Multe - Le sanzioni prese all'estero dovranno essere sempre pagate, ma i tempi sono lunghissimi

4 Ruote - Mar 13,2024

Rimbalza nel web la notizia secondo cui le multe prese all'estero si dovranno sempre pagare. In realtà, c'è solo un accordo preliminare informale fra Parlamento e Consiglio dell'Unione Europea: se e quando dalle intenzioni si passerà ai fatti, allora i Paesi avranno 30 mesi per recepire le nuove disposizioni nel diritto nazionale e prepararsi alla loro attuazione. Insomma, i tempi sono lunghissimi, ammesso e non concesso che quella regola riceva l'ok definitivo. Al riguardo, è opportuno rammentare che si parla di Codice della strada unificato, ossia unico a livello comunitario, da diversi lustri, ma al momento ogni nazione fa come crede.

Intoppi burocratici. A fare da freno, la difficoltà di ogni Paese a svolgere indagini transfrontaliere sulle infrazioni stradali. Nel mirino, quelle che Parlamento e Consiglio Ue reputano le più pericolose: eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza, mancato arresto al semaforo rosso, parcheggio pericoloso, sorpasso, attraversamento di una linea continua. Indicativamente, il 40% di queste violazioni, se compiute da targa straniera, resta impunito. Obiettivo, dare una scadenza a ogni singolo membro Ue: lo Stato in cui si è verificata la violazione avrà undici mesi dalla data della stessa per emettere un avviso di infrazione. Entro due mesi dalla richiesta, il Paese in cui l'auto è stata immatricolata sarà tenuto a fornire le informazioni sul proprietario della vettura, che si vedrà recapitare la multa. Sarà lo stesso Paese di residenza del trasgressore a farsi carico della riscossione dei verbali, purché superiori a 70 euro. 

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Transizione ecologica - Direttiva Ue sulle case green, cosa cambia per la mobilità elettrica

4 Ruote - Mar 13,2024

Come combattere l'inquinamento? Sorpresa: per una volta, il Parlamento europeo dimentica l'auto e mette nel mirino gli edifici. Lo fa dando l'ok a una direttiva sulle case green che, comunque, ha notevoli implicazioni anche sulla mobilità sostenibile. La parola passa al Consiglio e, se questo dirà sì, il testo entrerà in vigore. I 27 Paesi avranno poi due anni per adeguarsi presentando a Bruxelles un cronoprogramma di efficientamento. Ma facciamo un passo alla volta, iniziando dalle nuove regole per le prestazioni energetiche nell'edilizia, che hanno lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore. La base di partenza è che gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra, stando a una stima della Commissione europea: necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta. Gli Stati potranno attingere a vari fondi (sociale per il clima, il Recovery, di sviluppo regionale).

Cosa cambia. In estrema sintesi, gli edifici privati di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero dal 2030. Per quelli residenziali non di nuova costruzione, gli Stati membri saranno tenuti ad adottare misure per garantire una diminuzione dell'energia primaria media utilizzata (rispetto al 2020) di almeno il 16% entro il 2030, e di almeno il 20-22% entro il 2035. Altro obbligo: ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali che hanno le peggiori prestazioni entro il 2030, e il 26% entro il 2033. Dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Stop, quindi, agli incentivi per le caldaie alimentate solo a metano.

Mobilità sostenibile. Novità. Gli Stati dovranno garantire che i nuovi edifici siano "solar-ready", ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. Negli edifici non residenziali con più di cinque posti auto (di nuova costruzione o sottoposti a una ristrutturazione importante) e meno di 20 posti auto, è prevista l'installazione di almeno un punto di ricarica per ogni cinque posti. In più, pre-cablaggio per almeno il 50% degli stalli, così da permettere la successiva creazione di punti di ricarica per veicoli elettrici, cicli assistiti elettricamente e altri tipi di ciclomotori e motoveicoli a due, tre e quattro ruote. Non ultimo, spazi per il parcheggio delle bici elettriche che rappresentano almeno il 15% della capacità media o il 10% della capacità totale degli utenti degli edifici non residenziali. Lo stabilisce l'articolo 14, "Infrastrutture per la mobilita sostenibile". Negli edifici non residenziali con più di 20 posti auto, entro il 1 gennaio 2027 via all'installazione di almeno un punto di ricarica ogni 10 stalli. Nel caso di edifici di proprietà o occupati da enti pubblici, pre-cablaggio per almeno uno su due posti auto entro il 1 gennaio 2033. Regole inedite per gli edifici residenziali con più di tre posti auto: se di nuova costruzione o sottoposti a una ristrutturazione importante, dovranno consentire l'installazione di pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto.

A tutta ricarica: burocrazia da eliminare. Gli Stati prevedono misure volte a semplificare la procedura per l'installazione di punti di ricarica negli edifici residenziali e no, nuovi ed esistenti. Via gli ostacoli di natura amministrativa, come la necessita di ottenere il consenso del proprietario per un punto di ricarica privato a uso personale: la richiesta di locatari o comproprietari di essere autorizzati a installare infrastrutture di ricarica in un posto auto potrà essere rifiutata solo per motivi gravi. Insomma, basta coi vincoli burocratici. Inoltre, la ricarica intelligente e quella bidirezionale saranno fondamentali nel sistema energetico degli edifici. E che l'Unione Europea punti forte su questo aspetto lo si evince anche dall'infografica presente nel sito Ue: un'intera sezione è dedicata all'auto elettrica.

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Stelato - Il marchio cinese di Huawei e Baic debutta con la S9

4 Ruote - Mar 13,2024

La Huawei prosegue il suo percorso nel mondo automotive. Dopo aver presentato il marchio Aito in collaborazione con il brand Seres di Dongfeng, la tech company ha infatti annunciato il primo modello sviluppato insieme alla Baic: si tratta del marchio Stelato, che nei prossimi mesi porterà sul mercato la berlina S9.

Bev o Erev. Per il momento, le immagini della S9 sono quelle che sono state diffuse in occasione dell'omologazione sul mercato cinese tramite l'ente governativo Miit: non sono quindi presenti dati tecnici completi, ma sappiamo che la berlina è lunga 5,16 metri e che sarà disponibile sia come Bev che Erev, quindi sia come elettrica pura, sia in abbinamento a un range extender.

Berlina classica con il Lidar sul tetto. Il design è quello a cui ormai ci hanno abituato molti costruttori asiatici: la berlina due volumi ha forme plasmate dall'aerodinamica e punta sul taglio dei gruppi ottici, insolitamente grandi rispetto alla media. La presenza del Lidar sopra il parabrezza è inoltre una chiara indicazione della disponibilità di sistemi di assistenza alla guida di livello 3.

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Allarme buche - "Curare non serve, la prevenzione è tutto"

4 Ruote - Mar 13,2024

bastata una decina di giorni di pioggia per trasformare quasi ogni metropoli italiana in un gruviera: buche larghe e profonde costellano le vie delle città, con ripercussioni negative sulla sicurezza stradale. Chi guida l'auto, ma anche chi si muove in moto, bici o monopattino elettrico, effettua slalom pericolosi tentando di evitare le voragini. Guai perfino per i pedoni, alle prese con attraversamenti devastati dai crateri. Fioccano le richieste di risarcimento ai Comuni da parte degli utenti che, sprofondati nei crepacci, ne sono usciti coi veicoli danneggiati (gomme, sospensioni, parti di carrozzeria e altro sono messi a dura prova). Un effetto domino con conseguenze negative anche su traffico e inquinamento. Perché le strade sono conciate così? Abbiamo approfondito il tema con Alessandro Pesaresi, presidente del Siteb, l'associazione italiana strade italiane e bitumi, che raggruppa 200 aziende operanti nel settore: dai materiali ai cantieri, passando per i macchinari e i controlli, fino ai servizi per la mobilità.

Strade urbane con un paesaggio lunare: come si è arrivati a questo punto?
Premesso che il traffico veicolare è in aumento, pesano numerosi fattori. L'elemento numero uno è che la maggior parte dei Comuni non ha una programmazione a lungo termine per la manutenzione stradale. Manca una pianificazione dei lavori, con un responsabile degli stessi che li guidi dall'inizio alla fine. La torta della strada (chiamata così perché è multistrato, come una millefoglie, ndr) va ideata e costruita con la massima attenzione. Lo strato superficiale, quello calpestato dai veicoli, dev'essere il tappetino d'usura alto fra i tre e i cinque centimetri: conglomerato bituminoso, un insieme di materiale roccioso e bitume, residuo ottenuto dalla lavorazione del petrolio. Quindi, c'è il binder, la base, la fondazione e infine il sottofondo, fra i 10 e i 15 cm di altezza. Una torta valida assorbe e dissipa i carichi, senza fessurarsi. Viceversa, quasi tutte le amministrazioni rattoppano i crateri in maniera inefficace utilizzando un asfalto inadatto, fragile, cosiddetto freddo. Il risultato è che alle prime piogge si crea una ragnatela, ossia un ammaloramento con setolature. E quindi buche ancora più profonde, perché l'acqua penetra facilmente in profondità squassando quello che trova. Il rammendo superficiale dura qualche giorno, per poi essere distrutto. Bisogna prevenire a tavolino, non curare in eterna emergenza.

Oltre a una politica preventiva, le amministrazioni come dovrebbero attivarsi?
Urge un monitoraggio costante dei sottoservizi, ossia dei lavori per telefonia, luce, gas e altri: terminate le operazioni, il ripristino della trincea fa emergere materiali di qualità inferiore a quelli originari. Così le spaccature, spesso longitudinali alla strada, diventano probabili. Altro elemento: bisogna mettere sotto osservazione le zone nei pressi di pozzetti, chiusini, caditoie, fatti di cemento, acciaio e ghisa. Vengono sistemati male dopo la posa dell'asfalto, spesso parzialmente coperti. Siccome hanno una dilatazione termica diversa dal bitume, il disastro è alle porte, con l'acqua piovana che trova subito la via per causare danni. Terzo fattore determinante: una strada dovrebbe restare chiusa per una giornata intera affinché i lavori di rifacimento siano eseguiti a regola d'arte. Il tempo perché l'ossidazione dell'asfalto si completi. Se invece il cantiere vive solo un'ora, come accade oggi, il rischio è che il bitume non sia pronto per sopportare il traffico.

Spesso i comuni dicono: non ci sono risorse per ammodernare le strade. Ma è un'obiezione legittima?
No. Se si considera la spesa per rifare di continuo le strade, i costi dei contenziosi con gli automobilisti danneggiati, e gli esborsi per i risarcimenti, i Comuni risparmierebbero sul lungo periodo. Con effetti positivi anche su viabilità e aria. E con un miglioramento dell'immagine a livello internazionale, per attrarre più turisti. Inoltre, nelle città spuntano come funghi corsie ciclabili di dubbia efficacia, per legge calpestabili da qualsiasi veicolo, betoniere incluse. Bike lane discutibili sia sotto il profilo della scorrevolezza del traffico sia dal punto di vista della sicurezza stradale. Pianificare di più per spendere meno, ecco la ricetta giusta.

Esiste un ente terzo che controlla la qualità dell'asfalto in città?
No. Dopo l'appalto, il Comune controlla il lavoro dell'azienda. I soggetti in gioco sono solo due. Manca un ente terzo certificatore che verifichi la qualità delle strade e prenda eventuali provvedimenti, sanzioni economiche incluse. Più in generale, c'è la tendenza all'assuefazione: si è abituati a muoversi su strade piene di buche. Una mentalità perdente.

Enti locali a parte, il legislatore cosa potrebbe fare?
Sarebbe utile una nuova legge che consenta di utilizzare di più l'asfalto riciclato. Oggi, siamo fermi al 30% del totale di asfalto su una strada: pochissimo. Il 70% costituirebbe la percentuale adatta. In un'ottica di miglioramento della sicurezza stradale.

Fuori dall'Italia, in varie metropoli europee, le strade sono in condizioni migliori rispetto a quelle delle nostre città: perché?
Perché altrove esiste un approccio più serio al problema. Infatti, anche Parigi, Vienna, Londra, Monaco di Baviera fanno i conti con condizioni meteo sfavorevoli e traffico: non partono certo avvantaggiate rispetto a Milano e Roma.

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Gruppo Volkswagen - "Il futuro è a batteria, ma serve flessibilità"

4 Ruote - Mar 13,2024

Il gruppo Volkswagen conferma il parziale passo indietro nelle sue strategie di elettrificazione. A Wolfsburg, infatti, sono sempre convinti che "il futuro della mobilità sia elettrico", ma tra le righe del comunicato sui risultati finanziari del 2023 si legge ancora una volta l'ammissione di aver fissato obiettivi forse troppo ambiziosi rispetto alla realtà del mercato: "Alcuni Paesi continuano a mostrare un ritmo di trasformazione impressionante, ma in altre regioni l'adozione della mobilità elettrica sta avvenendo a un ritmo meno rapido del previsto". Di conseguenza, i vertici aziendali puntano su "una strategia caratterizzata dalla flessibilità" e dalla coesistenza di diverse tipologie di motori: "Mentre vengono effettuati ingenti investimenti nell'espansione della mobilità elettrica, modelli altamente competitivi, efficienti e attraenti con motori a combustione rimarranno parte della gamma prodotto durante la fase di transizione".

Investimenti in calo. La frenata riguarda anche gli investimenti previsti dal ciclo di pianificazione 2025-2029: grazie a maggiori sinergie e ai programmi di efficientamento da 10 miliardi di risparmi entro la fine del 2024, il totale scenderà a 170 miliardi di euro, dieci in meno rispetto alle ultime pianificazioni. Gli investimenti raggiungeranno il picco nel 2024 per poi avvicinarsi all'obiettivo dell'11% del fatturato entro il 2027. La maggior parte delle risorse saranno destinate allo sviluppo di nuovi prodotti, al business delle batterie, a modelli con "motori a combustione moderni e sempre più ibridi" e alle piattaforme per veicoli a batteria. A tal proposito, l'ad Oliver Blume, durante una conferenza stampa, ha ribadito la possibilità che "nei prossimi mesi" venga "presa una decisione" su eventuali partnership, in particolare per lo sviluppo di elettriche di piccola dimensione, un segmento considerato cruciale per accelerare l'adozione della mobilità alla spina. Blume non ha però menzionato specifiche realtà (per esempio la Renault) come possibile partner per il futuro, a dispetto delle tante indiscrezioni degli ultimi mesi.  

Anno di anteprime. Per la Volkswagen, il 2024 sarà essenziale per l'ampliamento della gamma prodotto: i vertici parlano di "anno delle anteprime mondiali", con oltre 30 novità già presentate o pronte a debuttare sul mercato, tra cui alcune Bev ad alte prestazioni basate sulla nuova piattaforma premium PPE. Nel comunicato si fa menzione delle nuove Volkswagen Golf, Tiguan e Passat e Skoda Octavia e Superb, nonché delle elettriche Porsche Macan e Audi Q6, Volkswagen ID.7 e ID.7 Tourer, Cupra Tavascan e Volkswagen ID. Buzz a passo lungo. Il gruppo conta proprio sull'espansione della gamma, in particolare in Europa, per migliorare la raccolta ordini nei prossimi mesi e quindi per registrare un buon andamento per le principali metriche finanziarie, come avvenuto l'anno scorso.

I risultati. In particolare, il costruttore tedesco ritiene di aver ottenuto "risultati solidi" nonostante un "contesto difficile". Le consegne sono aumentate del 12% a 9,24 milioni di veicoli (le sole Bev sono cresciute del 35% a 771.100 unità), mentre il fatturato è salito del 15% a 322,3 miliardi di euro, l'utile operativo rettificato è rimasto stabile a 22,6 miliardi di euro, per un margine in calo dall'8,1% al 7% (al netto delle componenti straordinarie, il dato ha raggiunto i 25,8 miliardi di euro e l'8% dei ricavi), e l'utile netto è migliorato del 13,1% a 17,93 miliardi di euro. Anche grazie a flussi di cassa operativi per 10,7 miliardi, la posizione finanziaria netta delle attività automobilistiche mostra una liquidità di 40,3 miliardi. Su queste basi, i consigli di sorveglianza e gestione hanno deciso di proporre alla prossima assemblea la distribuzione di un dividendo ordinario di 9 euro per azione, 30 centesimi in più rispetto all'anno scorso.  

Le prospettive. "Nel 2023 abbiamo stabilito una solida base. Siamo consapevoli delle nostre sfide attuali e le stiamo affrontando con rigore per sfruttare l'enorme potenziale del Gruppo Volkswagen. Guardiamo con fiducia al 2024", ha detto Blume. "Stiamo entrando nella lunga corsa della trasformazione da una posizione di forza e prepariamo il gruppo per uno sviluppo positivo sostenibile. Con il nostro ampio portafoglio di prodotti in costante crescita, siamo in grado di soddisfare i desideri di tutti i nostri clienti in tutto il mondo come nessun altro produttore. Questa flessibilità è un vero vantaggio competitivo che ci permetterà di continuare ad avere successo anche in futuro". Quanto alle prospettive annuali, il gruppo ha confermato l'obiettivo di una crescita del fatturato del 5% circa, un magine operativo tra il 7% e il 7,5% e flussi di cassa netti per 54,5/6,5 miliardi. 

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Traforo del Monte Bianco - Nuove chiusure notturne da aprile a giugno

4 Ruote - Mar 13,2024

Il traforo del Monte Bianco sarà sottoposto a dei lavori di manutenzione che comporteranno nuove chiusure al traffico. In particolare, Tmb-Geie, il Gruppo Europeo di Interesse Economico responsabile della gestione dell'infrastruttura, ha in programma di realizzare, tra lunedì 9 aprile e martedì 18 giugno, delle opere di risanamento di una porzione di impalcato stradale nel tratto centrale della galleria: saranno rimosse e sostituite le solette di sostegno del piano viabile lungo 240 metri di carreggiata (al di sotto sono presenti i dispositivi di ventilazione e altri sistemi cruciali per la sicurezza). I lavori verranno svolti durante le ore notturne e pertanto la chiusura al traffico avverrà tra la tarda serata e le prime luci dell'alba del giorno successivo.

Gli orari. Nello specifico, il progetto comporta cinque chiusure notturne infrasettimanali (dalle 19.30 alle 6.00) della durata di 10 ore e 30 minuti ciascuna e 27 chiusure notturne infrasettimanali (dalle 19.00 alle 7.30) della durata di 12 ore e 30 minuti ciascuna. Inoltre, è prevista una chiusura prolungata di 30 ore e 30 minuti, con inizio alle 23.30 del 20 giugno 2024, per la stesura dello strato di impermeabilizzazione e di asfalto e per la realizzazione della segnaletica orizzontale. Dunque, i lavori non interesseranno i fine settimana, né i ponti o le giornate festive infrasettimanali in Francia o in Italia. "Tale periodo dell'anno è stato scelto proprio per non creare disagio all'ultima parte della stagione turistica invernale, e terminare i lavori entro l'inizio delle vacanze estive, preservando il ponte del 25 aprile e quelli dell'Ascensione e della Pentecoste (festivi in Francia, Svizzera e in altri Paesi d'Europa), contraddistinti da importanti flussi turistici transfrontalieri", spiega il Geie.

I lavori. Gli interventi rientrano in un più ampio piano di manutenzione del traforo: con i lavori di primavera sarà completato il risanamento di un tratto centrale di circa 1.700 metri. Gli 11,6 km dell'opera sono oggetto di un costante monitoraggio dell'impalcato, della volta e dei canali di ventilazione. Il controllo ha già consentito di individuare la necessità di risanare l'impalcato su una prima porzione di 555 metri lineari (intervento realizzato tra marzo e giugno del 2018) e di programmare per il 2021 una seconda fase di lavori su altri 1.136 metri lineari di impalcato stradale, suddivisi in due porzioni di galleria, a monte e a valle della zona interessata dai lavori del 2018. La seconda fase è stata però riprogrammata su più anni a causa della scoperta di tracce d'amianto nella zona di cantiere: già nell'autunno del 2023 sono stati eseguiti dei lavori propedeutici all'intervento che porterà a primavera al risanamento dei 240 metri di soletta. Per il progetto sono stati stanziati 6 milioni di euro (finanziati al 50% da ciascuna delle due società concessionarie, l'italiana Sitmb e la francese Atmb). Per il risanamento di 1.700 metri di galleria tra il 2018 e il 2024, l'investimento sale a complessivi 60 milioni.

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Marelli - A Tecnomeccanica l'esclusiva per l'acquisto del sito di Crevalcore

4 Ruote - Mar 13,2024

La piemontese Tecnomeccanica ha vinto la gara per il diritto di esclusiva nelle trattative con Marelli per l'acquisto dell'impianto di Crevalcore: la svolta nella vertenza del sito industriale in provincia di Bologna è arrivata ieri al termine di un incontro con i sindacati e i rappresentanti del ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Ministero del Lavoro e della regione Emilia-Romagna.

Miglior offerta. Tecnomeccanica era considerata la miglior pretendente per la fabbrica già da diversi giorni. Il suo piano, infatti, avrebbe fornito maggiori garanzie occupazionali rispetto alla proposta della concorrente Niche Fusina (azienda veneta): Tecnomeccanica prevede l'assorbimento di almeno 152 dei 220 lavoratori, con l'assunzione effettiva già a maggio di circa 100 persone, il progressivo impiego dei rimanenti entro dicembre 2024 e l'avvio della produzione di componenti pressofusi e di stampaggio di componenti in plastica. Sono inoltre inclusi investimenti per 22 milioni di euro fino al 2027: "La scelta è caduta su Tecnomeccanica sulla base di aspetti relativi alla possibilità di un maggiore assorbimento di persone e ad una maggiore continuità industriale, con conseguente minor impatto finanziario, non essendo necessaria una completa reindustrializzazione del sito", ha spiegato la Marelli, sottolineando di aver condotto "un'approfondita valutazione" delle offerte presentate Tecnomeccanica e Niche Fusina.

Le tempistiche. Nell'operazione sarà coinvolta Invitalia: l'agenzia pubblica eseguirà l'istruttoria per confermare il supporto richiesto, dopo di che ci sarà la finalizzazione dei termini e delle condizioni del contratto e quindi la definizione del ramo d'azienda oggetto di un trasferimento che dovrebbe avvenire al prezzo simbolico di 1 euro. Il subentro è previsto tra la fine di maggio e gli inizi di giugno. Intanto, tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, la Marelli e le organizzazioni sindacali definiranno il piano sociale per i lavoratori non coinvolti.  

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Mercedes-Benz - Crash test, introdotti i raggi X di ultima generazione

4 Ruote - Mar 13,2024

La Mercedes-Benz è la prima Casa al mondo ad aver utilizzato i raggi X con tecnologia a 1 kHz nell'ambito dei crash test. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con il Fraunhofer-Institute for High-Speed Dynamics e l'EMI (Ernst Mach Institute) di Friburgo.

Per la prima volta si vedono deformazioni nascoste. Con i raggi X ad alta potenza, i tecnici hanno a disposizione fino a 1.000 immagini al secondo che mostrano gli effetti dell'impatto sulla vettura e sul manichino femminile posizionato a bordo. Per la prima volta sono visibili deformazioni in zone nascoste del veicolo; inoltre, il sistema a 1 kHz è capace di visualizzare anche materiali che fino a oggi non venivano rilevati con i sistemi di vecchia generazione. Il nuovo metodo agisce in pochi microsecondi, rendendo così possibile la realizzazione di moltissime immagini che evitano l'effetto sfuocato e permettono di analizzare nel dettaglio ogni piccola differenza.

900 test all'anno. I risultati di questi test saranno fondamentali anche per poter migliorare la precisione dei crash test simulati, fornendo all'intelligenza artificiale dati preziosi per poter sviluppare modelli più efficienti e risparmiare così tempo e risorse rispetto alle verifiche sulle vetture reali. La Mercedes-Benz, che ha eseguito il primo crash test nel 1959, svolge circa 900 test di questo tipo all'anno.

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Telepass - Il telepedaggio per i mezzi pesanti arriva anche in Slovacchia

4 Ruote - Mar 12,2024

Telepass è stata certificata in Slovacchia per entrare nel sistema di riscossione elettronica dei pedaggi Eets (European Electronic Tolling Service). La certificazione permette all'azienda del gruppo Mundys di offrire dal 15 marzo un servizio completo di telepedaggio dedicato ai mezzi pesanti e ai bus come già avviene nei quindici Paesi europei già coperti.

Il servizio. Il servizio, reso possibile grazie alla collaborazione con il toll charger NDS, permette ai veicoli pesanti con a bordo un dispositivo Telepass SAT (K1) e prossimamente un apparato Arianna2 di non fermarsi ai varchi e pagare successivamente i pedaggi in un'unica fattura sugli 8.250 km della rete stradale tassabile. Inoltre consente di viaggiare sugli oltre 17.770 km totali della rete stradale slovacca, dove è previsto l'obbligo di avere a bordo un dispositivo di pagamento del pedaggio. possibile attivare il servizio di pagamento tramite i partner commerciali Telepass presenti in tutta Europa. 

La rete. La Slovacchia si aggiunge così a Italia, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Ungheria, Svizzera, Bulgaria, Polonia e Croazia, andando a rafforzare i servizi di Telepass dedicati al mondo della logistica e dell'autotrasporto: l'azienda italiana è oggi l'unico operatore a offrire un servizio completo di pagamento del pedaggio in 16 Paesi europei e su oltre 188.000 chilometri di strade e autostrade. "La Slovacchia costituisce un mercato chiave per il mondo dell'autotrasporto perché è un'area strategica che collega i flussi di trasporti europei tra Est e Ovest. Stiamo fornendo una soluzione agli autotrasportatori non solo slovacchi, ma di tutta Europa, attraverso un unico dispositivo interoperabile in grado di facilitare i passaggi tra più Paesi. Con la certificazione in Slovacchia, Telepass conferma la sua missione di semplificare gli spostamenti delle persone e delle merci in Europa, facilitando i flussi tra più Paesi attraverso un unico dispositivo interoperabile, commenta Francesco Maria Cenci, Head of Italy & Eu Tolling di Telepass.  

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BYD - Un nuovo ibrido promette 2 mila km d'autonomia

4 Ruote - Mar 12,2024

La BYD è pronta ad aggiornare le sue piattaforme tecnologiche e a lanciare un'aggressiva offensiva di prodotto nei prossimi tre anni. In particolare, l'azienda di Shenzhen starebbe per lanciare la quinta generazione dell'architettura ibrida DM, di cui la stampa cinese fornisce dati ragguardevoli: sul mercato, infatti, debutteranno veicoli in grado di garantire fino a quasi 2 mila chilometri con un pieno di carburante e una ricarica completa delle batterie. 

Nuova piattaforma. La BYD ha lanciato la prima versione della piattaforma DM nel 2008 e nel 2021 è arrivata una quarta generazione caratterizzata da due derivazioni: la DM-p per modelli prestazionali e la DM-i, contraddistinta da una maggiore attenzione ai consumi. In fase di sviluppo c'è anche un aggiornamento dell'architettura per le auto a batteria: la e-Platform, infatti, potrebbe passare già quest'anno dall'attuale versione 3.0 del 2021 alla nuova 4.0 e presentare diverse novità, tra cui la maggior integrazione dei componenti più importanti e i minori cablaggi. Interventi che dovrebbero garantire un consistente taglio dei costi e quindi dei prezzi.

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Jeep Avenger - Al volante della e-Hybrid - VIDEO

4 Ruote - Mar 12,2024

La Jeep Avenger, vincitrice del premio dell'Auto dell'anno 2023, aggiorna la sua gamma con l'arrivo della motorizzazione e-Hybrid in aggiunta alla versione benezina e full Bev. Una novità presentata alla fine dell'anno scorso e che ora proviamo in anteprima. L'Avenger ibrida è  dotata di un tre cilindri 1.2 mild hybrid da 100 CV e 205 Nm di coppia, abbinato a un motogeneratore (il Bsg, Belt starter generator, che si occupa del suo avviamento) e a un propulsore elettrico da 21 kW (29 CV) integrato nel cambio doppia frizione a sei rapporti. Una soluzione che permette alla Suv di muoversi senza il supporto del tre cilindri in manovra e alle basse andature (fino a 30 km/h), nonché di beneficiare di un aiuto al termico nelle fasi di accelerazione. Il sistema è dotato di una batteria agli ioni di litio a 48 V che si ricarica autonomamente nelle frenate, in discesa e in rilascio: in poche parole viene definito mild, ma funziona come un full hybrid.  

Sicura e affidabile. L'Avenger ibrida non cambia rispetto alla precedente impostazione, che vedeva l'uso dello stesso identico motore a benzina senza l'aiuto elettrico: sicura e prevedibile nelle reazioni, è una compagna fidata per la guida di tutti i giorni, in cui peraltro si può apprezzare il valido doppia frizione: fluido e regolare, questo cambio è l'ideale per godersi le doti di elasticità del propulsore. Come le altre Jeep, anche l'Avenger offre il selettore Selec-Terrain con sei differenti modalità di guida: Normal, Eco, Sport, Snow, Mud e Sand, coadiuvate dal sistema di assistenza in discesa. ancora presto per scoprire i consumi reali della Jeep Avenger e-Hybrid, in arrivo al nostro Centro prove, ma per le prime impressioni di guida vi lasciamo al video qui sopra.  

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Dacia Duster - Aperti gli ordini: tutti i prezzi e le versioni per l'Italia

4 Ruote - Mar 12,2024

La nuova Dacia Duster arriva anche in Italia. Gli ordini della terza generazione sono già aperti: la Suv è disponibile con motori a benzina, bifuel a Gpl e full hybrid, trazione anteriore o 4x4. I prezzi partono da 19.700 euro e le consegne inizieranno a giugno.

Dacia Duster Essential. La versione d'attacco del è disponibile solo con la motorizzazione Eco-G bifuel a Gpl: di serie prevede i finestrini elettrici anteriori, il sedile di guida regolabile in altezza, il volante regolabile in altezza e profondità, la radio DAB e Bluetooth con connessione allo smartphone, il climatizzatore manuale, i sensori di parcheggio posteriori, il divano frazionato 1/3 e 2/3, le barre sul tetto di colore nero, i cerchi di acciaio da 16" e gli specchietti regolabili elettricamente. La suite di aiuti alla guida, uno dei principali passi in avanti della terza generazione, comprende il monitoraggio dell'attenzione del conducente, l'assistente al mantenimento della corsia di marcia, la frenata d'emergenza e il riconoscimento dei segnali stradali.

Dacia Duster Expression. Disponibile inizialmente solo a Gpl, e successivamente anche a benzina e ibrida, rispetto alla Essential aggiunge la telecamera posteriore, il sensore pioggia, i quattro finestrini elettrici, la strumentazione digitale da 7 e l'infotainment da 10 con connessione Apple CarPlay e Android Auto wireless o via cavo, le sellerie denim, il bracciolo centrale con portaoggetti, i cerchi di lega da 17 e i dettagli color argento sul corpo vettura.

Dacia Duster Journey. Questo allestimento aggiunge gli abbaglianti automatici, la ricarica a induzione per gli smartphone compatibili, il climatizzatore automatico, il freno di stazionamento elettrico, l'ingresso senza chiave, l'infotainment connesso con navigatore, gli specchietti reclinabili elettricamente, i cerchi di lega da 18 e i fendinebbia.

Dacia Duster Extreme. La versione top di gamma completa la dotazione con la vasca in gomma per il bagagliaio, le regolazioni aggiuntive per i sedili di guidatore e passeggero, i tappetini anteriori e posteriori in gomma serigrafati, le barre del tetto modulari, i cerchi di lega da 17 semi-diamantati, le finiture in rame dentro e fuori e i rivestimenti in Tep lavabile.

Pacchetti optional. Il pacchetto Pack Parking (500 euro) è disponibile per gli allestimenti Journey ed Extreme, e aggiunge: telecamera a 360, monitoraggio dell'angolo cieco e sensori di parcheggio anteriori e laterali. Il Pack Techno (550 euro), solo per la Extreme, prevede la ricarica wireless, il freno di stazionamento elettrico e l'infotainment connesso da 10. Gli altri optional si limitano alla ruota di scorta (non per bifuel) e al ruotino, rispettivamente a 250 e 150 euro.

Attrezzata per il campeggio. Di serie la nuova Duster è offerta in bianco pastello: per 750 euro si può avere nelle tinte opache Lichen Kaki e Sandstone, oppure nelle metallizzate Grigio Scisto, Terracotta, Nero Nacré e Verde Oxide. Lo Sleep Pack, per trasformarla in mini camper da due persone, costa 2.026 euro; la tenda da portellone costa 433 euro, mentre il portapacchi costa 597 euro. Ancora, la lista degli accessori prevede l'antenna shark (75 euro), le pedane laterali (409 euro), i paraspruzzi (26 euro) e il telo protettivo (119 euro). L'allarme volumetrico costa 219 euro, le soglie porta anteriori illuminate 193 euro.

Motorizzazioni. La gamma motori della nuova Duster prevede la Eco-G 100 Bifuel, la Tce 130 con il 1.2 tre cilindri da 130 CV, anche con la trazione integrale 4x4, e la Hybrid 140 di derivazione Renault con cambio automatico, adatta anche ai neopatentati

Tutti i prezzi. Ecco come si articola il listino italiano della nuova Dacia Duster:

  • Dacia Duster Essential Eco-G 100: 19.700 euro.
  • Dacia Duster Expression Eco-G 100: 21.400 euro.
  • Dacia Duster Expression Tce 130: 22.900 euro.
  • Dacia Duster Expression Tce 130 4x4: 25.400 euro.
  • Dacia Duster Expression Hybrid 140: 26.400 euro.
  • Dacia Duster Journey Eco-G 100: 22.900 euro.
  • Dacia Duster Journey Tce 130: 24.400 euro.
  • Dacia Duster Journey Hybrid 140: 27.900 euro.
  • Dacia Duster Extreme Eco-G 100: 22.900 euro.
  • Dacia Duster Extreme Tce 130: 24.400 euro.
  • Dacia Duster Extreme Tce 130 4x4: 26.900 euro.
  • Dacia Duster Extreme Hybrid 140: 27.900 euro.

 

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Adolfo Urso - "Investimenti in Italia, siamo in contatto con tre gruppi cinesi"

4 Ruote - Mar 12,2024

Adolfo Urso torna a parlare del settore automobilistico italiano, della necessità di un rilancio e, soprattutto, della possibilità di attrarre un secondo costruttore da affiancare a Stellantis. "L'Italia è l'unico Paese ad avere un solo produttore di auto, è un'anomalia. Abbiamo indicato che ci sia la necessità di un secondo produttore e su questo stiamo lavorando", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy alla Camera. In aula si sta discutendo di iniziative a tutela del comparto e Urso ha ribadito le intenzioni del governo: "Da diversi mesi stiamo dialogando con tre gruppi cinesi e aziende occidentali, un lavoro gestito anche attraverso una task force dedicata e che pensiamo possa concretizzarsi in tempi sufficientemente rapidi".

BYD, Chery e Saic. Finora sono tre le realtà cinesi a essere uscite fuori dall'ombra: si tratta di BYD, Chery e Saic. La prima ha confermato i contatti avvenuti con il governo italiano nei mesi scorsi, ma ha anche precisato come i rapporti siano cessati dopo la scelta dell'Ungheria per il primo impianto europeo. La Chery, invece, ha ribadito l'intenzione a realizzare un insediamento industriale nel Vecchio continente, indicando l'Italia "tra le possibili opzioni". Analoghe dichiarazioni sono arrivate da Andrea Bartolomeo, responsabile della filiale italiana della Saic: "Vogliamo aprire uno stabilimento in Europa e l'Italia è nella short-list dei Paesi dove realizzare la fabbrica". Nelle ultime settimane sono circolati anche i nomi della Leapmotor, soprattutto alla luce dei legami con Stellantis, della Tesla, della Toyota, della Geely e della Great Wall. 

I propositi del governo. "L'obiettivo è invertire la tendenza e far tornare il nostro Paese tra i più produttivi della scala europea", ha proseguito Urso, ribadendo quanto affermato negli ultimi mesi e chiedendo all'intero arco parlamentare una sorta di comunione d'intenti sulla strada del rilancio: " un momento fondamentale per lo sviluppo del settore dell'automotive, i temi sono numerosi e mi auguro che ci sia una convergenza più ampia possibile sulla strada da percorrere insieme. La transizione verso modelli a contenuta emissione di CO2 impone scelte e azioni che riguardano tanto gli aspetti produttivi e la necessità di incrementare gli attuali volumi delle fabbriche italiane, quanto il supporto alla riqualificazione e alla riconversione della filiera nazionale nonché la riqualificazione delle competenze dei lavoratori". 

Nascita Stellantis sottovalutata. Urso è quindi tornato sulle conseguenze per l'Italia della fusione tra Fiat Chrysler e PSA e del mancato ingresso dello Stato italiano nell'azionariato del nuovo conglomerato: "Su Stellantis - ha affermato - condivido le preoccupazioni espresse da tutti i gruppi parlamentari in merito, ma ricordo che l'operazione che ha portato all'incorporazione di FCA in PSA e quindi alla nascita di Stellantis, è avvenuta quattro anni fa. In quell'epoca, nella scorsa legislatura, sono state sottovalutate le ricadute sugli stabilimenti italiani e sull'occupazione. Contrariamente a quanto fatto quattro anni fa dal governo francese, che pretese specifici impegni anche con un intervento sugli assetti azionari. L'impatto sull'indotto è evidente a tutti. Una dinamica preoccupante che ha spinto il governo ad avviare un confronto non privo di tensioni con Stellantis. Un confronto che si è realizzato prima nel tavolo automotive e poi in un tavolo specifico su Stellantis insediato a dicembre".

"Stellantis non basta". "Il raggiungimento di una soglia di produzione minima è condizione necessaria per la salvaguardia della componentistica costituita da oltre 2.200 imprese che il mondo ci invidia", ha continuato Urso. "E proprio la salvaguardia della competitività della filiera italiana costituiscono l'obiettivo principale nel lavoro che stiamo conducendo nel settore auto". Secondo il ministro, 1,3 milioni di veicoli sono la soglia minima per "tutelare le imprese dell'indotto nella conversione ambientale. Se Stellantis dovesse mantenere l'impegno di raggiungere la soglia di 1 milione, questa soglia non sarebbe comunque sufficiente a mantenere l'intera filiera. Non possiamo chiedere a un unico gruppo di farsene carico". Infine, Urso ha rimarcato la possibilità di rivedere gli attuali incentivi pur di sostenere le attività industriali: "Se non dovessimo registrare un contributo significativo nella produzione delle auto, le risorse destinate agli incentivi finora, pari a 5,3 miliardi di euro, saranno destinate a sostenere direttamente l'Automotive: l'ho già detto a Stellantis. La politica non deve puntare ad incentivare solo i consumi, ma anche a promuovere la produzione. Altrimenti, ci troveremo a consumare prodotti fatti da altri, magari con concorrenza sleale". 

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Renault Captur - Il restyling cambia tutto tranne il "cuore"

4 Ruote - Mar 12,2024

Archiviato lo show ginevrino per il reveal della R5 elettrica, la Renault sta preparando una nuova, importante anteprima: il restyling della Captur. Il facelift della B-Suv francese dovrebbe infatti vedere la luce nelle prossime settimane, dal momento che l'avvio delle vendite è previsto entro la primavera. Come già successo per la Clio, Gilles Vidal e il suo team sono intervenuti con la matita pesante: nel senso che il lavoro effettuato sul frontale è corposo, tanto da far sembrare l'auto una nuova generazione più che un aggiornamento. Le dimensioni e la gamma motori - rimaste sostanzialmente immutate - tradiscono, però, la perfetta continuità tecnica del progetto.

Cambia faccia. La nuova identità visiva della Renault Captur nasce da una profonda rivisitazione della calandra, che guadagna, oltre al logo aggiornato, una mascherina più sfaccettata e leggera - senza griglia nera né cromature - e fari completamente nuovi, abbinati a luci diurne a boomerang. Insomma, cambia completamente la firma luminosa (prima era a C), che porta l'intera parte frontale a uno sviluppo più verticale. La Suv guadagna così presenza - anche grazie al nuovo taglio del cofano - e diventa più simile alla Symbioz, l'inedito modello della Régie che andrà a posizionarsi a listino appena al di sopra della Captur.

Nuovo display. Ricostruire fedelmente l'aspetto esteriore della Captur restyling è stato semplice grazie alle numerose foto spia e ad alcune immagini, come quelle dei brevetti, sfuggite online con largo anticipo sul debutto della vettura. Lo stesso non si può dire degli interni, che al momento rimangono ignoti. Detto ciò, è difficile immaginare, nell'abitacolo, una rivisitazione altrettanto profonda, anche se qualche novità - al netto del solito rimpasto nel catalogo di finiture e allestimenti - non dovrebbe mancare: su tutti, un nuovo touchscreen da 10'' per il sistema di infotainment OpenR Link.

Benzina, Gpl e ibrido (full e mild). Come detto, le dimensioni complessive della B-Suv francese rimarranno compatte, eventualmente con minimi discostamenti dai 4,23 metri attuali. Allo stesso modo, la gamma di motorizzazioni continuerà a puntare sull'endotermico, ma senza il diesel e l'ibrido plug-in proposti in passato, peraltro già da tempo spariti dai listini. Nello specifico, l'offerta è incentrata su unità turbobenzina, con o senza elettrificazione. Alla base, con ogni probabilità troveremo una versione aggiornata dell'attuale 1.0 TCe, disponibile anche a Gpl, e forse declinato anche in una variante entry level da 90 cavalli. Salendo di prezzo, sarà possibile scegliere tra unità ibride basate sull'1.2 tre cilindri con un mild hybrid 48 volt - già disponibile su altre vetture del brand, come l'Austral nelle versioni da 130 cavalli e (forse) anche da 160 cavalli, così come sull'ibrido E-Tech, che dovrebbe ancora basarsi sul 1.6 da 145 CV attualmente in gamma.  

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Militem - Magnum 700, "mostro" con il V8 Hemi

4 Ruote - Mar 12,2024

La Militem introduce in Italia il nuovo Magnum 700, proposto con prezzi a partire da 164.950 euro Iva e tasse escluse. Si tratta di un pick-up personalizzato basato sul Ram 1500 TRX e pensato per una clientela esclusiva.

Motore Hemi da 702 CV. Il propulsore è il V8 Hemi di 6.2 litri con compressore volumetrico da 702 CV e 882 Nm, utilizzato dal Gruppo Stellantis anche sulle varianti più sportive delle Dodge Charger e Challenger. Nonostante la massa, il Magnum 700 può toccare i 100 km/h da fermo in 4,5 secondi con il Launch Control, percorrendo i primi 400 metri (il classico quarto di miglio americano) in 12,9 secondi.

Dettagli unici e finiture su misura. La personalizzazione realizzata dalla Magnum prevede gli scarichi Black Performance a quattro uscite, i cerchi forgiati da 22", le sospensioni Bilstein Black Hawk E2 a controllo elettronico con assetto rialzato, il tetto panoramico, le pedane elettriche e il rollbar specifico nel cassone. Sia la carrozzeria che gli interni sono personalizzabili a livello cromatico in base alle preferenze dei clienti. Pelle, carbonio e Alcantara sono i materiali scelti per le finiture e sono previsti anche ricami su misura. Della dotazione di serie fanno parte anche gli Adas di Livello 2, i sedili climatizzati, l'head-up display a colori, le telecamere a 360 gradi e l'impianto audio Harman Kardon Premium con 19 diffusori.

Sa muoversi anche in off-road. Nonostante il focus sulle prestazioni non è stato sottovalutato anche l'aspetto relativo alla guida in fuoristrada, grazie anche alla trazione integrale e al riduttore. L'altezza minima da terra è di 30 cm e sono invece 80 quelli di profondità di guado. Nei passaggi in off-road, la Casa dichiara un angolo di entrata di 30,2, un angolo di dosso di 21,9 e un angolo di uscita di 23,5.

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Porsche - Confermata la Super Suv: farà concorrenza a Purosangue e Urus

4 Ruote - Mar 12,2024

La Porsche conferma il prossimo ampliamento della gamma con l'aggiunta di una Super Suv destinata a rivaleggiare con la "sorella" Urus della Lamborghini e con la Ferrari Purosangue. La nuova vettura a ruote alte, secondo quanto comunicato dalla Casa di Zuffenhausen nel comunicato sui risultati di bilancio del 2023, sarà solo elettrica e avrà dimensioni superiori a quelle della Cayenne: basata sulla piattaforma SSP Sport sviluppata dalla Porsche, sarà costruita a Lipsia, molto probabilmente dal 2027 in poi, e avrà performance e funzionalità inedite e specifiche di prestigio per conquistare nuovi clienti, in particolare negli Stati Uniti e in Cina. Da un'immagine inclusa nelle slide di presentazione dei conti, la nuova ammiraglia avrà forme sportiveggianti, con un tetto spiovente e un montante posteriore inclinato, sulla falsariga delle storiche coupé della Porsche.

Il piano prodotti. Intanto, l'azienda tedesca si prepara a un 2024 caratterizzato da almeno quattro novità dopo il lancio della rinnovata Cayenne a fine 2023: la terza generazione della Panamera è già arrivata a fine gennaio, mentre le nuove Taycan e Macan debutteranno, rispettivamente, a primavera e nella seconda metà dell'anno. All'inizio dell'estate, infine, toccherà al restyling della 911. Per l'ad Oliver Blume, i nuovi prodotti forniranno "un contributo sostanziale per gli anni a venire". La Casa di Zuffenhausen ha confermato altre novità: per la metà del decennio è previsto il lancio della 718 elettrica, che sarà seguita dalla Cayenne a batteria e, quindi, dalla nuova Suv. 

Le strategie. Il piano prodotti rientra nel quadro di una strategia di elettrificazione che i vertici aziendali hanno confermato, pur fornendo alcune precisazioni e distinguo. La Casa di Zuffenhausen punta per il 2030 a raggiungere un mix di vendite composto per l'80% di modelli "completamente elettrificati", ma intende anche "mantenere la massima flessibilità possibile nella produzione delle diverse tipologie di propulsori" tra termici, ibridi plug-in ed elettrici. Inoltre, l'obiettivo di fine decennio sarà sempre legato all'andamento della domanda e allo sviluppo della mobilità elettrica nelle diverse regioni geografiche. Confermato anche l'impegno sugli e-fuel: per il costruttore, i carburanti sintetici consentono ai motori a combustione di funzionare "potenzialmente quasi a zero emissioni di carbonio" e possono contribuire a ridurre la CO2 soprattutto dell'attuale parco circolante. Secondo la Porsche, infatti, molti dei circa 1,3 miliardi di veicoli termici oggi sulle strade saranno utilizzati anche tra 30 o più anni. 

Risultati e prospettive. Quanto al 2023, la Casa tedesca ha registrato un fatturato di 40,5 miliardi di euro, in crescita del 7,7% sul 2022 anche grazie a un aumento delle consegne del 3,3% a 320.221 unità. L'utile operativo è migliorato del 7,6% a 7,3 miliardi di euro, per un margine stabile al 18%, mentre i profitti sono saliti del 3,8% a 5,16 miliardi, da distribuire per il 40% agli azionisti in forma di dividendi. "I nostri ottimi risultati sono dovuti all'elevata domanda di prodotti attraenti e alla rigorosa disciplina dei costi", ha detto il direttore finanziario Lutz Meschke. Porsche ha dimostrato nel 2023 di essere resiliente, altamente redditizia e finanziariamente solida anche in tempi volatili. Su queste basi getteremo le fondamenta nel 2024 per ripartire alla grande nel 2025". In particolare, per il 2024 la Porsche punta a ricavi tra 40 e 42 miliardi e a un margine operativo tra il 15 e il 17%. "Nel medio termine confermiamo la nostra previsione di un utile operativo sul fatturato compreso tra il 17 e il 19% e nel lungo puntiamo a un ritorno operativo superiore al 20%".

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Fiat 500e - Due nuovi allestimenti per gli Usa

4 Ruote - Mar 12,2024

La Fiat 500e, appena approdata negli Stati Uniti con la versione (RED), amplia la sua gamma con due nuove versioni, Inspired By Beauty e Inspired By Music, ispirate alla bellezza e alla musica, che arriveranno nelle concessionarie Usa entro l'autunno. I due modelli si distinguono per le dotazioni, ma entrambi prevedono di serie la guida assistita di livello 2, con cruise control adattivo e mantenimento della traiettoria.

Inspired By Beauty. La carrozzeria è disponibile nell'esclusivo colore oro rosa, ripreso anche dalle calotte degli specchietti retrovisori, e con diversi dettagli cromati sul corpo vettura. All'interno i rivestimenti di volante, sedili e braccioli delle portiere sono in ecopelle color beige, mentre la plancia è rivestita con un tessuto lavorato in colore scuro. Il prezzo della 500e Inspired by Beauty parte da 36.000 dollari, tasse escluse.

 

Inspired By Music. Realizzata con la collaborazione di Andrea Bocelli, questo allestimento è disponibile con la carrozzeria in Piano Black e un impianto audio della Jbl con sette altoparlanti. Dall'infotainment è possibile selezionare quattro impostazioni dell'equalizzatore messe a punto dallo stesso Bocelli, e che ricreano altrettanti luoghi d'ascolto: 

  • My Music Room, per un'esperienza d'ascolto più raccolta, concentrata sul guidatore;
  • My Recording Studio, per accentuare acustica e toni alti;
  • Giuseppe Verdi Opera House, Pisa, per simulare l'esperienza uditiva di un teatro, durante un concerto dal vivo;
  • Open-air Arena, con impostazioni che riproducono le sonorità di un concerto all'aperto.

Anche per questa versione il prezzo è di 36.000 dollari, tasse escluse.

 

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Donald Trump - "Ho incontrato Musk, siamo in disaccordo sulle elettriche"

4 Ruote - Mar 12,2024

Elon Musk continua a essere oggetto di corteggiamento da parte dei candidati alle prossime elezioni statunitensi, Joe Biden e Donald Trump. Nel corso di un'intervista sul canale Cnbc, lo stesso Trump ha confermato di aver incontrato l'ad della Tesla, esprimendo un generale apprezzamento per l'imprenditore: non è chiaro, però, se il tycoon sia riuscito o meno a ottenere il sostegno di Musk.

Incontro in Florida. Il vertice tra Trump e Musk si è tenuto la scorsa settimana a Palm Beach, in Florida, a margine di uno degli eventi della campagna di raccolta fondi del candidato repubblicano. Musk ha subito risposto alle prime indiscrezioni di stampa manifestanto l'intenzione di non appoggiare nessuno dei contendenti, né, di essere pronto a fornire un sostegno finanziario: "Giusto per essere chiari, non donerò soldi a nessuno dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti", ha scritto l'imprenditore sul suo account su X.  

L'attacco alle elettriche. Nonostante la stima per Musk, Trump ha ribadito di essere contrario alle auto elettriche, considerate un "argomento di minor importanza" per la sua campagna elettorale. "Non vanno lontano, costano troppo e saranno tutte prodotte in Cina", ha aggiunto il candidato alla Casa Bianca, sottolineando come sia da escludere un futuro al 100% Bev per le auto americane per via della rete elettrica "obsoleta e disastrosa". Non solo: secondo Trump, l'obiettivo dell'attuale amministrazione (aumentare le vendite di auto a batteria fino ad almeno il 60% entro il 2030) è il frutto di ragionamenti "molto, molto stupidi". Sotto accusa sono finiti anche i leader del sindacato United Auto Workers, bollati come delle "pecore cieche" per l'appoggio a Biden e per "l'incapacità di ascoltare" i lavoratori intenzionati, invece, a votare proprio per lui. 

Le distanze. Detto questo, rimangono le distanze tra Trump e il numero uno della Tesla, non solo sulla questione delle elettriche. Musk è stato membro di due comitati consultivi per la presidenza Trump, ma ha lasciato i suoi incarichi subito dopo la decisione dell'allora presidente di abbandonare gli accordi sul clima di Parigi. Inoltre, l'imprenditore ha attribuito le critiche dell'ex immobiliarista alle elettriche ai suoi eccessivi legami con l'industria petrolifera. Lo stesso Musk ha affermato anche di aver votato per Biden nelle presidenziali del 2020 (sostegno però smentito nell'ultima biografia). Dal canto suo, Trump non ha mancato di criticare Musk non solo per la questione delle auto elettriche, ma anche per i veicoli a guida autonoma "che si schiantano" e per le astronavi di SpaceX dirette "verso il nulla". Insomma, se un rapporto c'è, non è sicuramente dei più lineari.

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Messina - Al via la quarta edizione del workshop "Studenti in Carena"

4 Ruote - Mar 12,2024

Si terrà nelle giornate del 13 e 14 marzo presso l'Università degli Studi di Messina la quarta edizione del Workshop "Studenti in Carena - Performance & Sostenibilità". Si tratta della prima volta in cui un tema portante, in questo caso quello della sfida tra prestazioni e attenzione all'ambiente, accompagna tutti gli appuntamenti del convegno.

Gli appuntamenti e gli ospiti. Nel corso delle due giornate, ad affrontare la tematica di quest'anno sotto vari punti di vista si alterneranno speaker di alto profilo: Ruggero Arico (Confindustria Assafrica e Mediterraneo), Marco Bontempi (Rheinmetall), Pietro Caprara (Kawasaki), Daniela Cavallaro (STMicroelectronics), Marco Coccia (S.I.BE.G. srl), Luca Dusini (Ferrari), Fabrizio Ligi (Deanet), Carlo  Miano, Ettore Oliva (Dainisi), Salvatore Pennisi (Pirelli), Andrea Pongiluppi (Ducati), Marco Ruffini (MegaRide), Alberto Zumbo (Audi Sport).

Il talk di Quattroruote. Alle 10:30 del 13 marzo si terrà una tavola rotonda condotta da Marco Perucca Orfei, che fino al 2020 ha diretto il Centro Prove di Quattroruote, per parlare della sua esperienza e per intervistare alcuni ospiti in merito alle recenti innovazioni nel campo della sostenibilità nel mondo automotive: Giovanni De Francesco (Magicmotorsport), Gabriele Tredozzi (libero professionista con esperienza in Formula 1), Ettore Oliva (ex Maserati), Gionathan Lunetta (Maserati) e Stefano De Pinto (McLaren Automotive).

Career day. Il 14 marzo si svolgerà, nell'aula 665 del Dipartimento dì Ingegneria, una giornata di incontro con le aziende che hanno partecipato al convegno, e che presenteranno stage, tesi e opportunità lavorative agli studenti, laureandi e laureati delle varie sedi universitarie della Sicilia e della Calabria. Saranno inoltre presenti anche gli uffici HR delle aziende partner per svolgere un primo colloquio conoscitivo. Per iscriversi al convegno è sufficiente prenotare un posto tramite la piattaforma Eventbrite.

 

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Audi A3 - Col restyling arriva la Allstreet

4 Ruote - Mar 12,2024

I designer dell'Audi hanno scelto di tenere la mano leggera sul restyling della A3, non andando a modificare radicalmente gli elementi principali. Tra le novità più importanti, i gruppi ottici a Led (matrix Led in opzione), che offrono per la prima volta la possibilità di selezionare fino a quattro differenti design degli elementi interni, così come il Single Frame anteriore più grande e privo di cornice, affiancato da nuove prese d'aria. La gamma colori si arricchisce con le varianti District Green e Progressive Red, ma è importante anche il debutto dell'opzione opaca Daytona Gray. 

Riprendendo una denominazione già utilizzata per la A1, la A3 Allstreet propone una caratterizzazione off-road che cita il mondo di Suv e crossover. Troviamo quindi per la prima volta per la A3 l'assetto rialzato di 15 mm (con altezza minima da terra aumentata di 30 mm grazie anche al gruppo ruota modificato), i parafanghi allargati di plastica grezza, i cerchi di lega da 17" dedicati (18 e 19" in opzione) e i paraurti con inserti di plastica e piastre di protezione. Il Single Frame con finitura opaca è ancora più grande rispetto alla Sportback per enfatizzare la somiglianza con la gamma Q. All'interno, oltre a dotazioni specifiche, è stata aumentata l'altezza del sedile del guidatore per incrementare la sensazione di dominio della strada. 

Pur mantenendo l'impostazione generale del modello uscente, la A3 restyling offre alcune importanti novità, prima fra tutte il nuovo comando digitale della trasmissione automatica. Sono state modifiche anche le bocchette di aerazione e sono previste nuove combinazioni di materiali ecosostenibili e finiture. La Casa ha inoltre incrementato il numero di elementi luminosi inseriti nella plancia e nei pannelli porta, con 30 diverse tonalità selezionabili.

Oltre a offrire un nuovo impianto audio opzionale Sonos 3D Sound, la A3 propone ora di serie lo schermo touch da 10,1" abbinato al Virtual Cockpit e alla piattaforma di ricarica wireless. Il sistema MMI offre l'accesso a un App store con applicazioni di terze parti e l'assistente virtuale Alexa. Ulteriori optional a pagamento saranno offerti dopo il debutto sul mercato, con la possibilità di attivarli per 1 mese, 6 mesi, 1 anno 3 anni o per sempre. Per esempio, sarà possibile aggiungere l'Adaptive Cruise Control, il pacchetto di navigazione, il controllo automatico degli abbaglianti e le funzioni aggiuntive del climatizzatore automatico. 

I sistemi di assistenza di livello 2 sono stati ulteriormente perfezionati e arricchiti. Sulla A3 è possibile contare su Pre Sense front, Collision Avoidance, Turn Assist, Lane Departure Warning, Adaptive Cruise Assist con Lane Change,Park Assist Plus, Exit Warning e Rear Cross-Traffic Assist. 

Contrariamente al modello uscente, l'Audi ha scelto di presentare il restyling con due sole motorizzazioni tradizionali: la 35 TFSI 1.5 benzina Mild Hybrid con cambio S Tronic da 150 CV e la 35 TDI diesel 150 CV con cambio S Tronic.In un secondo tempo saranno rese disponibili la 35 TFSI con cambio manuale e altre versioni benzina, diesel e plug-in hybrid. La Casa ha già anticipato anche l'arrivo della sportiva S3 con il 2.0 TFSI aggiornato da 333 CV (), mentre non ci sono ancora informazioni sulla RS3.

In attesa di conoscere le specifiche del listino italiano, l'Audi ha confermato che la A3 è da subito ordinabile in Germania a partire da 35.650 euro per la Sportback e 37.450 euro per la Allstreet. 

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