo dalla SF-25, piazzandola in terza posizione davanti all'altra McLaren di Oscar Piastri, ancora in affanno dopo il botto nella Sprint. Il monegasco ha beneficiato di un assetto rivisto, capace di restituire grip e stabilità: un segnale incoraggiante in vista di una gara che, con il passo mostrato nei long run, potrebbe riportare il Cavallino sul podio di Interlagos, pista finora mai troppo amica di Charles.Le sorprese: Racing Bulls e Haas. Qualifica positiva per la Racing Bulls: Isack Hadjar ha centrato il quinto tempo, subito davanti a Russell, mentre Liam Lawson si è piazzato settimo, a soli venti millesimi dalla Mercedes. Entrambe le VCARB 02 sembrano poter ambire a punti pesanti. Ottavo Oliver Bearman con una Haas in costante crescita grazie al nuovo pacchetto aerodinamico, seguito da Pierre Gasly (Alpine) e Nico Hülkenberg (Sauber) a chiudere la top 10.Disastro Red Bull. L'immagine più sorprendente della giornata è quella di Verstappen ai box a fine Q1. Nessun errore clamoroso, semplicemente una RB21 senza aderenza, incapace di scaldare le gomme e di reagire ai correttivi del team. Solo sedicesimo, davanti a Sainz e Stroll: un colpo di scena che ridisegna lo scenario del Gran Premio e, ovviamente, anche per le speranze di rimanere in lotta per il titolo.I risultati completi delle qualifiche di Interlagos >>
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Mondiale Endurance - La Ferrari è campione del mondo!

Nov 08,2025
Certe storie non hanno bisogno di effetti speciali per sembrare leggendarie. Basta il colore rosso, un Cavallino Rampante e una linea che unisce il passato al presente: da Daytona a Le Mans, fino al Bahrain. Dopo cinquantatré anni d'attesa, la Ferrari è tornata regina dell'endurance mondiale, conquistando il titolo Costruttori nel FIA World Endurance Championship 2025. E lo fa con un bis storico: al Mondiale Marche si affianca anche quello Piloti, firmato dal trio Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi, equipaggio della 499P n.51 di Ferrari AF Corse, quarta al traguardo nella 8 Ore di Sakhir.Il coronamento di un sogno. Un successo che va ben oltre la cronaca sportiva, che oggi in Bahrain ha visto la Toyota vincere la 8h del Sakhir, con le tre 499P subito dietro. Quello raggiunto oggi è il punto più alto di un progetto nato nel 2022, quando a Maranello si decise di tornare nella classe regina dell'endurance, dopo mezzo secolo di assenza. Tre anni dopo, quel sogno si è trasformato in realtà. Un traguardo che ci riempie d'orgoglio ha dichiarato John Elkann, Presidente della Ferrari e rappresenta l'apice di un percorso iniziato con la volontà di competere ai massimi livelli dell'endurance. Abbiamo trionfato tre volte consecutive a Le Mans e oggi celebriamo due titoli mondiali che testimoniano la forza di una squadra capace di crescere, imparare e migliorarsi. A completare la festa, il terzo posto in classifica della 499P n.50 di Fuoco, Molina e Nielsen, che consolida il dominio tecnico e organizzativo della Scuderia nella categoria Hypercar, dove la concorrenza di Toyota, Porsche e Cadillac non è mai mancata.Dalla 312 P alla 499P: il cerchio si chiude. Il titolo conquistato a Sakhir ha un sapore antico. L'ultimo Mondiale assoluto endurance per la Ferrari risaliva infatti al 1972, quando la 312 P portò il Cavallino in cima al mondo nel World Championship for Makes. Mezzo secolo dopo, la 499P, prima Hypercar ibrida della storia Ferrari, ne raccoglie idealmente l'eredità, chiudendo un cerchio tecnico e simbolico. Questo è il 24 titolo mondiale complessivo nell'endurance (tra assoluti e di classe), il nono titolo assoluto Costruttori e il primo Piloti nella top class, categoria che fino al 1973 non assegnava un riconoscimento individuale. Per Alessandro Pier Guidi e James Calado è il quarto sigillo iridato dopo i successi in GTE Pro del 2017, 2021 e 2022; per Antonio Giovinazzi, invece, il primo titolo mondiale della carriera.Qualche numero. Il dominio della Ferrari nel Mondiale Endurance 2025 chiude una stagione perfetta, segnata da costanza, affidabilità e gestione strategica impeccabile. Le tre vittorie consecutive a Le Mans hanno cementato un rapporto tra uomo e macchina che ricorda le grandi epopee sportive del passato, ma con un linguaggio tecnologico moderno: ibrido, efficiente e sostenibile. Con questo risultato, il Cavallino Rampante riporta a casa un titolo iridato Costruttori 17 anni dopo quello conquistato in Formula 1 nel 2008, e 18 anni dopo l'ultimo Mondiale Piloti firmato da Kimi Räikkönen nel 2007. Ma, al di là dei numeri, resta l'immagine più potente: decine e decine di uomini in tuta rossa che si abbracciano sotto i fuochi del Bahrain, con il Cavallino che brilla ancora una volta dove la storia del motorsport si scrive in maiuscolo.La cronaca della gara. Alla 8 Ore del Bahrain, la Gazoo Racing torna al successo conquistando la prima vittoria stagionale con la GR010 Hybrid n.7 di Nyck de Vries, Kamui Kobayashi e Mike Conway, davanti all'altra vettura gemella, completando un 1-2 che salva l'onore del costruttore giapponese. Un trionfo tardivo ma significativo, che conferma la competitività di un campionato equilibrato come non mai: cinque diversi costruttori vincitori nelle otto gare disputate. Nella categoria LMGT3, serata di festa anche per Manthey, che celebra il secondo titolo consecutivo grazie al quarto posto della Porsche 911 GT3 R n.92 affidata a Richard Lietz, Riccardo Pera e Ryan Hardwick. La vittoria di classe, invece, va alla Lexus RC F GT3 n.87 del team Akkodis ASP, condotta da José María López, Petru Umbrarescu e Clemens Schmid, alla loro seconda affermazione stagionale dopo il successo di Interlagos lo scorso luglio.
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F.1, GP Brasile - Norris vince la Sprint, a muro Piastri

Nov 08,2025
Lando Norris ha vinto la Sprint del Gran Premio di San Paolo, in Brasile, rafforzando così la propria leadership nel campionato piloti. Otto punti guadagnati sul suo compagno di squadra e rivale per il titolo. Oscar Piastri ha terminato anzitempo la sua corsa contro le barriere, all'uscita della esse di Senna, pizzicando un cordolo umido che ha tradito nello stesso momento sia la sua McLaren che la Sauber di Hulkenberg e la Alpine di Colapinto. Un triplo botto che ha portato la direzione gara a fermare la gara con la bandiera rossa, per recuperare le vetture e sistemare le barriere.Prime tre posizioni congelate. Alla ripartenza, Lando ha montato le gomme Soft e ha fatto il vuoto dietro di sé, ma sul finale ha dovuto gestire un arrembante Antonelli con una Mercedes particolarmente in palla. Alla fine, l'italiano non ha mai avuto una vera occasione per attaccare il rivale inglese della McLaren, ma ha ben figurato per tutto il weekend, anche nei confronti del ben più esperto compagno di squadra. Russell, terzo al traguardo, proprio alla ripartenza ha provato a beffare Kimi, che è però riuscito a contenere un attacco che sembrava ormai messo a segno, dando ulteriore dimostrazione del suo già noto talento. Più staccati gli altri. Solamente quarto Max Verstappen, passeggero di una Red Bull RB21 non propriamente competitiva a Interlagos. Il quattro volte campione del mondo è riuscito a mettere una pezza con il suo talento, sfruttando ogni occasione possibile per risalire, ma il quarto posto era il massimo che potesse ottenere oggi in queste condizioni. Alle sue spalle, quinto, troviamo Charles Leclerc: il monegasco ha battagliato con l'Aston Martin di Alonso fino alla fine, riuscendo a strappargli la posizione solo nelle fasi finali. Passo avanti anche per Hamilton: dopo essere partito undicesimo, Lewis ha sfruttato la sua esperienza per recuperare posizioni in partenza e mantenere poi il ritmo fino alla fine, tagliando il traguardo al settimo posto. La Ferrari però proverà a cambiare assetto per il resto del weekend, per cercare di ridare velocità alle due SF-25. L'ultimo punto di questa Sprint, quello che viene assegnato all'ottava posizione, se lo prende Pierre Gasly con la Alpine, grazie a un bel sorpasso ai danni della Aston Martin di Stroll.Gran botto per Bortoleto. La Sprint è terminata in regime di doppia bandiera gialla a causa di un incidente provocato dalla Sauber di Gabriel Bortoleto. L'idolo di casa, all'inizio dell'ultimo giro, ha perso la vettura poco prima della frenata di curva 1. Dopo essere andato a sbattere contro le barriere all'interno della curva, ha proseguito la sua corsa incontrollata dalla parte opposta per andare a sbattere con altrettanta violenza, spargendo detriti ovunque. Per fortuna, il pilota non ha riportato ferite, ma difficilmente i meccanici della Sauber potranno ricostruire la sua vettura per le qualifiche previste alle ore 19.I risultati completi della Sprint a Interlagos >>
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Monza Rally Show - Annullata l'edizione 2025

Nov 07,2025
L'Autodromo Nazionale Monza ha annunciato l'annullamento dell'edizione 2025 del Monza Rally Show, originariamente in programma dal 5 al 7 dicembre. Una decisione che interrompe una tradizione lunga quasi mezzo secolo e chiude in anticipo la stagione sportiva del circuito brianzolo.Un arrivederci. Nel comunicato, il circuito ha spiegato che la cancellazione è dovuta a motivi organizzativi e logistici. Dietro le parole, si intravede una valutazione più ampia delle attuali dinamiche del settore e la necessità di pianificare al meglio gli interventi infrastrutturali previsti per il 2026, che interesseranno profondamente l'impianto. La decisione si legge nella nota è stata presa per non compromettere la qualità e il prestigio di un evento che, da sempre, rappresenta un punto di riferimento nel panorama motoristico nazionale e internazionale. Il Monza Rally Show 2025 avrebbe dovuto richiamare circa 100 equipaggi, tra auto moderne e storiche, impegnati in sette prove speciali per un totale di 130 chilometri cronometrati. Il clou, come da tradizione, sarebbe stato il Masters' Show della domenica, la sfida uno contro uno che negli anni ha messo a confronto campioni di diverse discipline e personalità del mondo dello spettacolo. Per gli appassionati sarebbe stato il consueto gran finale della stagione brianzola, capace di riempire le tribune anche nelle giornate più fredde di dicembre.Rimborsi. L'Autodromo ha espresso il proprio rammarico verso piloti, team, partner commerciali e appassionati che avevano già confermato la partecipazione o acquistato i biglietti, assicurando che le modalità di rimborso per chi ha acquistato tramite TicketOne, call center o punti vendita saranno comunicate nei prossimi giorni. Il 2025 segnerà dunque una pausa forzata, ma non certo un addio. L'intenzione è chiara: il Monza Rally Show tornerà, una volta completati i lavori che prepareranno il circuito a una nuova fase della sua storia.
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F.1, GP Brasile - Quali Sprint: Norris il più veloce

Nov 07,2025
Lando Norris scatenato in quel di Interlagos. L'inglese della McLaren mette tutti in riga nelle Qualifiche Sprint del Gran Premio del Brasile, firmando una pole netta in 1'09243 e confermando lo stato di grazia del team di Woking su una pista dove equilibrio e trazione fanno la differenza. Alle sue spalle, a meno di un decimo, un sorprendente Kimi Antonelli: il giovane talento della Mercedes ha conquistato la prima fila dello schieramento, rovinando quello che sulla carta doveva essere un facile uno-due della McLaren.  Piastri, alla fine, è terzo e con la sensazione di aver lasciato qualcosina in pista nel suo giro buono.Così in Top 10. George Russell chiude quarto e regala un altro segnale incoraggiante per la scuderia di Brackley. Bene anche l'Aston Martin, con Alonso quinto e Stroll settimo: la squadra di Silverstone torna nelle posizioni che contano, dopo mesi complicati. Tra le due Verdone, troviamo un Max Verstappen insolitamente cupo. Il quattro volte campione del mondo ha tagliato il traguardo scuotendo la testa: la RB21 non è sembrata mai a suo agio tra i saliscendi di San Paolo, e il sesto posto finale racconta un venerdì tutt'altro che brillante per la Red Bull. Anche la Ferrari ha tirato fuori una prestazione opaca. Charles Leclerc non è andato oltre l'ottavo tempo, mentre Lewis Hamilton non è riuscito a superare la tagliola della SQ2 e domani partirà dall'undicesima posizione. Il sette volte iridato dovrà anche rispondere a un'indagine per presunta inosservanza delle bandiere gialle, esposte dopo un testacoda proprio del compagno di squadra Leclerc. Chiudono la top ten di Isack Hadjar con la Racing Bulls e Nico Hülkenberg con la Kick Sauber, due exploit che aggiungono pepe a una Sprint che si preannuncia interessante.Sabato a rischio diluvio. Tutto l'interesse si sposta ora sulla giornata di domani a Interlagos: le previsioni meteo parlano chiaro, pioverà e lo farà intensamente. Il normale svolgimento della Sprint Race e delle successive qualifiche del Gran Premio potrebbero essere addirittura a rischio.I risultati delle Qualifiche Sprint a Interlagos >>
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Lutto nell'auto - Addio a Louis Schweitzer, ex numero uno della Renault

Nov 07,2025
La Renault saluta uno dei dirigenti che più hanno segnato la sua storia recente. Si è spento, all'età di 83 anni, Louis Schweitzer, presidente e amministratore delegato della Losagna dal 1992 al 2005 e in tale veste artefice dell'Alleanza con la giapponese Nissan.  Una carriera tra pubblico e privatoNato nel 1942 a Ginevra, Schweitzer si laurea nel 1970 all'cole nationale d'administration (ENA), la scuola nazionale di alta amministrazione da cui sono usciti tutti i più importanti manager pubblici e privati francesi. Inizia la sua carriera come ispettore delle finanze, un importante ruolo nell'alta amministrazione transalpina che gli apre le porte prima della politica e poi dell'industria. Infatti, dal 1984 al 1986 Schweitzer è il capo di gabinetto dell'allora primo ministro Laurent Fabius, mentre risale proprio al 1986 il suo approdo alla Renault: ne diventa direttore finanziario grazie al presidente Georges Besse, già sodale di Fabius. A Boulogne-Billancourt scala rapidamente le gerarchie aziendali e nel 1992 viene nominato presidente e amministratore delegato, succedendo a Raymond Levy. A lui si devono due fondamentali operazioni: la privatizzazione del 1996 e l'alleanza con la Nissan nel 1999. Sempre in questo anno fu anche l'architetto dell'acquisizione della Dacia. Nel 2005 lascia tutti i suoi incarichi.  Il saluto dei verticiLa Renault non ha mancato di rendere omaggio a Schweitzer. Il presidente Jean-Dominique Senard parla di un "un leader visionario e audace, il cui impegno e i cui elevati standard hanno contribuito alla modernizzazione e all'internazionalizzazione del Gruppo" con lanci iconici come Twingo e Mégane, l'acquisizione di Dacia e la creazione dell'Alleanza strategica Renault-Nissan". L'ad Franois Provost ne sottolinea la "visione e determinazione: sotto la guida di Schweitzer, il Gruppo Renault ha vissuto grandi trasformazioni. L'evoluzione dell'azienda porta il segno della visione strategica da lui instillata". Quattroruote lo ricorda con l'intervista che Gian Luca Pellegrini gli fece due anni fa e che potete leggere qui.
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Mercato italiano - Cardinali (Unrae): "Gli incentivi non accenderanno la domanda di elettriche

Nov 07,2025
Il mercato di ottobre si è chiuso proprio nel primo giorno di piena operatività della piattaforma per la validazione dei voucher erogati dopo il click day del 22 ottobre. Secondo Andrea Cardinali, direttore generale dell'Unrae, i primi effetti degli incentivi si vedranno a novembre ma l'iniziativa, che permetterà di immettere su strada circa 56 mila veicoli elettrici nell'arco di alcuni mesi, non basterà ad accendere definitivamente il mercato dell'auto elettrica in Italia. Il mercato ha chiuso per l'ennesima volta in rosso proprio nei giorni di post sbornia incentivi, con 595 milioni di euro bruciati in poche ore. Quanto può aver pesato questa iniziativa?Fino al 31 ottobre mattina ha pesato ancora, in negativo, l'attesa protrattasi per mesi. L'effetto positivo è iniziato alle ore 13, con la validazione dei bonus nelle concessionarie. Ma a fine giornata la quota di auto elettriche targate non era salita di molto: solo dal 4,8% al 5,0%. Gli incentivi hanno iniziato a materializzarsi, senza fare in tempo a dispiegare tutto il loro potenziale. Lo vedremo sicuramente a novembre, con le pronte consegne, e poi spalmato gradualmente nel corso dei mesi successivi. A diciassette giorni dall'avvio dell'iniziativa, quante delle 56 mila persone che hanno ottenuto il voucher sono andate nelle concessionarie a perfezionare un contratto?Al momento non sappiamo quanti dei quasi 56 mila voucher emessi tra il 22 e il 23 ottobre si siano già trasformati in ordini nelle concessionarie, e tantomeno sappiamo quanti lo faranno entro i 30 giorni di validità. Probabilmente al momento della loro scadenza avremo un'altra sorta di click day, e all'indomani il gestore della piattaforma saprà quanti di quei 595 milioni sono stati effettivamente spesi. Fino al 23 novembre è impossibile saperlo, poi mi auguro che il dato venga reso noto, magari con qualche dettaglio sulla ripartizione tra vetture e veicoli commerciali, per ISEE, per area geografica ecc. Mi sento solo di escludere fin d'ora che si tratti del 100%: qualcuno rinuncerà all'acquisto e si libereranno delle risorse. Così adesso c'è anche chi aspetta proprio quel momento... Il fatto che la piattaforma non abbia funzionato, dal lato della validazione dei voucher, per una decina di giorni potrebbe indurre il governo a prorogare il termine per la validazione?Non saprei proprio. Al momento non abbiamo ricevuto richieste in tal senso, ma potrebbero ancora arrivare. Com'è stato possibile essere costretti a spegnere la piattaforma per un giorno e mezzo dopo una settimana dal click day?Non è che non funzionasse, c'erano dubbi interpretativi su alcuni dettagli riguardo gli importi da inserire nella piattaforma. Il fatto è che rispetto alle tornate precedenti, che potevano contare su software e procedure molto rodati, stavolta era tutto nuovo. Soprattutto l'impostazione di fondo, che ha affidato la richiesta del bonus al cliente anziché al venditore. Qualche difficoltà iniziale era praticamente inevitabile. Secondo alcuni, però, è mancata un'adeguata fase di beta testing, necessaria proprio perché il sistema era completamente nuovo...Sarebbe stata opportuna, non c'è dubbio, ma avrebbe richiesto svariati giorni, e a quel punto probabilmente avremmo criticato l'ulteriore ritardo. L'avvio della piattaforma era assai urgente, si trattava di un'iniziativa annunciata da molti mesi. La richiesta ufficiale a Bruxelles di riallocare i residui dei fondi PNRR originariamente previsti per le infrastrutture di ricarica risale al 21 marzo. I fondi vanno erogati entro il 30 giugno 2026, che è quindi il termine tassativo per perfezionare le vendite: ogni differimento avrebbe compresso la finestra temporale utile, ridotta ormai a otto mesi, e non si prevedeva che i fondi sarebbero durati due giorni. Al di là dei problemi iniziali, restano le domande sul senso di un'ennesima iniziativa spot arrivata dopo poco più di un anno dal click day del giugno 2024... questo il vizio più grave della politica di incentivazione in Italia: il fatto che non vi sia mai stata una misura strutturale, o almeno una misura pluriennale stabile e adeguatamente finanziata, senza gli innumerevoli stop & go che abbiamo visto fin dal 2020. Che, oltretutto, hanno alimentato negli italiani la convinzione che comunque, finita una tornata di incentivi, prima o poi ne arriva un'altra. Che impatto ha sul mercato questa convinzione? impossibile dirlo. In sette anni, da quando furono lanciati i primi incentivi con la finanziaria 2019, non vi sono state certezze. Non ne hanno avute né gli operatori né i clienti. Ogni anno è stata modificata qualche variabile dello schema, dai plafond alle esclusioni, dalle fasce di emissioni all'entità dei bonus. In passato è accaduto anche più volte nel corso dello stesso anno. E non dimentichiamo che dodici mesi fa il governo aveva detto: Mai più incentivi... Tornando al click day, questa iniezione di 56 mila veicoli elettrici che nell'arco delle prossime settimane/mesi arriveranno sulle nostre strade potrebbe essere la scintilla in grado di far partire il mercato delle auto elettriche anche in Italia, oppure si rivelerà semplicemente come l'ennesima corsa ad accaparrarsi un maxi sconto?Per far partire il mercato delle elettriche la variabile prezzo è importante ma è solo una delle tante, insieme alla capillarità dell'infrastruttura e alle tariffe di ricarica. Con la fine degli incentivi fatico a pensare che il mercato possa mettersi in moto, considerando che gli altri fattori abilitanti continuano a essere di ostacolo. Se non si allineano tutti i pianeti, il mercato non decolla. Sul terzo fronte, oltre al problema di fondo del costo dell'energia in Italia, il recente Osservatorio Adiconsum - un lavoro molto ben fatto e dettagliato sulle tariffe di ricarica - mette chiaramente in evidenza che abbiamo un problema ulteriore, dimostrando che queste sono totalmente scollegate dall'andamento del PUN, il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica. Qualcuno candidamente ammette che le tariffe attuali riflettono anche il costo di realizzazione delle infrastrutture, da ripagare su un circolante esiguo. Capisco le esigenze degli operatori, ma non mi sembra corretto scaricare sui primi clienti la creazione di una rete che avrà tempi di esercizio lunghissimi. come se agli albori delle ferrovie il biglietto del treno nei primi anni avesse incorporato il costo della loro costruzione. Secondo lei è possibile che qualcuno dei 56 mila che hanno ottenuto il voucher si sia orientato sull'auto elettrica solo a causa dell'effetto saldo, diciamo così, su alcuni modelli?In una galassia di 56 mila persone ci può stare di tutto, ma non mi focalizzerei sull'aneddotica. Escluderei l'acquisto fine a sé stesso, magari finalizzato a una rivendita dopo due anni. Qualcuno potrebbe aver prenotato il voucher per un calcolo sul mero prezzo d'acquisto, senza aver ponderato a sufficienza altri fattori. Ma se anche così fosse, vorrei considerarlo una sorta di test drive di massa che potrebbe far scoprire vantaggi e qualità delle auto elettriche a chi non le conosce. Ciò detto, resta evidente una cronica criticità degli incentivi italiani, mai parametrati al prezzo dell'auto. stato fatto solo per i veicoli commerciali (come per mille tipi di bonus in altri settori): una percentuale del prezzo, con un tetto all'importo del bonus anziché del prezzo stesso, senza escludere nessun modello.
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Yangwang U9 - Al volante della super elettrica che sfida il mondo

Nov 07,2025
Dai costruttori cinesi ormai si può avere di tutto, anche una supercar: lo dimostra la Yangwang U9, bolide elettrico che in Europa al momento non si vende - ma le cose potrebbero cambiare dalla seconda metà del 2027 in poi, quando il marchio Yangwang dovrebbe sbarcare anche nel Vecchio continente - e che ha recentemente fatto parlare di sé per aver stabilito un nuovo record di velocità tra le auto di serie. Sfrecciando a 446 e spicci km/h in una versione speciale, la Xtreme, da oltre 3.000 CV, architettura ad altissima tensione (1.200 volt) e prevista in tiratura limitata di 30 esemplari: quasi una special, insomma. Ma nemmeno la base di partenza, cioè la U9 normale, che si accontenta di 1.300 cavalli e di una rete di bordo a 800 volt e che abbiamo avuto modo di guidare nel centro prove di Zhengzhou, scherza quanto a prestazioni. E ci fa capire come la BYD non tema di sfidare la concorrenza anche sui terreni più complicati. Tecnologia contro tradizioneAlzare tanto l'asticella porta a confrontarsi con marchi che, nel campo, hanno più blasone e tradizione da spendere. E, specie al di fuori del mercato locale, a guardare in direzione di una clientela estremamente esigente. Dunque, una sfida non facile per un costruttore giovane come la BYD, che ha iniziato a vendere auto dal 2003. Dal canto suo, la Casa di Shenzen mette in campo, come sempre, la tecnologia. Di cui la Yangwang U9 è uno dei più potenti dimostratori presenti nel portfolio del costruttore. Questa supersportiva può contare infatti su una piattaforma elettrica evoluta (denominata e4) con powertrain quadrimotore, e su sofisticate sospensioni, le DiSus-X, dotate di una tecnologia proprietaria che consente di controllare attivamente il movimento verticale, laterale e longitudinale della vettura. Qualità che la BYD ha comunicato al mondo mostrando la U9 mentre salta gli ostacoli, riesce a viaggiare su tre ruote con una gomma bucata o muove il corpo a ritmo di musica. Carbonio, alettone e quattro motoriMalgrado certi vezzi, l'immagine è quella di una supercar sanguigna. Linee aggressive, vistose appendici aerodinamiche e un abitacolo avvolgente dove si respira un'atmosfera da Gran Turismo (inteso come il videogioco). Ci sono poi diversi ingredienti che appartengono a un mondo dell'élite. Lunga quasi cinque metri, la U9 è infatti costruita su una monoscocca in fibra di carbonio, alla cui struttura è integrata la batteria da 80 kWh. Per l'aerodinamica, non mancano uno spoiler posteriore regolabile su quattro livelli e il diffusore attivo. Ma, come optional, la cinese può montare un grande alettone che fornisce fino a 280 chili di downforce, anch'esso in carbonio. Il powertrain, a quattro motori indipendenti, scatena fino a 1.306 cavalli con un picco di coppia di 1.680 Nm. Per il classico 0-100 km/h bastano 2,4 secondi. Primi giriPeccato sia stato breve, anzi fugacissimo, il nostro primo assaggio della U9 su pista: non più di un paio di giri. In attesa di un test più approfondito, restano comunque alcune sensazioni a pelle. Inutile dire che l'accelerazione è impressionante, anche quando non si sfrutta l'intero potenziale cavalleria a disposizione. Ed è chiaramente la parte più divertente del gioco. In questo flirt con la U9 ho apprezzato anche la sua efficacia in inserimento curva e come, attraverso le tecnologie, combatte contro un peso di 2,5 tonnellate. Che, tra i cordoli, inevitabilmente si fa sentire. Mi è piaciuto meno, invece, il feedback della frenata: con tanto (forse troppo) mordente appena si tocca il pedale e poi poca omogeneità. Nel complesso, comunque, un'esperienza piacevole ed entusiasmante, quella a bordo della U9. Che dà l'idea di essere una supercar da godere facilmente anche su strada. Quanto costa? In Cina viene venduta a un prezzo in yuan che equivale a circa 220 mila euro. 
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Test in Giappone - Come si guidano le kei car? - VIDEO

Nov 07,2025
Mettiamo subito le cose in chiaro. Le kei car non arriveranno da noi. O almeno, non lo faranno nelle loro versioni attuali. Perché queste piccole vetture da tre metri e 40 (al massimo) semplicemente non possono essere omologate per la circolazione in Europa. Se qualcosa cambierà con i nuovi regolamenti dedicati alla E-Car, allora forse potrebbe aprirsi uno spiraglio per la futura generazione di kei car, anticipata al Salone di Tokyo da modelli come la Suzuki Vision E-Sky. Seconda cosa: se mai arriveranno da noi, le kei car non avranno i prezzi (quasi) stracciati che hanno in Giappone (le vetture che ho guidato qui, anche grazie a un cambio euro-yen estremamente favorevole, costavano dai 9 ai 12 mila euro). Sia per i costi di ri-omologazione sia per il trasporto, giusto per citare due motivi. Le regole delle kei carPer chi non mastica il tema, le kei car sono una tipologia di automobili ultracompatte che spopola in Giappone. Per rientrare in questa categoria si deve rispettare una sorta di disciplinare: l'auto non può essere più lunga di 340 cm (la Panda, per fare un esempio, è 370 cm), più alta di due metri e più larga di 148 cm. Di limiti di peso veri e propri non è che ce ne siano, ma i costruttori tendono a contenere la massa il più possibile visto che la potenza massima prevista è di 64 cavalli. Se si rispettano queste caratteristiche, il veicolo (automobile, camioncino o van che sia) può accedere a tutti i vantaggi fiscali previsti, dalla riduzione delle tasse annuali e dell'assicurazione al dimezzamento del costo della revisione, fino a sconti sui pedaggi. La diffusione di queste vetture è di fondamentale importanza per il Giappone, soprattutto nelle città, dove lo spazio scarseggia. La mini-Jimny: integrale, anche con le ridotteDopo questa lunga premessa (perdonatemi, ma visto il tema serviva mettere subito le carte in tavola), passiamo al succo della faccenda: come si guidano. La Suzuki mi ha messo a disposizione due differenti vetture (c'erano anche altri modelli, che ho analizzato a fondo senza guidarli) per farmele provare su strada: la monovolume Spacia e la versione kei della fuoristrada Jimny. Spengo subito i vostri animi: non arriverà da noi, nemmeno in questa versione più stretta (passaruota di plastica eliminati, pneumatici più stretti e altri dettagli) e con motore tre cilindri turbo da 660 cc e 64 CV.Su strada, la piccola Jimny m'è sembrata molto simile a quella che si poteva comprare anche da noi fino a qualche anno fa, con la differenza che qui le marce del cambio manuale sono molto (ma davvero tanto) più corte. Al punto che partire in terza non è difficile, anzi Come la nostra (che non è più in vendita per questioni legate alla media emissioni di CO2), anche la Jimny-kei car ha la trazione integrale inseribile manualmente con ridotte e, a detta della Suzuki, se la cava davvero bene anche in off-road. Qui in Giappone la vendono anche in versione a cinque porte (non kei, ovviamente), ma nemmeno questa arriverà da noi: alcuni importatori le vendono anche in Europa, ma la Suzuki sconsiglia di acquistare queste vetture (che tra l'altro hanno prezzi da capogiro) poiché non è prevista un'assistenza ufficiale. Fai un incidente e pieghi una portiera posteriore? Dovrai farti spedire i pezzi dal Giappone, con tempi e costi importanti. Spacia: piccola fuori, enorme dentroPassiamo alla Spacia, che tra le due Suzuki è sicuramente la più interessante. Perché? Come si capisce dal suo evocativo nome, questa kei car è pensata per offrire il massimo dello spazio. Ho guidato la Spacia Gear Hybrid XZ Turbo (esatto, le kei car ci sono anche ibride) da 64 CV con trasmissione Cvt, trazione anteriore e un peso a secco di 910 kg. Da fuori sembra un po' più grande di quello che è (3.395 mm) grazie alle sue proporzioni pensate per massimizzare l'abitabilità: è una sorta di cubo con quattro ruote e un piccolo cofano appiccicati. Da dentro, invece, la sensazione di gigantismo è ancora più grande: grazie a tanti dettagli finemente studiati, la Spacia sembra davvero immensa. Talmente tanto che quando l'ho guidata tendevo a stare molto lontano dal bordo sinistro della carreggiata (qui si guida nel senso opposto rispetto al nostro) per paura di toccare marciapiedi e pali a lato strada, notando dallo specchietto che stavo lasciando un margine enorme. questa la magia della Spacia: sembrare molto più grande di quello che è. E non sto dicendo che sia piccola, anzi: al posto di guida si sta seduti praticamente come se si fosse su una sedia, con le gambe quasi ad angolo retto. Ecco, l'unica cosa che m'è mancata un po' è dello spazio in più per le ginocchia, perché al centro della plancia c'è una sorta di penisola che sporge in basso dove sono posizionati comandi clima e leva della trasmissione. In altezza, invece, è pazzesca: tra la mia testa (sono 185 cm) e il tetto ballavano almeno una ventina di centimetri, roba da furgone. Lo stesso discorso vale per i sedili posteriori (a cui si accede da pratiche porte scorrevoli con apertura elettrica), che hanno più di due spanne di spazio per le gambe dei passeggeri, che può diminuire fino a una quindicina di centimetri quando si fanno scorrere le sedute in avanti per creare un vano di carico degno di nota. E poi ci sono tantissime soluzioni furbe, come i tanti vani portaoggetti (anche sotto alla seduta del passeggero) o il tappetino di plastica a molla del bagagliaio, che si regola da solo a seconda della posizione dei sedili. Niente male, nemmeno per noi europeiPassando alla guida, la Spacia m'è sembrata abbastanza scattante nonostante la potenza esigua del suo motore. Certo, il Cvt aiuta sicuramente, ma abituato alle nostre auto sovrappeso m'aspettavo di peggio. Il contraltare è un abitacolo un po' rumoroso, con il tre cilindri che vibra un pochino e alza la voce quando affondi sul gas. Con la tipica cortesia giapponese, lei ti invita a guidarla tranquillamente, anche per via di uno sterzo leggero e non troppo diretto né preciso, abbinato a un assetto che punta al confort ma non genera grandi movimenti nel corpo vettura. Passando su qualche sconnessione (qui non è facile trovarne) m'è sembrato in grado di fornire un isolamento più che adeguato. La cosa che più m'è rimasta impressa, però, è l'incredibile visibilità che un modello come questo riesce a garantirti. Vedi bene in tutte le direzioni grazie a vetrature molto generose abbinate a montanti finissimi. E questo farebbe comodo pure da noi, perché (insieme agli Adas, presenti in gran numero su questa kei car) aumenta di tanto la sicurezza nella guida in città, tra pedoni, biciclette e monopattini. Ma, come detto, ancora una volta sarà la politica del Vecchio Continente a scegliere per noi.
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Mole Urbana - Il governo "benedice" il primo passo verso le E-Car all'italiana

Nov 07,2025
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, ha rappresentato il governo all'inaugurazione della fabbrica diMole Urbananell'ex impianto Blutec di Orbassano, alle porte di Torino. Un evento che segna non solo la rinascita di un sito industriale, ma anche l'avvio di una possibile filiera italiana delle microcar elettriche, con lo sguardo rivolto al futuro delle E-Car. Un tema, quello delle auto europee piccole ed ecologiche, che il nostro direttore Alessandro Lago ha sottoposto direttamente al ministro."Inauguriamo qualcosa che per il sistema Piemonte è una soddisfazione", ha risposto Pichetto Fratin. "Veder rinascere una fabbrica chiusa è la continuazione di quella conoscenza che il Piemonte ha acquisito nel secolo scorso, fatta di design, competenze e visione industriale. L'auspicio è che questo sia solo il primo scalino di una ripresa produttiva in un settore che ci ha sempre contraddistinto nel mondo". Norme, elettrico, CinaSempre sul fronte delle E-Car, il ministro ha ribadito la necessità di un quadro normativo più equilibrato e rinnovato la sua contrarietà ai piani di Bruxelles: "Non condivido il Fit for 55, che vieta i motori endotermici dal 2035. Sono convinto che il motore elettrico sarà centrale, ma serve un equilibrio tra il prezzo dei veicoli, il costo dell'energia e l'accessibilità per i cittadini". Quanto alla Cina, l'osservazione del ministro è che "è difficile competere, ma sulla qualità possiamo davvero dire la nostra: fondamentale sarà anche ridurre i costi energetici, in Europa e soprattutto in Italia. La rinascita della fabbrica di OrbassanoDurante l'inaugurazione della fabbrica, Pichetto Fratin è tornato sottolineare l'importanza della rinascita dell'impianto, per il design automobilistico e la città di Torino: Il secolo scorso ha dato delle capacità, delle conoscenze, delle passioni che possono continuare con nuovi modelli, con nuovi modi di fare, con nuovi tipi di motore, ha spiegato il ministro, evidenziando l'aspetto della rigenerazione di ciò che il tempo aveva rischiato di far fallire totalmente"."Mole Urbana è stata un po' un'avventura perché ho conosciuto Umberto Palermo che è venuto a presentarmi il progetto", ha continuato Pichetto Fratin. "In quel momento ero viceministro dello Sviluppo Economico e presiedevo il Tavolo dell'Automotive. Palermo venne con questa idea e poi mi disse: devo trovare il capannone. E io: ma proviamo a cercare fra i tanti capannoni di società che sono in amministrazione straordinaria. Da lì l'invito a coloro che gestivano l'amministrazione straordinaria a mettersi in contatto: poi, man mano, ho seguito tutte le varie fasi. Devo dire che oggi è una grande soddisfazione".  Segnali di speranzaLa rinascita della ex Blutec rappresenta dunque un segnale di speranza per un territorio duramente colpito dagli effetti della crisi dell'auto. Lo dimostra anche un numero: l'azienda ha raccolto in poco tempo 500 curricula di persone interessate a lavorare nell'azienda. Oggi la forza lavoro è composta da 30 persone, ma l'obiettivo è di salire a 80 se non 100 addetti. Ovviamente, molto dipenderà dagli ordini e dai risultati commerciali di un progetto incentrato sulle microcar e, in futuro, su altri prodotti: Mole Urbana ha per esempio svelato il prototipo della Malya, un veicolo compatto a cinque posti ispirato all'off-road. L'iniziativa industriale conta anche sul sostegno pubblico grazie all'impegno di Cdp Venture Capital, il braccio della Cassa depositi e prestiti dedicato alle startup, e della finanziaria regionale FinPiemonte. Il progetto prevede investimenti per 7 milioni di euro, di cui 3,5 milioni già raccolti e il resto da reperire nei prossimi mesi.Palermo: un nuovo polo per auto cittadine"Questo non è solo il lancio di una nuova microcar elettrica", ha chiosato infine Palermo, "ma il germoglio di un nuovo polo automotive italiano che punta a rilanciare la manifattura e la filiera interamente nazionale con la produzione di auto per la città, quelle che chiamiamo quadricicli o kei car alla giapponese. L'iniziativa, che vede Torino come capitale dell'innovazione, si pone l'obiettivo di dimostrare come sia possibile produrre veicoli a basso impatto ambientale con un ciclo produttivo totalmente italiano, dalla componentistica all'assemblaggio finale".
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Tesla - Cosa dovrà fare Musk per avere il bonus da mille miliardi

Nov 07,2025
L'assemblea degli azionisti della Tesla ha approvato il controverso pacchetto retribuitivo da mille miliardi di dollari per l'amministratore delegato Elon Musk: in cambio, il super ad dovrà portare a termine degli obiettivi che definire ambiziosi è poco. L'assise ha votato a larga maggioranza per un'iniziativa fortemente contestata da grandi investitori e società di consulenza e già finita nell'occhio del ciclone perché considerata l'ennesimo esempio delle eccessive disparità salariale nel mondo non solo dell'high-tech statunitense: Musk è già oggi tra gli uomini più ricchi al mondo con una fortuna stimata in oltre 500 miliardi di dollari e nel caso ottenesse i bonus batterebbe perfino il magnate del petrolio John Rockefeller, accreditato di un patrimonio di 630 miliardi di dollari all'apice del suo successo (il dato è corretto per l'inflazione), e diventerebbe il primo "trilionario" della storia moderna. La vittoria dei "piccoli azionisti"Gli azionisti, che hanno votato a favore del pacchetto con il 75% dei sì, hanno così ignorato completamente le critiche delle ultime settimane e soddisfatto l'invito del consiglio di amministrazione ad approvare il pacchetto per non rischiare di perdere Musk e quindi di mettere in pericolo il futuro dell'azienda.  E lo stesso Musk ha minacciato di dire addio in caso di un voto contrario. L'imprenditore ha così ottenuto l'ennesimo attestato di fiducia al suo operato nonostante rimanga sempre al centro di polemiche e dibattiti sulla sua eccessiva esposizione mediatica o sulle sue continue promesse visionarie. Del resto, l'assemblea è stata l'occasione per i piccoli soci per rigettare le ostilità della grande finanza internazionale (è il caso, per esempio, di Norges Bank, il maggior fondo sovrano al mondo, e di Calpers, il più grande fondo pensione americano, che hanno pubblicamente dichiarato il loro voto contrario) e manifestare tutto il loro sostegno a Musk: salito sul palco dell'assise al ritmo di musica techno e sotto luci stroboscopiche da discoteca, ha ricevuto un fragoroso applauso da parte soprattutto di azionisti cosiddetti retail, che negli ultimi anni hanno comunque ottenuto grandi soddisfazioni in termini di rivalutazione del loro investimento. Oggi, infatti, Tesla vale in Borsa oltre 1,4 miliardi di dollari malgrado le deboli performance commerciali e finanziarie degli ultimi mesi.  I motivi del voto favorevoleD'altro canto, l'anno scorso, lo stesso Musk era riuscito a vincere un'analoga votazione su un'iniziativa altrettanto controversa: il pacchetto di bonus da "soli" 56 miliardi di dollari, talmente contestato da diversi investitori da finire sotto il giudizio di un tribunale del Delaware, che difatti lo aveva bocciato sonoramente. Questa volta, però, Musk era ancor più certo di ottenere una nuova vittoria grazie al trasferimento della sede legale in Texas e ai relativi benefici in termini di governance: infatti Musk e il fratello Kimball hanno avuto la possibilità di portare in assemblea azioni per un totale del 16% del capitale e ovviamente di votare a favore (in altri Stati non è consentito ai membri del Cda di partecipare all'assemblea). I soci retail, che detengono un altro terzo delle azioni, hanno quindi appoggiato le istanze di voto del consiglio di amministrazione, finito di nuovo al centro delle polemiche per la scarsa indipendenza e l'eccessiva influenza di Musk, garantendo il sostegno a un pacchetto di bonus, che sarà erogato solo a condizioni che vengano raggiunti determinati obiettivi finanziari e operativi nell'arco di dieci anni.  Obiettivi irragiungibili?A oggi, però, tali target appaiono di realizzazione oltremodo difficile. Si ptrebbe anche parlare di obiettivi impossibili, ma la storia recente della grande finanza di Wall Street ha smentito tanti luoghi comuni, a partire dalle valutazioni raggiunte da colossi come Nvidia o Apple, che in Borsa valgono, rispettivamente, 4,6 trilioni di dollari e 3,99 trilioni. Musk, che continuerà a non ricevere alcun stipendio, dovrà, per esempio, moltiplicare per sei l'attuale capitalizzazione della Tesla per arrivare a 8.500 miliardi di dollari: la prima delle dodici tranche di bonus azionari scatta a duemila miliardi, le successive nove per ogni incremento di 500 miliardi e le ultime due con aumenti da mille miliardi.Potrà anche farcela, ma dovrà anche aumentare di 24 volte il margine operativo lordo, che da poco più di 4 miliardi dovrà salire fino a 100 miliardi. Inoltre, dovrà vendere dieci milioni di abbonamenti per la guida autonoma, portare sulle strade almeno un milione di taxi autonomi, commercializzare un milione di robot Optimus e consegnare 20 milioni di veicoli l'anno, un obiettivo più volte citato dallo stesso Musk, ma oltremodo ambizioso alla luce del recente rallentamento della crescita e dell'intensificazione della concorrenza.Se i target saranno raggiunti completamente, l'amministratore delegato otterrà 423 milioni di titoli, che porteranno la sua quota azionaria al 25%, una soglia che Musk aveva indicato come condizione necessaria per ottenere il controllo totale dell'azienda e rimanere al vertice. E se non saranno raggiunti non mancheranno comunque delle soddisfazioni "azionarie". Musk otterrà oltre 50 miliardi di dollari di titoli in caso di progressi solo parziali nel percorso decennale. E poi ci sono anche delle deroghe in caso di disastri naturali, guerre, modifiche alle normative statunitensi e internazionali ed eventi che abbiano un impatto significativo sull'operatività della Tesla. Insomma, sarà difficile ottenere i bonus, ma la grande vittoria di Musk è un'altra: aver ottenuto un nuovo attestato di "fiducia incrollabile" dagli azionisti nonostante le tante promesse non mantenute degli ultimi anni. 
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Made in Italy - Mole Urbana, tutti i quadricicli che saranno prodotti a Orbassano

Nov 07,2025
In occasione dell'inaugurazione dell'impianto produttivo di Orbassano, Mole Urbana ha presentato la sua gamma di quadricicli elettrici per il 2025, composta da dodici modelli, pensata per soddisfare le esigenze di una vasta platea di utilizzatori, dalla logistica alle consegne, da chi cerca un mezzo per spostarsi rapidamente in città a chi vuole godersi il lungomare en plein air. Tutti i modelli di Mole Urbana sono realizzati sulla medesima piattaforma, che prevede un telaio space-frame in acciaio inox, batterie al litio-ferro-fosfato che possono essere swappate, ricarica in corrente continua o alternata fino a 22 kW, sospensioni indipendenti, freni a disco e struttura modulare per accogliere tutte le configurazioni previste. Identici peso e dimensioni: i modelli Mole Urbana 2025 sono lunghi 3.300 mm, alti 1.700 e larghi 1.300, con una massa di 480 chilogrammi. Riapre l'impianto di OrbassanoIl progetto di Umberto Palermo passa non solo per lo sviluppo di soluzioni di mobilità urbana sostenibili, ma anche per la rinascita del tessuto produttivo italiano. In questa direzione va l'inaugurazione degli impianti produttivi di Orbassano, in provincia di Torino, alla presenza del ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, delle istituzioni nazionali e regionali e dei partner industriali. Il nuovo stabilimento sorge sulla ex Stola, sito industriale degli anni Sessanta; al posto dell'amianto ci sono i pannelli solari e il modello produttivo prevede legami e collaborazioni con il territorio. quello che Palermo definisce il passaggio dal frutto all'albero, dar vita a un ecosistema capace di avviare nuovi processi industriali, sociali e creativi. Lavoro 1, operativa compattaVeicolo elettrico da lavoro pensato per logistica di prossimità, manutenzione urbana e servizi tecnici. Ha una portata utile di 450 kg e un volume di carico di 1,3 metri cubi. Lavoro 2, efficienza in movimentoVersione evoluta del modello operativo, con una migliore accessibilità e capacità di carico ottimizzata. Come gli altri modelli, ha il telaio in acciaio inox, sospensioni indipendenti e freni a disco. Il carico utile è di 450 kg. Lavoro 2 Brezza, micro-utility elettricaQuesto modello ha il cassone posteriore aperto ed è ideale per manutenzione, consegne rapide e servizi ambientali. Il carico utile è di 450 kg, il volume carico pari a un metro cubo. Lavoro 3, trasporto urbano flessibileProgettato per attività professionali a medio volume di corrieri, artigiani, manutentori. Il volume di carico arriva a 2,3 metri cubi, assicurando grande capacità di carico in un corpo compatto. Romantica, charme elettrico (anche cabrio)Evoca la dolce vita con forme rétro, un design ispirato agli anni Sessanta e finiture pregiate. Pensata per la mobilità urbana di coppia, questa due posti ha il telaio space-frame in acciaio inox e ricarica domestica. Scuter Quattro, libertà a quattro ruoteUn quadriciclo leggero che unisce la praticità da scooter e la sicurezza automobilistica. Due posti, struttura compatta e stabile, ricarica domestica o CCS. Sport GT, l'anima dinamica di Mole UrbanaVersione sportiva con look racing, linee tese e assetto ribassato. Motorizzazione elettrica ad alte prestazioni, possibilità di ricarica fino a 22 kW. Corriera, micro-shuttle urbanoPensata per il trasporto collettivo urbano o turistico, mette a disposizione quattro posti reali e un'accessibilità facilitata. L'autonomia dichiarata è di 150 km. Torpedo, e-cabriolet cittadinaVersione aperta e dinamica, si caratterizza per lo stile iconico ed è ideale per resort e leisure urbano. Due i posti a sedere, per una massa complessiva di 480 chili. Pitbull, urban-offroad compattoAssetto rialzato e look aggressivo, questo modello offre carattere e solidità. Due i posti, con pneumatici 155/85 R14 e sospensioni indipendenti. Quattroposti, microcar familiareProgettata per nuclei urbani e il car sharing, mette a disposizione quattro posti, una struttura spaceframe in acciaio inox e sicurezza passiva integrata.
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Renault - Provost: le famiglie non possono più permettersi l'auto, Twingo è la risposta

Nov 07,2025
Il battesimo della nuova Renault Twingo elettrica è molto più di un semplice debutto di prodotto. il manifesto di una strategia industriale che punta a salvare il sistema automotive europeo e a renderlo competitivo contro l'avanzata cinese. "Non è solo una Twingo, è un simbolo del futuro dell'automobile in Europa", ha dichiarato Franois Provost, ceo del gruppo Renault, durante una tavola rotonda a margine della presentazione del modello. Le famiglie non riescono a comprare autoLa nuova Twingo è stata progettata in tempi record: 21 mesi, più veloce dei competitor cinesi. E costerà meno di 20 mila euro. "Il problema non è il 2035 (ovvero lo stop alle vendite di auto tradizionali, diesel e benzina, ndr), ma il prezzo delle auto", ha sottolineato Provost. "Oggi le famiglie europee non riescono più a permettersi un'auto, né elettrica né termica". L'età media del parco circolante è di 12,5 anni: un segnale d'allarme per sicurezza e decarbonizzazione. La ricetta Renault per ridurre i costiPer ridurre i prezzi, serve progettare più velocemente e semplificare le regole. "Il 20% dei nostri ingegneri lavora solo per adeguare i modelli alle normative europee, che cambiano di continuo", ha spiegato Provost. "Se le regole si applicassero solo ai nuovi modelli e non a quelli già commercializzati, si risparmierebbe molto". Da qui la richiesta di una moratoria di 10-15 anni senza nuove norme, per concentrare gli sforzi su efficienza e riduzione dei costi. Prezzi più bassi e maggiori volumiLa citycar è stata reinventata: design allegro, grande versatilità e tecnologia Google integrata, unica nel segmento. "Abbiamo voluto creare un'auto moderna, accessibile e connessa, senza perdere l'anima Twingo", ha detto Provost. Non è solo un'auto, ma il primo tassello di una strategia che punta a una gamma compatta (Twingo, R4, R5) capace di coprire il 55% del mercato europeo. Obiettivo: prezzi più bassi, volumi in crescita e un ciclo virtuoso per l'industria. La "mano" di Luca de MeoDietro la Twingo c'è la visione di Luca de Meo, ex numero uno della Renault oggi a capo del gruppo del lusso Kering, e il lavoro dello stesso Provost che era il suo braccio destro e ha portato a compimento il progetto da Ceo: "La Twingo non è solo una macchina, è un metodo", ha aggiunto il top manager. "Da quello che abbiamo imparato nel fare Twingo nascerà un approccio replicabile su tutti i modelli futuri". Non solo elettrico puro, ma anche ibrido e range extender, in nome della neutralità tecnologica dal 2035. "Non penseremo solo alle emissioni in uso, ma all'intero ciclo di vita del veicolo".L'Europa e la competizione globaleIl vantaggio dei costruttori cinesi è la velocità e la capacità di innovare abbattendo le barriere d'ingresso. Secondo Provost, la risposta sta nell'agilità e nella produzione locale: sviluppare modelli in Europa, nei propri centri R&D e stabilimenti, riducendo la dipendenza da fornitori esterni. Sul tema dazi, Provost propone un modello simile a quello cinese: "Apertura sì, ma con produzione locale e investimenti in tecnologia e occupazione, per competere ad armi pari".  Cosa serve all'elettrico: meno incentivi, più agevolazioniPer rendere l'elettrico davvero accessibile, servono regole stabili e agevolazioni, non incentivi finanziari: parcheggi gratuiti, tariffe di ricarica uniformi e infrastrutture affidabili. "Il software è ormai parte integrante della qualità", ha aggiunto Provost, sottolineando che la sfida non è solo hardware, ma anche digitale.La nuova Twingo è il primo passo di una strategia che guarda oltre il singolo modello. "Il nostro obiettivo è riportare l'auto al centro della vita europea", ha concluso Provost. "Non è solo una sfida tecnologica, ma una battaglia per la sostenibilità economica e industriale del continente".
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Lancia - Roberta Zerbi è il nuovo amministratore delegato

Nov 07,2025
La Lancia ha un nuovo timoniere: Roberta Zerbi sostituisce Luca Napolitano nel ruolo di amministratore delegato del marchio torinese. Zerbi è stata nominata al vertice della Lancia con effetto immediato e a diretto riporto del responsabile delle attività europee di Stellantis, Emanuele Cappellano.  Scambio di ruoliDal 2023 alla guida di Stellantis & You Sales and Service, Zerbi sarà sostituita al timone della rete di vendita diretta del gruppo proprio da Napolitano. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma e con un Mba alla Warwick Business School, la dirigente ha iniziato la sua carriere nel settore automobilistico nel 1998, quando entra in Ford con funzioni nelle vendite e nel marketing. Successivamente passa a Toyota e nel 2011 approda in Fiat per il lancio della nuova Panda. Nel 2014 è direttrice marketing cross-brand per Fiat, Abarth, Lancia, Alfa Romeo e Jeep in Italia, nel 2015 Country Manager Alfa Romeo e Jeep e dal 2017 al 2019 responsabile del Biscione per l'area Emea. Nel 2021 assume la responsabilità di Alfa Romeo e Lancia per l'area Enlarged Europe di Stellantis, per poi approdare a Stellantis & You Sales and Service. Le altre nomineLa staffetta tra Zerbi e Napolitano rientra in una più ampia tornata di nomine decise da Cappellano:- Maurizio Zuares è nominato responsabile per le Commercial Operations Enlarged Europe, in sostituzione di Napolitano.- Marco Bo è confermato responsabile del Customer Services.- Simonetta Cerruti è la neo responsabile commerciale di Maserati, in sostituzione di Zuares.- Erica Ferraioli è nominata responsabile dei brand Alfa Romeo & Lancia nell'area delle Commercial Operations, in sostituzione di Cerruti.
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Mazda - Un'avventura andalusa con la Mazda6e

Nov 07,2025
Tra i manti rossi delle colline a nord di Granada, la mattina illumina le pale eoliche che girano lentamente contro un cielo ancora velato, in attesa che il sole dell'Andalusia baci anche i pannelli fotovoltaici. Scendendo verso la piana si percepisce la decisa trasformazione di un territorio che ha scelto di puntare sulle rinnovabili, più di tutti in Europa. In questo scenario, dove gli elementi del paesaggio si trasformano in fonti primarie di energia, ha preso vita la Mazda6e Experience, l'opportunità di approfondire nuovamente la conoscenza con la nuova 100% elettrica della Casa di Hiroshima che vi abbiamo già presentato qualche settimana fa. Itinerario da road-tripL'arido territorio tra Guadalquivir, Almeria e Sierra Nevada si presta bene per mettere alla prova la berlina che si atteggia a coupé, frutto della joint venture tra Mazda e la cinese Changan, ora pronta per i nostri concessionari dopo le cure del centro di R&D europeo Mazda di Francoforte (a un prezzo di attacco di 42.650 euro, pronto per gli incentivi statali, e che scende a 29.850 euro in caso di rottamazione e finanziamento). Qualche centinaio di chilometri per scoprire un feeling di guida accattivante e una calibrazione di sospensioni e sterzo capace di preservare quel DNA fatto di coinvolgimento del guidatore a cui siamo abituati sulle vetture della casa di Hiroshima.  Mazda6e espressione del Jinba IttaiL'Andalusia già oggi campionessa delle rinnovabili produce energia sostenibile su larga scala in un paesaggio che tradizionalmente era oliveto e montagna. La tecnica non è invasiva, diventa parte del contesto. Ed è quello che succede anche con la Mazda6e: il motore elettrico si fa elemento dell'orchestra e non sovrasta nemmeno quando te lo aspetteresti, ad esempio nella rigenerazione in rilascio. I tecnici nipponici hanno lavorato sul bilanciamento tra tecnologia elettrica e anima dinamica, per mantenere la filosofia Jinba Ittai (uomoauto come tutt'uno) che da sempre distingue il marchio. In quest'ottica, la 6e non è soltanto la prima 100% elettrica di Hiroshima per l'Europa. un'evoluzione che si richiama alla tradizione, nel volgere lo sguardo al futuro (che per Mazda è la carbon neutrality al 2050). Scattante nel trafficoMentre attraversa un ponte sul fiume che taglia la piana andalusa, sotto pale che si spostano lente, la filante berlina si lascia alle spalle il silenzio della campagna brulla e arriva in prossimità di Granada: città che ospita storia, arte, e necessariamente anche una mobilità che cambia. Qui la Mazda6e si comporta da ragazzina, cambiando direzione in punta di fioretto, ma senza essere nervosa. Dopo un giorno al volante, una certezza: la mobilità alla spina può andare oltre le specifiche delle batterie o l'autonomia (che nella versione Long Range arriva a 552 km dchiarati): può essere fluida, reattiva, appagante.
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Auto aziendali - Audi, la nuova Q3 e le soluzioni per le imprese

Nov 07,2025
La nuova Audi Q3 con motore ibrido plug-in è l'auto di copertina del nuovo numero di Quattroruote (sulla rivista o nell'area Premium del sito potete leggere la nostra prova su strada): un modello che rientra nella nuova offensiva di Ingolstadt per il mondo delle imprese e dei professionisti, che è arrivato a rappresentare il 61% delle vendite complessive dell'Audi in Italia. Da gennaio a ottobre sono quasi 58 mila le Audi immatricolate: il volume dei contratti per le plug-in è più che raddoppiato negli ultimi tre mesi, e anche l'elettrico è cresciuto del +40% rispetto allo scorso anno. Le soluzioni per le impreseAudi for Business è il programma della Casa dei Quattro anelli che sovrintende a queste realtà e che propone, oltre al prodotto vero e proprio, un ecosistema di servizi, la maggior parte dei quali erogati attraverso la rete dei dealer Audi, con personale dedicato alla consulenza per le imprese, compresi fleet manager che affiancano le aziende nel lavoro di gestione del parco auto. Il piano si arricchisce con l'integrazione, all'interno del network europeo Audi Charging, delle funzionalità di Moon Power, il marchio di Volkswagen Group Italia specializzato nello sviluppo di infrastrutture di ricarica per il settore business, dalla valutazione iniziale alla messa in servizio di impianti a corrente alternata, continua o ultrafast. L'offerta di Moon Power comprende anche strumenti di gestione dell'energia e monitoraggio. Come va la Audi Q3 e-HybridDurante la presentazione italiana del programma Audi for Business, accanto ai dati e alle informazioni relative ai servizi per le imprese, abbiamo potuto guidare nuovamente la Suv media con powertrain ibrido ricaricabile. Un'auto che anche in questa breve prova ha confermato l'equilibrio generale tra confort e prestazioni emerso sulla pista di Vairano. La Q3 è una plug-in che non rinuncia al piacere di guida, nonostante i suoi 20 quintali: si muove con sorprendente agilità e trasmette una sensazione di controllo ottimale grazie a uno sterzo preciso, rapido nel rispondere e capace di restituire un buon livello di comunicazione. Il powertrain ibrido, con il contributo deciso dell'unità elettrica, regala una spinta corposa e immediata, soprattutto in modalità boost, rendendo le riprese vivaci e lo 0-100 fulmineo. Più che buono il comportamento su strade sconnesse: gli ammortizzatori a controllo elettronico filtrano bene le asperità e i vetri doppi isolano efficacemente dai rumori esterni.
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Renault Twingo - Ecco come fa un'auto francese a costare come una cinese

Nov 07,2025
Alla fine costerà veramente meno di 20 mila euro: la Renault Twingo era stata annunciata con questo biglietto da visita nel 2023 e ora che è un modello di serie può dire di aver centrato l'obiettivo. I clienti che la ordineranno (prenotazioni entro fine anno, consegne nel secondo trimestre 2026) potranno farlo a partire da questo prezzo. Ma come hanno fatto a contenere i listini? Andando velocissimo. In 24 mesi l'auto è stata definita completamente, ripensando tutte le fasi di pianificazione, progettazione e industrializzazione. E portando una parte significativa della seconda in Cina. Tre pilastri: Ampere, Cina, Novo MestoIl progetto della Twingo è stato costruito su tre pilastri. L'input di pensiero è nato in Ampere, la start-up interna alla Renault che progetta i veicoli elettrici. Da qui, dal cervello francese della ricerca e sviluppo a Guyancourt arrivano (oltre all'idea di fondo) piattaforma, software, sistemi elettronici, multimediali e Adas. Ma anche un diverso approccio alla pianificazione: Ampere è una struttura agile, con una governance semplificata e costruita attorno a valori di efficienza e velocità. "Questo significa avere convalide più rapide e passaggi ridotti tra i dipartimenti", specifica il direttore tecnico del gruppo, Philippe Brunet. Il secondo elemento chiave è stata la scelta di andare a Shanghai per imparare dai cinesi e inserirsi fisicamente nella loro "supply chain" o ecosistema, perché lì lo chiamano così. La Renault è un gruppo dalle ramificazioni internazionali e il suo centro di R&D nella megalopoli orientale (che si chiama ACDC) si è rivelato la chiave di volta per dare sostanza a una piccola elettrica economica per l'Europa. ACDC ha fatto da testa di ponte con i fornitori locali che hanno collaborato alla definizione di parti essenziali del progetto: Launch Design per l'industrializzazione della carrozzeria, Shanghai e-Drive per quella dei motori elettrici, Catl per le batterie. E lo sforzo parallelo ha ulteriormente ridotto tempi e costi di sviluppo. Ma alla fine, e arriviamo al terzo pilastro, perché non hanno deciso di fabbricarla in Cina visto che c'erano? Perché la "China speed" è indispensabile quanto il know-how europeo. E in Ue la Renault ha tante fabbriche, come Novo Mesto, che fanno utilitarie da decenni (la Renault 4 arrivò su quelle linee nel 1973) a costi concorrenziali. Per questo la Twingo è rimasta nell'impianto sloveno (la sua casa dal 2007), modernizzato nelle attrezzature, potenziato nelle competenze e avviato verso una transizione ecologica e digitale che sta cambiando la faccia degli stabilimenti Renault. E anche per un altro motivo: il 75% dei suoi clienti vive entro un raggio di 1.000 chilometri da lì. Un'auto davvero globaleLa Twingo è importante perché mette in atto un ripensamento globale dell'intera genesi di un'auto. "Il risultato di quello che abbiamo fatto", spiega Philippe Brunet "è quantificabile: con questo modello abbiamo ridotto del 16% i tempi di pianificazione, del 41% quelli di design e progettazione e del 26% quelli di industrializzazione. Ed è anche per questo che siamo riusciti a restare entro i 20 mila euro".
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Maserati - GranCabrio e GranTurismo tornano a casa: al via la produzione a Modena

Nov 06,2025
La Maserati ha avviato ufficialmente la produzione delle GranCabrio e GranTurismo nella sua storica fabbrica di via Ciro Menotti a Modena, confermando così uno degli impegni presi dal gruppo Stellantis nel Piano per l'Italia. Per l'occasione l'azienda emiliana ha organizzato un evento speciale (Maserati Meccanica Lirica) che ha visto anche l'anteprima mondiale di due one-off, insieme a un esclusivo pacchetto di personalizzazione dell'offerta Fuoriserie. Non solo.L'evento ha permesso ai vertici aziendali di fornire uno sguardo, seppur parziale, sul futuro del Tridente e dell'Alfa Romeo. Di sicuro, nei prossimi mesi non mancheranno le sorprese, soprattutto sul fronte del prodotto, ma per avere maggiori dettagli bisognerà attendere il piano industriale che l'amministratore delegato del gruppo Stellantis, Antonio Filosa, conta di svelare entro i primi sei mesi dell'anno prossimo. Un futuro con la piattaforma "Giorgio"Partiamo, però, da una certezza. I prossimi anni vedranno i due marchi ancora legati all'architettura Giorgio e, in particolare, alla sua evoluzione Sport. "Il futuro della Maserati è la Giorgio perché credo che sia la miglior piattaforma in questo segmento", ha assicurato il direttore operativo Santo Ficili, ricordando la recente decisione di prolungare la vita del pianale fino al 2027 per le Alfa Romeo Giulia e Stelvio, mentre per la Maserati Grecale si andrà anche "oltre il 2027". Del resto, pure per l'amministratore delegato del Tridente, Jean-Philippe Imparato, la "Giorgio è una piattaforma superba". Quindi, perché non continuare a sfruttarla? Del resto, l'architettura è stata sviluppata proprio a Modena e nella città emiliana si apre ora un futuro che sa tanto di un passato recente. Un Nettuno ibrido?Fu Sergio Marchionne a localizzare nella Motor Valley un gruppo di ingegneri che ha definito e progettato una piattaforma che oggi ritrova slancio con la frenata sull'elettrico di Stellantis e dell'intero settore dell'auto europea e la conseguente necessità di rispondere ai mutamenti della domanda. "Quello che immaginavamo sul fronte dell'elettrificazione non si sta realizzando nei modi e nei tempi. Il futuro sarà elettrico, ma non con i tempi prospettati", ha ribadito Ficili. "L'importante è essere pronti a soddisfare le richieste dei clienti con il prodotto giusto". Dello stesso avviso Imparato, che ha evidenziato la necessità "per il futuro della massima copertura dei powertrain per coprire tutti i segmenti e in canali". In tale contesto, è nota ormai la scelta di Stellantis di puntare sull'ibrido, il che apre a uno sviluppo finora ignoto per il V6 Nettuno.Ficili, infatti, non ha escluso la possibilità di associare l'ibrido al sei cilindri del Tridente: "Potrebbe essere un nostro obiettivo soprattutto se lo chiede il cliente". Ancor più chiaro Imparato: "Dobbiamo decidere cosa fare, perché fa parte del catalogo di sviluppi sul tavolo che stiamo valutando. Il V6 ibrido è qualcosa su cui dobbiamo assolutamente decidere e che dobbiamo finanziare nei prossimi mesi". La decisione sarà, però, di Filosa. E non solo sul fronte motori, ma anche su quello dei prodotti. In tal senso, i due manager non si sono voluti sbottonare su eventuali novità nel segmento delle Suv o delle berline per Maserati. "Stiamo scrivendo il nostro piano prodotti. Lo comunicherà Filosa e solo allora si saprà la direzione", ha rimarcato Ficili. A Modena un polo per la qualitàIntanto, è certo che Modena sarà l'epicentro di un programma tutto incentrato sulla valorizzazione del Made in Italy, tramite, per esempio, il programma BottegaFuoriSerie: l'obiettivo è sfruttare le eccellenze della Motor Valley per creare delle edizioni limitate sulla falsariga dell'Alfa Romeo 33 Stradale. Del resto, la rilevanza della valle dei motori è stata centrale nella scelta di riportare a Modena le GranCabrio e GranTurismo: Maserati potrà sfruttare vantaggi competitivi come l'italianità o l'artigianalità delle produzioni locali per rafforzare il cambio di paradigma - e di modello di business - perseguito negli ultimi mesi. "Stiamo puntando tutto sulla qualità", ha garantito Ficili. "La qualità è assolutamente prioritaria", ha aggiunto Imparato. E poi il trasferimento da Mirafiori non ha comportato costi aggiuntivi e comunque determina un "effetto enorme", in  grado di rendere più rapido il "ritorno sull'investimento". Insomma, il ritorno a casa è una soluzione ottimale per Maserati, anche se Cassino rimane "fondamentale" per la produzione della Grecale.Ovviamente, le ultime decisioni rinnovano le ipotesi sulla creazione di un polo del lusso tra Alfa e Maserati. Tuttavia, non mancano i distinguo. Per il direttore operativo, "è fondamentale mantenere separati i due brand, ma come in passato ci deve essere collaborazione. Questa è la direzione". Anche in questo caso, Imparato non ha mancato di fornire ulteriori dettagli: "Il polo esiste ed è localizzato a Modena per l'intero gruppo Stellantis. L'evoluzione della piattaforma Giorgio sarà guidata da Modena. Non Parigi o Detroit". Il manager non ha escluso, "sviluppi" di segmento C per Alfa Romeo, anche se per ora il Biscione e il Tridente rimarranno "intorno alla piattaforma Giorgio". "Maserati  - ha proseguito - non farà mai una Junior, ma quando si parla di segmento E o D, di GranCabrio e GranTurismo e via discorrendo, si parla di sviluppi locali". Dunque, a Modena nasceranno delle novità e non sono neanche da escludere sorprese per altri brand del gruppo. Ma - è bene ribadirlo - bisogna aspettare le decisioni di Filosa.  "Maserati in utile in due o tre anni"Di certo, i due manager non hanno nascosto il loro ottimismo per la Maserati. "C'è una squadra che sa far girare l'azienda, che la porterà alla crescita e alla redditività", - ha assicurato Imparato. "Non ho dubbi che torneremo in utile entro due o tre anni. Ovviamente, dobbiamo completare il piano prodotti e software, ma su questo ci sta lavorando Filosa". Tutto ruota intorno all'opera di Ficili. Per esempio, la riduzione del 55% dello stock di vetture in giacenza, il nuovo reparto verniciatura Fuoriserie, la stabilizzazione dei valori residui, nonché la focalizzazione sulla qualità ("Maserati deve avere un'ossessione per la cura dei dettagli"). Il lavoro, però, prosegue con un ritorno a una logica "book to order" per privilegiare le richieste dei clienti, sostenere i valori residui e migliorare il rapporto con i concessionari. "Per me - ha detto Ficili - sono fondamentali. Abbiamo iniziato un processo di coinvolgimento perché abbiamo bisogno che credano in noi".Intanto, la Maserati è tornata a casa con una "scelta strategica e identitaria che guarda al futuro con orgoglio e determinazione, confermando il ruolo centrale di Modena e la volontà di continuare a investire in Italia, valorizzando eccellenza, competenze e vision". "Nessuno ci credeva e dopo neanche un anno ce l'abbiamo fatta", ha sottolineato Imparato, ricordando la scelta annunciata con il Piano Italia nel dicembre del 2024 e riassunta nello slogan "la storia di Maserati si fa a Modena, non si fa fuori".
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All'asta - Le auto più rare e preziose della Renault

Nov 06,2025
Non sarà il Louvre, ma per gli appassionati di auto il museo Les collections della Renault, che aprirà nel 2027 a Flins-sur-Seine, vicino a Parigi, potrebbe andarci parecchio vicino. Tra due anni la Régie aprirà infatti al pubblico un'esposizione permanente con auto, opere d'arte e documenti che raccontano i 125 anni della sua storia.Cento esemplari all'asta In previsione di questo appuntamento, la Renault ha deciso di razionalizzare la propria collezione e mettere all'asta cento esemplari di modelli prodotti dal 1898 a oggi. La Casa manterrà comunque almeno un esemplare per ciascuna rarità, per un totale di circa 600 vetture. L'asta, organizzata da Artcurial Motorcars, si svolgerà il prossimo sette dicembre in quella che diventerà poi la sede del museo Les collections: oltre il 90% dei lotti sarà messo all'incanto senza prezzo di riserva, così da dare la possibilità agli appassionati di entrare in possesso di alcuni di questi pezzi di storia dell'automobilismo. Nelle schede qui sopra ve ne presentiamo alcuni, tra i più importanti e preziosi.
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Yangwang U8 - Un tuffo con la Suv che sa nuotare

Nov 06,2025
Tutto nasce da problema. In Cina, d'estate, i nubifragi raggiungono spesso un'intensità tale da inondare le strade, al punto che le automobili dovrebbero saper nuotare per potersi togliere d'impiccio da certe situazioni. Ecco, la Yangwang U8, una Suv ibrida con range extender venduta solo sul mercato locale (ma le Yangwang arriveranno anche in Europa a partire dalla seconda metà del 2027), sa farlo. Ne abbiamo avuta dimostrazione durante la visita del BYD Test Track Zhengzhou, quando ci siamo concessi un tuffo a bordo (come passeggeri) della mastodontica e lussuosa sport utility cinese, venduta al prezzo di 1.098.000 yuan (circa 134 mila euro). I piedi non si bagnanoIl segreto della U8? Il lavoro di quattro motori elettrici, uno per ruota, in aggiunta a quello termico: quest'ultimo funge da range extender e, per non bagnarsi in queste situazioni, prende aria da aperture posizionate sotto il parabrezza. La potenza complessiva in gioco, data dunque dalle sole unità elettriche, arriva a un totale di quasi 1.200 CV e 1.280 Nm. Ma le capacità natatorie della U8 derivano anche dalla corposa tecnologiia di bordo (sensori, radar, Lidar) e da dotazioni quali ruote con cerchi e battistrada dal design specifico, per favorire un effetto turbina. Così, l'auto è in grado di continuare a muoversi anche quando i pneumatici non toccano più il fondo, forte di una capacità di guado fino a 1 metro di profondità. Inutile dire che, visto il proposito, l'abitacolo ha ricevuto attenzioni speciali per quanto riguarda l'isolamento. E confesso che fa un certo effetto uscire da una piscina senza una goccia d'acqua sui tappetini. Come riesce a nuotarePrima di immergersi bisogna attivare una modalità di guida specifica, denominata Wading (guado, appunto), tra quelle previste dalla U8. A quel punto la Suv si affida ai sensori per monitorare la profondità di guado e altri parametri. E se le condizioni lo permettono, passa automaticamente alla modalità floating, iniziando a galleggiare. In questa situazione, il motore termico si spegne, le sospensioni si alzano, i finestrini si abbassano e il tettuccio si apre fornendo una via di uscita d'emergenza. Chi guida continua a mantenere il controllo di gas e sterzo e, grazie all'avanzato sistema di controllo sulle quattro ruote motrici garantito dai motori elettrici, riesce a condurre la vettura nell'acqua alta, anche senza contatto col fondo. A una velocità massima di 3 km/h e, in questa modalità, per non più di mezz'ora. Superato il momento critico, non resta che scaricare l'acqua.
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